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Sul Ponte Vecchio di Firenze, strada sospesa di botteghe orafe sull’Arno, un unicum, l’azienda Cassetti ha scelto il dialogo con la città mettendo il cliente al centro di un racconto di storia e cultura. Un modo diverso di fare marketing che sta premiando e che risponde al tema del tempo, che corre sempre più veloce.
Nel caso dell’azienda Cassetti, dato che l’orologeria ha un ruolo essenziale in particolare con i marchi Rolex, Vacheron Constantin, Cartier, Jaeger LeCoultre, Tag Heuer e Parmigiani, lo scandire del tempo diventa metafora che parla del prodotto in un modo nuovo.
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Ai clienti è stato così deciso di offrire periodicamente un tour cittadino, rubando un po’ del loro tempo prezioso, restituito con una moneta diversa, il piacere estetico. Professionisti e imprenditori saranno sottratti per qualche ora al tempo del business, o per dirla con il filosofo francese Henri Bergson, al tempo spazializzato e della scienza, misurabile in modo uguale per tutti, per donare il tempo della durata, quel tempo vissuto che scorre veloce se ben impiegato.
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Il percorso, che si snoda in tre ore e mezzo nel centro cittadino, fa tappa in una delle realtà dell’azienda e si affaccia alla città attraversando la storia con un Cicerone d’eccezione, Andrea Cassetti, presidente dell’azienda e fratello di Maria Grazia Cassetti, vicepresidente, appassionato e curioso della cultura della sua città.
Il cuore della passeggiata si snoda intorno al Ponte Vecchio e il Lungarno partendo dal Corridoio Vasariano, oggetto tra l’altro recentemente di polemiche per l’ipotesi di renderlo solo un collegamento tradendo la sua identità di galleria del ritratto che ha attraversato i secoli, e che contribuì a dare un nuovo assetto architettonico al ponte. Fu allora che il ponte mercato che aveva il mercato del pesce dove sarebbe sorta la loggia del Vasari, al centro del ponte frutta e verdura e nelle botteghe le macellerie allora legate alla corporazione dei beccai fu trasformato nella destinazione attuale. L’effetto maleodorante spinse infatti i Medici a imporre un cambio di rotta costringendo gli orefici a trasferirvi le loro attività. Il cambio si dimostrò favorevole dal punto di vista degli affari anche perché ci fu una riduzione delle gabelle. La soluzione di una gestione privata del ponte fece sì che l’architettura si sviluppasse in modo vario a seconda dell’andamento dell’attività. Al civico 52, dove allora c’era la cappella dell’oratorio del Santo Sepolcro della Magione accanto appartenuta dal 1313 ai cavalieri di Malta e utilizzato anche come spedale per i pellegrini in cammino verso Santiago di Compostela, ora ci sono due negozi Cassetti e in particolare quello monomarca di Vacheron Costantin. A incorniciarne l’insegna un tabernacolo con due capitelli in pietra serena scolpita che si pensa fosse originariamente collocato all’interno. Esso poggia su un arco trecentesco ed è costituito da un’edicola tardo seicentesca, caratterizzato da un timpano spezzato sostenuto da due lesene; nella nicchia tra motivi ornati vegetali è raffigurata la Madonna con San Giovannino, protettore dell’ordine di Malta, del pittore di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, noto come Giovanni da San Giovanni. L’opera è stata restaurata con i fondi privati aziendali. Probabilmente un tempo essa era all’interno della costruzione e testimonia la storia del luogo, che anche nell’architettura del negozio è citata. Unica eccezione infatti al mondo nell’universo di Vacheron Costantin, qui ci sono dettagli che raccontano Firenze come il soffitto, una volta celeste dove stelle e croci di Malta, simbolo dello stesso marchio di orologi per coincidenza, evocano la Cappella Rucellai di Santa Maria Novella. La croce di Malta stilizzata è infatti l’emblema del meccanismo dell’organo regolatore dell’orologio di Vacheron Costantin.
Declinare il servizio al cliente con il rapporto con la città e con la cultura degli oggetti fa parte della strategia della promozione aziendale. Così a breve offrirà anche una soluzione di ospitalità in una realtà di esclusività: un appartamento che si affaccia sul Battistero, con sei camere con affreschi che descrivono luoghi di bellezza come il Giardino di Boboli, lontane dall’atmosfera dell’hotel, intendono offrire l’atmosfera intima di una casa fiorentina.
Questo lo spirito che caratterizza la Maison Cassetti, come ci ha raccontato Filippo Cassetti, direttore generale, terza generazione dell’attività. E c’è un sogno da realizzare, quello di prendersi cura del Monumento a Benvenuto Cellini, nato a Firenze nel 1500 e morto nel 1971, simbolo per eccellenza dell’oreficeria artistica fiorentina, collocata sul ponte nel 1900 nel quarto centenario della nascita promosso dagli orafi fiorentini, dall’Accademia delle arti del disegno e dalla “Società italiana per l’arte pubblica di Firenze”. La statua ha un carattere tardo romantico dell’immagine del Cellini, enfatizzata dai capelli scomposti dal vento ed è stata realizzata per quanto riguarda il busto da Raffaello Romanelli che ne disegnò anche il basamento – volutamente debitore nei confronti di quello del Perseo della loggia de’ Lanzi – eseguito dallo scultore ornatista Egisto Orlandini. Si deve a Mariano Coppedè il progetto della cancellata eseguita dal fabbro Giovanni Naldi. Alla fusione della statua e delle decorazioni bronzee provvide la fonderia Lippi di Pistoia. Il progetto di ‘adozione’ da parte di Cassetti ha incontrato qualche ostacolo malgrado la collaborazione con l’Associazione fiorentina Gli angeli del bello ma l’azienda non demorderà.
a cura di Ilaria Guidantoni