È una sfida per la milanese Galleria Rubin che presenta per la prima volta il lavoro di Luciana Bora (Treviso 1926 – Milano 2007) artista uscita dall’Accademia di Brera nel 1951 allieva nel secondo dopoguerra di Aldo Carpi, Achille Funi e Carlo Carrà.
Un incontro fortuito, una cena a casa della figlia di Luciana Bora, ha fatto scoprire a Galleria Rubin i quadri di quest’artista che decorano buona parte dell’appartamento. Essi dimostrano un’evidente qualità pittorica e un forte richiamo al Novecento.
Questa raccolta di opere, nata e sviluppata in sostanziale solitudine, desta impressione e ha fatto sì che la Galleria la proponesse in una mostra con una curatrice che potesse valorizzare il suo lavoro con alta competenza.
Come afferma Elena Pontiggia nel saggio introduttivo al catalogo “Oggi si assiste a una doverosa riscoperta delle artiste, (…) quanti sentieri interrotti, magari dopo essere appena iniziati, hanno segnato l’arte al femminile? Gallerie che non ti accettano, collezionisti che non ti acquistano, critici che ti considerano una dilettante. – scrive Pontiggia – Eppure, nonostante queste circostanze difficili (aggravate nel suo caso da una condizione di non udente, dovuta a una meningite contratta da bambina), Luciana Bora ha lasciato un corpus di circa duemilacinquecento opere, segno di una vocazione alla pittura che non l’ha mai abbandonata.
È un corpus di cui questa mostra offre un piccolo saggio, poco più che una campionatura, sufficiente però a cogliere tutta la sensibilità dell’artista”.
In mostra diciannove tele, una sintesi del lavoro dell’artista dagli anni Cinquanta del Novecento alle ultime opere degli anni Duemila. “La pittura di Luciana Bora, che ha preso le mosse da un realismo a sfondo sociale, come si vede nei suoi quadri giovanili, ha poi lasciato quei temi, a forte rischio di retorica, ma
non ha cambiato il suo modo di osservare. – scrive Pontiggia – Il suo sguardo ci insegna a prestare attenzione non alle cose che la reclamano, ma a quelle che non la cercano, anzi non ritengono nemmeno di meritarla. E di solito ne avrebbero più diritto”.
Parole queste che potrebbero riecheggiare il Manifesto del Terzo paesaggio di Gilles Clément, paesaggio che “copre superfici di dimensioni modeste, disperse, come gli angoli perduti di un campo (… )”.
L’augurio è che questa mostra possa restituire un’artista che ben rappresenta l’eccellenza di una scuola, quella di Brera, che oltre ai nomi da tutti celebrati ha formato per diverse generazioni figure minori che meritano di essere valutate e apprezzate individualmente.
BIOGRAFIA
Luciana Bora nasce a Treviso nel 1926. Perde l’udito a dieci anni, in seguito a una meningite. Tre anni dopo, nel 1939, il padre Giuseppe lascia Treviso con tutta la famiglia e decide di trasferirsi a Milano. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Luciana rimane a Milano con il padre mentre sorelle e fratelli si rifugiano con la madre ad Abbazia (oggi Croazia). Nel 1945 entra nell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove studia insieme a Carpi, Funi e Carrà. Nel Dopoguerra, Luciana inizia la sua attività di pittrice e nonostante le difficoltà di essere una giovane artista in un mondo prettamente maschile, non si scoraggia e sostenuta dal padre e, dal 1954, dal marito Giulio Pierini, si dedica completamente alla pittura. Luciana Bora lavora per tutta la vita, ogni giorno, con l’urgenza di raccontare con la sua voce le sue storie. La vasta produzione pittorica e grafica parte, nei primi anni Cinquanta, ancora influenzata dal realismo (nei lavori di quel periodo si sente la vicinanza dei suoi maestri) per poi prendere un binario proprio, definito, ma non classificabile in una precisa corrente. Negli anni Luciana Bora indaga diversi temi ricorrenti: paesaggi, contesti urbani (cave e orti di periferia, mercati), figure (ritratti, bagnanti, donne al bagno, bambini, acrobati, musicisti, scene bibliche), nature morte e diversi d’après dai suoi autori preferiti tra cui Vermeer, Rembrandt, Velázquez, Goya.
L’attività di Luciana Bora è interrotta bruscamente dalla morte improvvisa, a ottantun anni.
INFORMAZIONI MOSTRA
La mostra resterà aperta dal 10 novembre al 19 novembre 2022 con il seguente orario:
da martedì a sabato, dalle ore 15.00 alle ore 19.30 o su appuntamento.
L’ingresso è libero.
CONTATTI
Galleria Rubin
Sede: Via Santa Marta 10, Milano
Tel: + 39 0289096921
Mail: info@galleriarubin.com
Sito: www.galleriarubin.com