Oggi la rubrica di Bebeez per gli artisti emergenti è dedicata a Elisa Vaccarini di Giulianova (Te), luogo dove l’artista nasce, vive e lavora. Ha avuto modo di dire di sé stessa: “Ogni volta che apro la scatola dei colori e dei pennelli per iniziare un quadro, cerco di dare a questa mia nuova opera una essenza propria che la renda diversa dagli altri lavori, proponendomi di creare un dipinto che abbia contenuti a volte anche diametralmente opposti al precedente”. Ha vinto in carriera l’estemporanea di pittura “Giuliantica” organizzata dall’associazione “Gruppo Orao”. L’evento artistico, che ha visto la partecipazione di 15 pittori, non solo abruzzesi, ma provenienti anche dall’Emilia Romagna e dal Lazio, si è svolto tra le vie del Centro Storico di Giulianova. La giuria, che ha assegnato il primo premio alla Vaccarini era presieduta dalla pittrice e scultrice giuliese Maria Luisa Falanga, presidente dell’associazione. Come è ormai costume di Bebeez, abbiamo rivolto le nostre domande all’artista.
Bebbez: Quando hai pensato per la prima volta di diventare artista?
Elisa Vaccarini: In realtà non mi sento una vera e propria artista, forse un po’ per modestia e un po’ perché l’opinione comune riconduce il concetto di artista al successo e alla notorietà: queste ultime non sono mai state il mio obiettivo né il mio movente. Da piccola ero attratta dai colori e dal disegno, che poi con gli anni sono diventati la mia passione e non mi hanno più abbandonata. Nel tempo ho coltivato questo entusiasmo in qualità di autodidatta, sperimentando da sola nuove tecniche. In un primo momento mi esprimevo con la matita ed i pastelli, mentre a seguire scoprii la china, che per lungo tempo è stata la protagonista dei miei numerosi disegni. Oggi preferisco dipingere, usando colori acrilici o ad olio.
Bebeez: Qual è il pensiero della tua opera?
Elisa Vaccarini: Nelle mie opere non parlo mai della stessa cosa, ma se dovessi guardarle insieme e rappresentarle con un’unica parola userei “sentimenti”. Anche laddove l’oggetto centrale è qualcosa di tangibile e concreto, come ad esempio un paesaggio, si potrà notare che difficilmente gli elementi saranno una fedele descrizione della realtà: ad esempio raramente i fiori, che tanto amo dipingere, figureranno come figurerebbero in un prato, nelle loro proporzioni e colori, anzi molto più spesso simboleggiano qualcos’altro. Un osservatore attento potrà facilmente leggere tra le righe lo stato d’animo veicolato. Ciò diviene ancora più visibile quando a dare voce alla mia spinta emozionale mi aiuta un volto.
Bebeez: Parliamo ora della tua evoluzione come artista. Verso che direzione di ricerca ti stai evolvendo? Quali sono i tuoi progetti espositivi?
Elisa Vaccarini: Con l’auspicio di potermi dedicare con più costanza a questa passione il mio desiderio è di migliorare in ciò che oggi sento di padroneggiare meglio, ma anche e soprattutto di mettermi in discussione per imbattermi in qualcosa di nuovo, che sia una nuova tecnica oppure un semplice nuovo gioco cromatico. In programma ad oggi ci sono diverse mostre espositive sia singole che collettive.
Bebeez: Mi diresti un nome di un artista contemporaneo e di uno del passato, e perchè?
Elisa Vaccarini: Mi piace riferirmi alla pennellata pastosa e ricca di colore di Vincent Van Gogh, attraverso cui emerge il perenne combattimento tra il bene ed il male e l’affannosa ricerca della felicità. Mi è sempre piaciuto il suo mondo di colori vivi accostati con forza. Dei giorni nostri nomino con piacere Pino Procopio, artista abruzzese, conosciuto per la vivacità dei suoi dipinti, che sviluppano una metafora del vissuto quotidiano pervasa di ironia, attraverso personaggi grotteschi e caricaturali, e colori sempre accesi.
Bebeez: Quali sono le difficoltà dell’essere artista emergente oggi?
Elisa Vaccarini: Dire che la società attuale non ha spazio per l’arte potrebbe risultare un’ovvietà, ma allo stesso tempo è importante dirlo perchè racchiude la complessità e le criticità di chi oggi invece nell’arte, che sia frutto delle sue opere o di una cultura, ci crede e continua a farlo. Certamente non è facile fare spazio ad una dedizione che ti chiede di stare fermo, quando il mondo là fuori corre di continuo. Lo stesso mondo che corre è madre di persone che sempre meno indirizzano i propri interessi verso qualcosa di non immediato, ma che va compreso e studiato, come l’arte. L’artista oggi dovrebbe essere bravo ad auto stimolarsi, ad alimentare la propria opera trovando motivazione nella passione stessa, più che nell’eventuale riconoscimento esterno.
Le opere dall’alto:
“B49” -40×40:
Sensazioni uniche che il mare ed il vento sanno regalare. Dove non
riescono le parole sono i segni e i colori che trasmettono emozioni.
“Rose in fiore” -50×60:
Giochi cromatici pieni di forza e di slancio, che si proiettano verso la
felicità. Balli e musiche. Dialoghi silenziosi ascoltati solo da pochi.
“Raggio di sole” -40×30:
La bellezza che non si vede nascosta tra i sogni e la realtà. La luce che
avvolge e riscalda l’anima di chi si lascia scompigliare i capelli.