Un bel lavoro, pur nella sua lunghezza – 130 minuti – con ampia concessione al cantato che però si integra nell’economia della storia. Un compito non facile riuscito, dal 5 maggio nelle sale. Il film racconta la storia di una strepitosa cantante nera morta a soli 44 anni per l’uso dell’eroina, con la quale ha cercato di colmare il dolore di una violenza subita e la reificazione del colore della propria pelle. Il racconto è attraverso lo sguardo degli agenti federali che si accaniscono su un caso di successo di un nero per giunta donna, riuscendo ad incastrarla per l’uso di droga. Un caso di mala giustizia che non ha punito il responsabile di una persecuzione e che conserva una grande attualità. Il film infatti si apre con la proposta al Senato nel 1937 del divieto di linciaggio ai neri che non fu approvata; proposta rilanciata nel 2020 e non ancora approvata. Donna controversa, vittima di se stessa oltre che della società, sembra volersi riscattare con una canzone di denuncia che disturba l’identità americana, Strange fruit, che poi è diventata un’icona.
Andra Day, la candidata ai GRAMMY Awards, è Billie Holiday nel film del regista Lee Daniels Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks. Grazie alla sua interpretazione di Billie Holiday si è aggiudicata il Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in un film drammatico ed è questo il tono che assume nel film la figura di questa incredibile interprete. Al suo fianco, l’attore Trevante Rhodes (Moonlight).
Negli anni Quaranta l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita, un’indagine che dapprima coinvolge anche un nero che crede di stare dalla parte giusta convinto che la droga avrebbe distrutto la comunità nera. Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante era impedirle di eseguire la sua ballata Strange fruit, canzone di denuncia contro i linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili e un’eccezione nel suo repertorio fatto di canzoni d’amore. Il film ha anche un altro livello di lettura, la vita personale della grande interprete, la sua incapacità di tessere relazioni sentimentali sane.
Billie Holiday, la voce dell’anima
Molte cantanti sono state definite la nuova Billie. La verità è che non ci sarà mai nessuna come lei perché nessuno potrà essere colpito così duramente dalla vita come lo è stata lei. Che quasi per ricompensarla le donò quella voce che a distanza di così tanti anni ancora è in grado di emozionare come nessun’altra. Perché non era la sua voce a cantare, ma la sua anima.
Cosa ci rimane oggi di Billie Holiday, nata Eleonor Fagan, soprannominata Billie in omaggio all’attrice Billie Dove? Risposta scontata. Moltissimo. Intanto la sua stessa esistenza e la sua arte, miglior omaggio alla sua memoria che lei stessa ci ha lasciato con la forza della sua fragilità. La vita e la musica si fondono in un immenso dramma gigantesco, sconvolgente, autentico: il suo. Analizzare quindi tutta la sua produzione musicale richiederebbe fiumi di inchiostro: una canzone su tutte però va raccontata perché ha avuto un enorme impatto musicale e culturale e perché è una metafora della sua stessa vita: Strange Fruit.
New York, 1939: Il Cafè Society, al Greenwich Village, era uno dei pochi locali in cui I neri potevano sedere al fianco dei bianchi, grazie al proprietario convinto sostenitore dell’integrazione. In quel locale, si esibiva una giovane cantante di colore, dalla voce profonda e inquieta, dal passato difficile e dal carattere fiero. Sensuale e sfrontata in pubblico, fragile e indifesa nella vita privata: stuprata da bambina, in cella per rissa, ex prostituta, tossicodipendente e tremendamente libera. Questa era Billie Holiday.
Una sera Billie decise di cantare una canzone di Abel Meeropol, poeta, scrittore, compositore ebreo-russo, scritta per protesta contro il linciaggio di due lavoratori di colore di una piantagione. “Non c’era nemmeno un leggero applauso nell’aria all’inizio – scrive nella sua biografia la cantante –poi solo una persona ha iniziato a battere nervosamente le mani e così tutti gli altri l’hanno seguito”. Non era più intrattenimento, ma una protesta. Il brano divenne la conclusione di tutti i concerti e alla fine lei lasciava il palco. Non c’era bisogno di aggiungere altro.
A Strange Fruit, considerata da Time il monumento musicale del secolo scorso, hanno fatto seguito capolavori come Lover Man, ballata malinconica dal testo che sembrava scritto per lei, God bless the child, che parla dell’ipocrisia di un mondo in cui i musicisti neri vengono trattati come grandi artisti, ma devono entrare sempre dalla porta di servizio come i domestici, The man I love, il brano per antonomasia della grande Lady Day, cantato dai più grandi, la commovente I’ll be seeing you e I’m fool to want you, il suo brano di addio.
Semplicemente è stata, e rimane, una delle più belle e influenti interpreti vocali del Novecento. Punto.
Nel 1959 dopo la sua ultima incisione, subisce un attacco di epatite e viene ricoverata in ospedale a New York, dove muore il 17 luglio, all’età di 44 anni.
Era la fine della sua travagliata esistenza e l’inizio del mito.
Chi è ANDRA DAY alias Billie Holiday
Andra Day è una cantante, nominata ai GRAMMY Award. Ha esordito con l’album Cheers to the Fall (2015), si è esibita dal vivo con la sua canzone Rise Up alla Casa Bianca per il presidente Obama e ha ottenuto il Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in un film drammatico per la sua interpretazione in Gli Stati Uniti contro Billie Holiday.
Chi è TREVANTE RHODES alias Jimmy Fletcher
Trevante Rhodes ha recitato al fianco di Sandra Bullock in Bird Box, diretto da Susanne Bier, che ha stabilito il record di streaming di una settimana di Netflix con oltre 45 milioni di spettatori. Il ruolo di protagonista di Rhodes è arrivato nel film acclamato dalla critica di Barry Jenkins Moonlight, che ha vinto sia il Golden Globe che il Premio Osca per il miglior film. Tra gli altri film che ha interpretato: The Predator e 12 Soldiers.
Chi è LEE DANIELS alias regista
Lee Daniels è un attore, produttore e regista cinematografico.
Tra i suoi film come regista, interprete, sceneggiatore, ricordiamo: Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (2021), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), The Paperboy (2012), Precious (2009), Shadowboxer (2005), Agnese ed i suoi fratelli (2004).
a cura di Ilaria Guidantoni