L’inaugurazione del Museo delle Civiltà Nere (MCN) è stata tenuta a Dakar, in Senegal il 6 di dicembre 2018. Il Museo di Civiltà Nere onora il sogno del primo presidente del Senegal Léopold Sédar Senghor, figura di spicco del movimento letterario della “Negritudine” durante gli anni ’60. Senghor annunciò per la prima volta l’idea di un museo nel continente africano dedicato alle civiltà nere al World Festival of Black Arts del 1966.
(Museo della civiltà nera. Dakar, Senegal.)
Le mostre inaugurali del museo spaziano dalle prime civiltà alle maschere e alle spiritualità tradizionali africane. Cercano di sottolineare la crescita delle comunità africane nelle Americhe a causa della tratta degli schiavi e dell’arte contemporanea del continente. C’è uno sforzo concentrato per mostrare la storia africana raccontata dagli africani per gli africani. Dirigendo le operazioni indipendentemente dai loro sponsor, il Senegal ha ricevuto finanziamenti per il museo dalla Cina – un trade-off con il quale si spera di essere giusti ed equi verso un paese che cerca disperatamente di scuotere una storia di sfruttamento.
Una struttura circolare modellata sulle case tradizionali della regione Casamance senegalese, che espone opere e manufatti africani sia storici che contemporanei, si regge anche con ampi spazi vuoti. Anziché riempire disperatamente il museo prima dell’inaugurazione, gli spazi vuoti creano una rappresentazione metaforica fisica della spinta continentale per la restituzione di opere d’arte africane e artefatti ottenuti illegittimamente durante il dominio coloniale e attualmente ospitati nelle istituzioni europee di tutto il mondo.
“Non possiamo più dire che gli africani non sono pronti a ricevere opere”, dice Abdoulaye Camara, ricercatore presso la Cheikh Anta Diop University di Dakar.
L’inaugurazione arriva subito dopo uno sforzo fervido nel rimpatrio dei manufatti del Senegal dall’ex colonia francese. Il ministro della cultura del Senegal, Abdoul Latif Coulibal, sostiene che il presidente francese Emmanuel Macron sia responsabile del suo impegno a restituire l’arte africana al continente. La presenza di un museo così vasto e capace dedicato alla storia nera e africana dimostra di essere una confutazione contro le rivendicazioni che si oppongono alla restituzione – che l’Africa è priva dell’infrastruttura istituzionale per prendersi cura dei suoi artefatti e del suo patrimonio.
Con una missione pan-africana esemplificata dalla sua attuale scuderia dell’arte contemporanea – il museo ospita le installazioni di tessuti dell’artista cubano Elio Rodriguez che parlano al dialogo dei Caraibi nella storia africana – presentate nello spettacolo inaugurale. I lavori di collaborazione di Andries Botha in Sud Africa e l’artista Mali Abdoulaye Konate, lo spettacolo di apertura, danno un’idea della giovane e crescente collezione di MCN. Un mandato curatoriale di MCN afferma che il museo è una “risposta politica, culturale, artistica ed economica della” negritudine “contro la svalutazione tecnologica e culturale delle civiltà nere”. L’evento inaugurale si è rivelato uno dei festeggiamenti africani positivi. Gli omaggi agli eroi della civiltà nera come Martin Luther King e Thomas Sankara hanno ispirato l’apertura con un senso di orgoglio e autenticità africani proprio per questo attesissimo momento storico – per il Senegal e per l’Africa. Offrendo un “dialogo di culture e una nuova visione dell’Africa e della sua diaspora”, l’attuale presidente senegalese ha parlato all’evento inaugurale, dove il taglio dei nastri e il raduno di persone nella danza e nella celebrazione hanno dato al museo il suo degno benvenuto nel continente.