Un itinerario dal lungomare alle vie del centro di Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, attraverso le opere dell’artista veneziano, classe 1963, Gianfranco Meggiato, protagonista di Risveglio. E’ la mostra organizzata da Oblong Contemporary Art Gallery e patrocinata dal Comune di Forte dei Marmi in collaborazione con Fondazione Villa Bertelli, che è aperta al pubblico fino al 30 settembre.
L’esposizione vuole essere un’occasione per sollecitare il risveglio appunto delle coscienze e indurre alla riflessione, portando l’arte fuori dai musei, nelle piazze, tra la gente, come si sottolinea nel testo critico redatto da Alessio Musella.
Per tutto il periodo estivo, gli angoli più rappresentativi della città toscana diventeranno, infatti, uno spazio culturale liberamente accessibile al pubblico.
L’arte, con Gianfranco Meggiato, non è solo contemplazione, al contrario soprattutto azione. Mutando gli spazi urbani in palcoscenici, dove attrici principali diventano le sue grandi sculture astratte, l’artista sottolinea il carattere universale del linguaggio artistico, capace di connettere passato e presente e di tramandare messaggi.
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I suoi lavori, realizzati in alluminio, con la tecnica della fusione a staffa, e in bronzo, con la tecnica della fusione a cera persa, poste su basi in acciaio inox, in altezza variabile da due a cinque metri, tracciano un itinerario tra il lungomare e le vie del centro della città di Forte dei Marmi, in dialogo con gli spazi urbani e il paesaggio circostante.
Risveglio, l’opera che dà il titolo alla mostra, è una scultura inedita alta quattro metri, che viene presentata in anteprima per l’occasione. Con il suo movimento a spirale tendente verso l’alto simboleggia un volo, un risveglio, un riscatto dell’essere umano che acquisisce la consapevolezza per liberarsi dai condizionamenti. Plasticamente, infatti, sono proprio due ali stilizzate che sostengono e sospingono verso l’alto una grande sfera lucente che simboleggia la coscienza.
Nel dare il titolo Risveglio alla mostra, Meggiato allude al fenomeno di risveglio delle coscienze che è in atto a livello planetario da diversi anni.
Convinto che non si possa vivere solo per se stessi, predando gli altri e la natura e pensando esclusivamente alla materialità, l’artista vuole sostenere attraverso la propria ricerca l’assunzione di un atteggiamento più libero e consapevole, per aprirsi gradualmente alla comprensione del mondo e del senso della vita.
Paola Marucci, titolare della Oblong Contemporary Art Gallery che ospita, nei propri spazi di Forte dei Marmi, in via Carducci 45, 13 sculture del maestro veneziano a completamento del percorso di conoscenza dell’artista e della sua produzione, ha sottolineato come il suo invito si un monito, che suona come un campanello d’allarme senza generare panico, senza diventare protesta.
L’arte resta infatti eleganza e morbidezza, accoglienza piuttosto che lotta. La sfericità, centro di molta sua produzione, invita proprio a un abbraccio. Interessante Black Cube che mostra la rottura degli schemi con un lavoro di grande complessità mentre Sfera Sirio, del 2016, evidenzia l’abilità dell’artista nel trattare il bronzo legandolo in modo originale all’alluminio e lavorandolo con finiture varie.
Altro elemento interessante il fatto che tutte le opere di Meggiato sono cinetiche e lo stesso visitatore può interagire muovendole e avvicinandosi ad un’arte che non resta distante e ieratica. Questo è particolarmente significativo in Mistral del 2021, la cui forma affusolata che racchiude una sfera allude al vento , alla sua tensione e multiforità.
Il prossimo appuntamento in Galleria è il 13 luglio per l’inaugurazione di Lorenzo Marini e le sue foto su cui pratica una serie di interventi.
Chi è Gianfranco Meggiato
L’artista nasce nel 1963 a Venezia, dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte, studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. Nella sua opera, Meggiato guarda ai grandi maestri del Novecento: in particolare Brancusi per la sua ricerca dell’essenzialità; Moore per il rapporto interno-esterno delle sue maternità; e Calder per l’apertura allo spazio delle sue opere.
Lo spazio, infatti, entra nelle sculture di Meggiato e il vuoto diviene importante quanto il pieno. Artista internazionale, dal 1998 partecipa a mostre e fiere in Italia e nel mondo (USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Singapore, Taipei, Hong Kong, Australia). Nel 2011 e nel 2013 viene invitato alla Biennale di Venezia, all’interno di padiglioni nazionali. Dal 2017 decide di trattare temi a carattere scientifico e sociale mediante la messa in opera di grandi installazioni pubbliche con opere monumentali quali Il Giardino delle Muse Silenti (Catanzaro, 2017), simbolicamente posto a difesa dei nostri valori e della nostra cultura dal terrorismo; La Spirale della Vita (Palermo, 2018) all’interno di Manifesta 12, dedicata alle vittime innocenti di mafia; Il Giardino di Zyz per Matera Capitale Europea della Cultura (Matera, 2019), punto di incontro tra culture spesso in contrasto fra loro nella logica che tutto è uno; L’Uomo Quantico, non c’è futuro senza memoria (2021) con una grande mostra personale con opere monumentali presso la Valle dei Templi di Agrigento, nel tentativo di cercare il punto di contatto tra archeologia, filosofia e fisica dei quanti; La Spirale della Vita (2022), con l’installazione per il Comune di Prato e il Museo Pecci che ha visto una riproposizione dell’installazione dedicata alle vittime innocenti di mafia; Il Respiro della Forma (Pisa, 2022), promossa dal Comune di Pisa, patrocinata da Regione Toscana, Scuola Normale Superiore e Scuola Superiore Sant’Anna, con l’esposizione di 14 opere monumentali nella città e di una personale presso la chiesa di Santa Maria della Spina; L’incontro Simbolo di Pace (Roma, 2023), promossa dal Comune di Roma Municipio 1, installazione dedicata al primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina.
Queste installazioni gli valgono il Premio Icomos-Unesco, che gli viene conferito “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”.
Linee dell’Invisibile (Görünməyənin cizgiləri) è il titolo della grande mostra, con 33 opere monumentali, visitabile fino al 26 ottobre a Baku, la capitale dell’Azerbaijan, nell’Heydar Aliyev Center, uno dei più importanti complessi culturali dell’Asia, gioiello dell’architettura contemporanea progettato da Zaha Hadid.
a cura di Ilaria Guidantoni e Giuseppe Joh Capozzolo