Ancora una volta Noor Riyadh, il più grande festival d’arte luminosa del mondo, ha trasformato la capitale saudita in una spettacolare galleria a cielo aperto. Conclusasi il 16 dicembre 2023, la terza edizione, a cura di Jérôme Sans, Pedro Alonzo, Fahad Bin Naif e Alaa Tarabzouni, ha disseminato i numerosi spazi pubblici della città, come il King Abdullah Financial District (KAFD), il JAX District, Wadi Hanifa, Salam Park e Wadi Namar, di oltre 120 opere d’arte di artisti locali e internazionali, tra cui anche autori italiani come Quayola e Marinella Senatore. L’agenzia Filmmaster ha ideato e realizzato gli eventi di apertura e chiusura del festival. Le installazioni su larga scala e le proiezioni immersive su imponenti grattacieli erano dedicate al tema The Bright Side of the Desert Moon, dove la luce era intesa come forza unificante che sostiene, conforta e connette tutti noi. Si veda qui ArtTribune.
Gli stessi concetti, suggestioni e anche alcuni artisti continuano a esibirsi fino al 2 marzo nella mostra Refracted Identities, Shared Futures, curata da Neville Wakefield e Maya Al Athel, che offre una panoramica più intima dei temi affrontati dal festival. Ospitata nel nuovo distretto creativo della capitale saudita JAX, attorno al quale si riuniscono numerosi studi d’artista (tra cui quello di Muhannad Shono, presente alla Biennale di Venezia 2022 nel padiglione dell’Arabia Saudita con la scultura cinetica The teaching Tree), l’esposizione riunisce le opere di oltre 30 artisti provenienti da tutto il mondo, che affrontano la mitologia, l’astrofisica, e le proprietà uniche e sfaccettate della luce.