Magari di Ginevra Elkann, con Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel, Ettore Giustiniani, Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin Baroche, Brett Gelman in sala dal 26 marzo con Bim Distribution, è stato presentato in anteprima alla stampa. Commedia sentimentale – 104 minuti – che esprime con un avverbio intraducibile della lingua italiana, il titolo, quell’eventualità piena di speranza, in questo caso rivolto alla famiglia, e al sogno di ricomporla in un quadro felice. Un film garbato, esteticamente ben fatto e ben girato con la prospettiva originale degli occhi dell’infanzia e del sogno dell’amore e della famiglia, intramontabile, ostinato e ingenuo come solo l’infanzia sa essere. Un piccolo film che racconta i vizi della famiglia, soprattutto quando si rompe, la difficoltà di essere all’altezza dell’amore e l’impossibilità di rinunciarvi. Senza pretese, senza tesi, senza una verità che sta tutta da una parte, invita alla comprensione dei punti di vista, alle sfumature della vita e della verità, in modo credibile e semplice. Un inno all’infanzia, ad una maturità che spesso supera quella degli adulti e al rigore dei valori assunti da genitori che non sono all’altezza di quello che predicano. Un film dotato anche di una sottile ironia e di momenti di tenerezza.
Il film racconta la storia di Alma, Jean e Sebastiano, tre fratelli molto legati tra loro che da Parigi, città in cui vivono nel sicuro, seppur bizzarro, ambiente alto borghese della madre di fede russo-ortodossa, si ritrovano scaraventati nelle braccia di Carlo, padre italiano, assente, anticonformista e completamente al verde che non ha alcuna idea di come badare a sé stesso, figuriamoci ai figli. Durante una vacanza di Natale passata in una casa al mare insieme a Carlo e alla sua collaboratrice Benedetta, in un momento di sospensione dalle loro vite vere, i nodi delle tensioni di famiglia vengono al pettine. Carlo scopre degli aspetti oscuri della sua ex moglie e dimostra ai suoi figli di essere un padre inaffidabile, ma incredibilmente carismatico e – nonostante le sfide e le tensioni quotidiane – la piccola Alma continua a credere fermamente che un giorno “magari” la sua famiglia possa tornare a unirsi come un tempo. Interessante la lettura della bambina attraverso le immagini della fantasia, contro ogni evidenza, che mette in prima linea l’irrinunciabilità della voglia di essere felici.
Due genitori non all’altezza del loro ruolo, più stereotipato il padre; più complessa la figura della madre che a detta della bambina – voce narrante silenziosa – è sempre innamorata di qualcosa o di qualcuno, una donna instabile, che si converte da cattolica alla religione ortodossa – diventando, è sempre la voce della figlia Alma che parla, “una suora”- con un estremismo incoerente, tanto che pur imponendo un rigore assurdo ai figli, è la prima a mentire e a imporre un quarto fratello di un padre diverso ai figli o scelte che li allontanano dal padre
Una Produzione Wildside con Rai Cinema. Prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani con Lorenzo Gangarossa per Wildside, una coproduzione italo-francese coprodotto da Tribus P Films e da Iconoclast, con Bim Distribuzione.
a cura di Ilaria Guidantoni