![Premio-Ubu-2019-Moby-Dick 1](https://bebeez.it/files/2020/04/Premio-Ubu-2019-Moby-Dick-1.jpg)
Arriva on line il film Moby Dick o il Teatro dei Venti di Raffaele Manco, documentario che ripercorre le tappe della produzione dello spettacolo del Teatro dei Venti e racconta il coinvolgimento di un’intera comunità; senza essere una rappresentazione e una trasposizione dello spettacolo sul grande schermo. Nel 2019 ha vinto il Premio Ubu per il miglior allestimento scenico e il Premio Rete Critica per la progettualità.
È stato trasmesso venerdì scorso 27 marzo su Lepida TV, il canale della Regione Emilia-Romagna (canale 118 del digitale terreste in Emilia-Romagna) e su EmiliaRomagnaCreativa, il portale cultura della Regione Emilia-Romagna #Laculturanonsiferma.
Abbiamo incontrato il regista Stefano Té per farci raccontare la genesi e lo spirito di quest’opera, decisamente originale.
![Moby-Dick-balena](https://bebeez.it/files/2020/04/Moby-Dick-balena.jpg)
Come nasce l’idea di questo spettacolo?
“Nasce dall’idea di realizzare uno spettacolo capace di essere un trauma per il Teatro dei Venti, un terremoto. Il Teatro dei Venti è una realtà articolata e complessa, dove non ci si può esimere all’essere coinvolti pienamente. Si tratta di una condivisione totale, di gruppo, che ha anche tanti aspetti negativi. Ad esempio, ci si può perdere nel conforto del gruppo. Tra persone che abitualmente lavorano insieme si può instaurare una sorta di mutuo soccorso che tende a oscurare e limitare la necessità dell’artista di superarsi e questo può essere dannoso per il teatro. Moby Dick nasce pertanto soprattutto per salvare il Teatro dei Venti, mettendolo davanti ad un progetto ambizioso e irrealizzabile. “
In particolare perché la scelta di questo classico?
“Ho sempre amato i romanzi legati al mare. Le storie di mare mi hanno formato. Capitani Coraggiosi di Kipling, Tifone di Conrad, L’isola del tesoro di Stevenson e chiaramente il Moby Dick di Melville e ho sempre sognato di mettere in scena una di queste opere. La scelta è caduta su Moby Dick perché ritrovavo chiaro l’accostamento tra l’opera e il Teatro dei Venti.”
Cosa intende dire quando parla di uno spettacolo epico?
“Moby Dick è un romanzo epico, ma l’accostamento con il Teatro dei Venti rende anche lo spettacolo epico per com’è stato realizzato. Questo aspetto emerge chiaramente dal film di Raffaele Manco Moby Dick o il Teatro dei Venti. La lotta dura di un gruppo che decide di affrontare una impresa, al di sopra delle proprie possibilità artistiche ed economiche. L’esaltazione delle visioni che supera le difficoltà. Epico per la narrazione poetica, dettata dallo sforzo fisico che compiono gli attori, i musicisti e i tecnici, in scena. Realmente, senza finzioni”.
![Moby-Dick-movimento-scenografia-foto-ChiaraFerrin](https://bebeez.it/files/2020/04/Moby-Dick-movimento-scenografia-foto-ChiaraFerrin.jpg)
Che tipo di accoglienza ha avuto lo spettacolo?
“Lo spettacolo ha avuto un’ottima accoglienza ancora prima di essere realizzato. Abbiamo raccolto fondi, adesione e interesse, quando lo spettacolo era solo una mappa tracciata dai bozzetti magnifici di Dino Serra. La visione fuori misura ha fatto affiorare adesione e voglia di contribuire. Ora che lo spettacolo esiste e stiamo ricevendo tante richieste, soprattutto dall’estero. Probabilmente perché in Italia si pensa che i grandi eventi di piazza debbano essere i concerti o il cabaret dei grandi nomi della televisione. I pochi festival di teatro preferiscono spesso patinare la programmazione con nomi stranieri. La scommessa è di superare tale pregiudizio.”
Ora siamo tutti fermi, ma quali sono i progetti e la programmazione nel medio periodo?
Stiamo immaginando soluzioni per superare questo momento complesso. Ipotizziamo azioni urbane nella prima fase di riapertura alla normalità, azioni di riavvicinamento. Il teatro deve acquisire un ruolo in questa condizione d’emergenza. Analizzare la situazione dal punto di vista sociale e prepararsi a intervenire a sostegno della società, facendo a meno degli orpelli teatrali, per essere finalmente efficaci ed utili”.
Visto il costo dell’operazione, che tipo di finanziamento c’è stato?
“Ci siamo fatti carico di gran parte del costo tramite presiti e forza lavoro. C’è stato un importante sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Modena e della Fondazione di Modena. Inoltre abbiamo ottenuto sostegno da Juros Svente Klaipeda Sea Festival (Lituania), Comune di Dolo e Associazione Echidna. Ma è stato possibile realizzare questa impresa soprattutto grazie alle persone che abbiamo incontrato. Sostenitori, funzionari, volontari, attori detenuti, attori professionisti, musicisti, scenografi, tecnici, bambini e insegnanti, migranti, operatori sociali. Una comunità molto ampia e articolata che ha trovato in Moby Dick un’utopia da mettere in movimento.”
![Moby-Dick-foto-Chiara-Ferrin](https://bebeez.it/files/2020/04/Moby-Dick-foto-Chiara-Ferrin.jpg)
Il Teatro dei Venti, per saperne di più
La compagnia Teatro dei Venti nasce a Modena nel 2005 e svolge la sua attività in quattro ambiti diversi, ma correlati: produzione di spettacoli, progettazione in ambito socio-culturale, formazione e organizzazione di festival e rassegne. Ha sviluppato una propria ricerca artistica con una particolare attenzione al teatro negli spazi urbani, approfondendo l’utilizzo di trampoli e di scenografie mobili di grande impatto. Con i suoi spettacoli ha realizzato tournée in Italia e all’estero, in Francia, Inghilterra, Spagna, Polonia, Serbia, Croazia, Romania, Lituania, Montenegro, Taiwan, India, Argentina.
Membro del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, conduce percorsi formativi permanenti presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e la Casa Circondariale di Modena. Sempre in ambito sociale promuove progetti di Cooperazione Internazionale (Mozambico, Serbia, Senegal) e nel campo della Salute Mentale in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Modena. Dal 2012 organizza Trasparenze Festival e Residenze Teatrali per la promozione della scena teatrale contemporanea. Dal 2015 al 2017 ha portato avanti il progetto “Urban Theatre Experience” con il sostegno di Funder 35 – fondo per l’impresa culturale giovanile. Nel biennio 2017-2018 ha condotto un laboratorio con i richiedenti asilo del progetto “Mare Nostrum” in collaborazione con la Cooperativa Caleidos, con il quale ha vinto il bando MigrArti 2018.
Nel 2019 ha debuttato con Moby Dick, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Melville, spettacolo che prosegue la ricerca sviluppata nell’ambito del teatro negli spazi urbani e a contatto con le comunità, conquistando il PREMIO UBU 2019 per il miglior allestimento scenico, riconoscimento assegnato al regista Stefano Tè e agli scenografi Dino Serra e Massimo Zanelli; e il PREMIO RETE CRITICA per l’organizzazione/progettualità. Sempre nel 2019 ha avviato il progetto “Free Man Walking”, sostenuto da Creative Europe e basato sulla produzione artistica e la formazione teatrale in Carcere, con partner provenienti da diversi paesi.
Raffaele Manco, Napoli classe 1982, ha prodotto e diretto diversi corti e documentari indipendenti. Tra i suoi lavori Ci vediamo presto (Miglior Cortometraggio al Festival “Cinema e Psicanalisi 2009”), Il colpo” sui primi esperimenti di Guglielmo Marconi, H24-Poliziotti allo specchio e Il grano e la volpe. È regista e montatore di diversi reportage per Rai, Current Tv, Sole24Ore e film-maker per programmi come Report, Presa diretta, Quante storie e La grande storia.
A cura di Ilaria Guidantoni