Apre lo spazio Officine Gullo nel cuore di Firenze in un luogo d’eccezione, una cappella sconsacrata rinascimentale del complesso della chiesa di San Salvatore in Ognissanti. Qui l’azienda Officine Gullo che da quarant’anni produce cucine di design a Strada in Chianti con l’head quarter a sud di Firenze, in località Antella, inaugura la sua House, non solo show room, laboratorio di cucina ma percorso esperienziale nel gusto in una chiave culturale che fa appello alla storia culinaria di Firenze in un sodalizio con la Scuola Tessieri, fondata nel 2015 da un’idea di
Alessio Tessieri. Dopo una serie di aperture, a Milano, Londra, New York, Los Angeles, di realtà monomarca, la tappa fiorentina dell’azienda Officine Gullo costituisce il coronamento di un percorso in termini culturali con la realizzazione di uno spazio da vivere e non solo di vendita. L’antica cappella del Sacramento, sede delle Officine, è stata restaurata con una realizzazione in chiave moderna che consente la lettura architettonica, anzi la valorizzazione, dell’antica struttura dallo studio milanese SuperSpatial. Tra l’altro dalle Officine è accessibile attraverso un cortile, in via esclusiva, la Chiesa di Ognissanti, dove l’azienda ha contribuito ad alcuni restauri, gioiello fiorentino, ricco di testimonianze artistiche: dal Crocifisso di Giotto agli affreschi del Ghirlandaio con San Girolamo, il primo traduttore della Bibbia in latino, datato 1480, e di Sandro Botticelli con il suo Sant’Agostino, alla tomba di Amerigo Vespucci – ritratto sempre dal Ghirlandaio, grande narratore rinascimentale – e di Carolina Bonaparte. Uno scrigno che diventa il momento finale di un percorso sensoriale dedicato a eventi personalizzati che ruotano alla cucina, quale luogo e arte insieme che a Firenze hanno
trovato un punto di incontro fiorito nel Rinascimento. Alle Officine Gullo si ripropone, con una rilettura contemporanea, l’incontro di queste due prospettive, rispettivamente la realtà imprenditoriale della produzione di cucine con la rivisitazione della cosiddetta cucina economica in chiave design e complementi di arredo quali set di coltelli e oggetti in rame battuto a mano, ancora a dimensione familiare e la Scuola Tessieri, Atelier delle Arti Culinarie a Ponsacco, in provincia di Pisa, che ha anche una produzione di alta qualità, esclusiva di cioccolato, con il marchio Noalya (coltivato nella propria piantagione in Venezuela). La suggestione parte dalla Toscana dei Medici, quella di Caterina che
ha tanto influito nell’incontro tra cucina francese e italiana nel XVI secolo. Siamo nella Toscana delle ville medicee come quelle di Poggio a Caiano dove per secoli torme di cuochi e pasticceri si sono mossi per preparare pranzi sontuosi per i Granduchi, per le loro corti e gli ospiti internazionali. La Scuola Tessieri, in particolare, è impegnata nell’Alta Formazione per cuochi e pasticceri, la più grande del centro-sud, per coloro che si avvicinano per la prima volta alla professione come per i professionisti che vogliano specializzarsi o aggiornarsi nei vari settori della gastronomia. L’idea di unire storia e innovazione è un comun denominatore con Officine Gullo, fondata da Carmelo Gullo, oggi affiancato dai figli Pietro, Andrea e Matteo che cerca di unire artigianato e ingegneria di precisione. D’altronde Firenze è da sempre città di scienza oltre che di arte e i suoi artisti erano prima di tutto ingegneri, qui dove fu fondata la prima accademia delle Belle Arti nel 1564, intesa prima di tutto come una scuola di disegno, di sapere scientifico e matematico. Così la cucina, oggi più che mai, resta espressione sartoriale, creativa, quanto di sapienza di tecniche di cottura e questa complementarietà è all’origine del sodalizio tra gli strumenti forniti da Officine Gullo – tecnologicamente avanzati, ergonomici e declinati in una veste elegante e di gusto moderno perfino con tocco pop e giocoso che rivisita lo stile tradizionale toscano – e l’arte della Scuola Tessieri. Tra le curiosità il fatto che a Firenze come si apprende in una lettera di un certo frate Gherardo Fiammingo, evidentemente proveniente da una delle numerose colonie del nord presenti in città, del Convento di San Marco, nel 1604, indirizzata ai cavalieri Roberto Ridolfi e Antonio Salviati, si attesta che già a fine Cinquecento era stato messo a punto un sistema che consentiva un notevole risparmio di combustibile , così come l’utilizzo della stessa fonte di calore per cotture differenziate e per riscaldare conserve d’acqua utili ad altri scopi. Sembra che questo sistema sia stato messo a punto in seguito a una sorta di embargo del legname, dando vita alla cucina moderna ante litteram.
a cura di Mila Fiorentini