La valorizzazione della terra come elemento di espressione dell’uomo: questo il principio fondante di Pieve di Campoli, azienda vinicola nel cuore del Chianti Classico, di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero dell’Arcidiocesi di Firenze (IDSC), diretto da Enrico Viviano, a San Donato in Poggio, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, in Val di Pesa in provincia di Firenze. Il nome Campòli deriva da Campus olii e racconta il genius loci legato all’olio e alla sua cultura ancor prima di quella della vite.
Nei secoli, la Chiesa è stata protagonista dello sviluppo della produzione enologica, che nel rispetto della natura e dei suoi ritmi e nel lavoro dell’uomo trova la sua consacrazione, esperienze della base della vita religiosa e, più in generale, di un approccio cristiano all’esistenza umana; valori sempre più attuali e pregnanti nella produzione vinicola di eccellenza, dove il produttore è prima di tutto custode attento e premuroso del territorio che lo ospita. È ai monaci che il Medioevo deve la conservazione delle tradizioni agricole e alimentari che le invasioni barbariche non hanno così potuto annullare. Spinta da queste premesse, nel 1985, a seguito della creazione dell’ente Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, nato con l’obiettivo di amministrare i benefici ecclesiastici, ha origine l’azienda agricola Pieve di Campoli; 50 ettari vitati tra le zone di produzione del Chianti e del Chianti Classico e altri 100 che oggi con 18mila piante di olivo, rendono Pieve di Campoli una delle realtà olivicole più grandi dell’area fiorentina. L’impronta è quella della sostenibilità a trecento sessanta gradi, lontano dal modello aziendale focalizzato sull’utile, per abbracciare l’idea di un’attività produttiva profondamente legata alla storia del territorio e alla sua vocazione, a cominciare dalla valorizzazione dei manufatti del vecchio borgo a partire da una chiesa, realizzata intorno al 1650, oggetto di restauro, in questa fase del recupero delle volte affrescate nella prima metà del Novecento, sconsacrata che sarà destinata a sala per la comunità.
A Cortine, prima ancora della nascita dell’azienda, Don Agostino Giotti, complice anche una personalità spiccata, produceva un vino che ben presto fece parlare di sé, quando tra le campagne si sparse la voce di un prete che realizzava un vino “leggendario”. E’ qui che nascono vini da vigne di oltre mezzo secolo, veri e propri cru dell’azienda come la Gran Selezione Cortine dell’UGA San Donato, rappresentante dell’azienda nel neonato progetto delle Unità Geografiche Aggiuntive del Chianti Classico dedicato proprio alle Gran Selezioni del Gallo Nero. Oggi la produzione è affidata all’esperienza e alla competenza dell’enologo Andrea Paoletti con i suoi 15 anni come direttore agrario da Antinori e i suoi 20 di consulenza presso la cantina Ornellaia; con consulenze vari paesi nel mondo come Turchia, Montenegro, USA, Georgia ed Ungheria per svolgere il suo lavoro. “Chi produce qualità oggi nel mondo del vino è sempre più proiettato verso una filosofia green”, afferma l’enologo, “con l’obiettivo di far esprimere nel modo più naturale possibile gli straordinari terroir in cui nascono”; da qui la concentrazione sui vitigni autoctoni.
Un’altra espressione della cultura legata al mondo cristiano è sottolineata da Don Giuliano Landini, presidente IDSC Firenze, che ha evidenziato come l’azienda sia attenta in tutte le fasi, sia di coltivazione sia di produzione, a mantenere presenti quei valori alla base del proprio lavoro, primo fra tutti il rispetto consapevole per la terra, per non perdere “la tenerezza con il Creato”. Per il suo retaggio storico Pieve di Campoli è tesa a favorire processi virtuosi e sostenibili come esplicitati nell’enciclica Laudato sì e in questo ambito di particolare importanza anche la collaborazione con le aziende agricole degli altri Istituti diocesani d’Italia e con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che sperimenta in loco forme di analisi e processi migliorativi.
In particolare il territorio del Chianti è noto per la sua vocazione da secoli alla produzione del vino di eccellenza in special modo per quanto concerne il Sangiovese, vitigno ostico in gran parte del mondo, che qui trova la sua naturale consacrazione e le diverse esposizioni, altitudini e i differenti microclimi, e suoli regalano sfumature sempre diverse al carattere unico del vitigno principe di questa zona.
Dalle vigne alla città, Pieve di Campoli apre il primo negozio a Firenze in Piazza del Duomo. “A dì 7 d’aghosto lire 3 soldi 9 denari 4 per uno barile di vino vermiglio e uno fiascho di trebiano e pane e poponi per una cholezione si fe’ la mattina che si chominciò a murare la chupola”. Questo veniva riportato nel libro del Provveditore per registrare le spese per il rinfresco di inaugurazione dei lavori per la costruzione della Cupola a cura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, allora Arte della Lana, l’istituzione preposta ai lavori iniziati il 7 agosto del 1420. Era un mercoledì. Anche facendo memoria di questo avvenimento Pieve di Campoli, l’azienda azienda agricola dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Firenze (IDSC), ha deciso di aprire il suo negozio proprio nella Piazza del Duomo 53r, per mantenere vivo e saldo il legame che da sempre unisce la storia della Chiesa Fiorentina al mondo artistico ma anche a quello della produzione agricola. Nello spazio inaugurato a febbraio scorso da Pieve di Campoli, The Cathedral Wine Shop, la cui progettazione e la direzione lavori è stata affidata all’architetto Elisa Segoni, dove non è prevista la somministrazione ma solo la vendita dei prodotti, vuol essere un nuovo punto di ritrovo di diffusione della cultura della tradizione della campagna toscana.
La stessa filosofia è sottesa alla produzione del Vinsanto Cortine, il re indiscusso dell’azienda, utilizzato nelle celebrazioni liturgiche più importanti di Santa Maria del Fiore, seguendo la tradizione del “vino dolce” per la messa sia per facilitare il palato dell’officiante sia perché soprattutto in passato era più facile da conservare; e forse anche perché originariamente il vino aveva un elevato residuo zuccherino che si è conservato nella simbologia della Chiesa.
I vini dell’azienda nascono su pendii collinari o declivi terrazzati con esposizioni varie ma tutte caratterizzate da condizioni che garantiscono le migliori rese in termine qualitativo. I più vocati sono stati scelti per diventare veri e propri Cru. Se il Sangiovese Toscano è il vitigno predominante, trovano spazio nei terreni dell’azienda altri vitigni autoctoni come Malvasia Bianca e Trebbiano per le uve bianche, Canaiolo, Colorino e Pugnitello per le nere a cui si aggiungono piccole quantità di internazionali come Merlot e Petit Verdot. Le etichette dell’azienda nascono in diversi terroir siti nei comuni di San Casciano e Barberino-Tavarnelle Val di Pesa le cui altitudini, esposizioni e microclimi danno vita a una gamma variegata di vini di grande carattere ed eleganza, pensati per esprimere fedelmente il territorio in cui nascono, grazie anche ad alcuni impianti storici di oltre mezzo secolo di vita. Nello specifico i prodotti si dividono in due linee, rispettivamente, Pieve di Campoli (San Casciano), sotto cui nascono il Chianti, il Chianti Classico Annata e Riserva, il Rosato e il Vin Santo e Cortine (San Donato), località dove è situata la cantina di vinificazione e la bottaia, da cui nascono i tre omonimi Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione e Il Canaiolo e il Vinsanto del Chianti Classico, quest’ultimo usato per le celebrazioni della Cattedrale di Firenze. L’attività dell’Istituto si inserisce nel solco della tradizione di preti contadini che per tanti anni sono stati punto di riferimento per la coltivazione viticola del Chianti Classico.
a cura di Mila Fiorentini