![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/02/Testa-1913-©-by-SIAE-2021-e1644911944578.jpg)
Centodieci opere esposte che ricostruiscono l’intera carriera di Mario Sironi, un artista poliedrico, e di tutti i suoi passaggi attraverso movimenti e stagioni, dal simbolismo dei primi anni al futurismo alla metafisica, dal momento classico alla pittura monumentale negli anni Trenta fino al secondo dopoguerra e alle ultime opere.
La Mostra offre una approfondita retrospettiva dell’artista “Sintesi e grandiosità”, a cura di Elena Pontiggia e Anna Maria Montaldo, direttrice del Museo del Novecento in collaborazione con Andrea e Romana Sironi (Associazione Mario Sironi Milano e Archivio Mario Sironi Roma).
Nato a Sassari nel 1885 si trasferisce subito a Roma con la famiglia dove resta fino al 1919 e dove frequenta la Scuola Libera del Nudo e stringe
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/02/Nudo-e-albero-1931-ca.-©-by-SIAE-2021-e1644912052232.jpg)
amicizia con Boccioni, Severini e Balla dal quale apprende la tecnica divisionista. Non avrà mai vita facile colpito come è da ricorrenti crisi nervose e depressive e dalla drammatica perdita della figlia Rossana che si suicida. Tutto questo lascia un segno indelebile nella sua opera.
Nel 1919 si trasferisce a Milano dove passerà il resto della sua vita.
Pittore, scultore, architetto, scenografo è anche annoverato tra i fondatori del gruppo Novecento nel 1922 a Milano, movimento artistico animato da Margherita Sarfatti che fu tra i primi critici a segnalarlo ed ebbe per lui molta stima e considerazione. Il gruppo Novecento – oltre a Sironi ne fanno parte Oppi, Funi, Bucci, Marussig, Malerba, Dudreville – disciolto e poi rifondato, partecipa a molte mostre in Europa e a una Biennale di Venezia ed è
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/02/Natura-morta-1924-©-by-SIAE-2021-e1644912137706.jpg)
intriso dei principi di un “ritorno all’ordine” ovvero dei valori del passato, il classicismo greco e romano reinterpretato nelle forme e nei volumi, una chiave nuova e diversa che si impone con il cambiamento culturale alla fine della Grande Guerra. Sironi partecipa pienamente alle attività del movimento, ne disegna i manifesti e ne difende le ragioni. Tutto questo gli causerà critiche e polemiche.
Tra futurismo e metafisica, firma il Manifesto di Marinetti pieno di temi antiborghesi che si evidenziano in “Borghese” e “Cocotte” del 1919, ma ben presto la pittura metafisica attraverso la rivista Valori Plastici lo influenza profondamente e gli stili, dalle ballerine ai manichini, finiscono per mescolarsi.
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/02/Pandora-1921-22-©-by-SIAE-2021-e1644912237434.jpg)
L’incontro con Milano lascia un segno e Sironi si concentra sul paesaggio urbano e industriale, ma sono periferie imponenti e vuote, disegno solido e colore tenebroso, in cui si mescolano dramma, pessimismo e grandiosità. Città tristi senza fiori né verde e appaiono come cattedrali laiche, architetture visionarie che sprigionano una intensità fisica: “Sintesi di paesaggio urbano” “La cattedrale”. Dalle opere si sprigionano una drammaticità e un potente desiderio di costruire che però resta sempre frammentato.
Margherita Sarfatti commenta: “Dallo squallore della città odierna ha saputo trarre una bellezza e una grandiosità nuove”.
Sempre in questi anni dipinge figure il cui segno prevalente è nella solidità dei volumi “Il nudo” e “Donna con vaso” 1923 e 1924.
La stagione espressionista è di breve durata, forse due anni 1929/1930 durante i quali prendono vita opere cariche di tensione come “il pescatore”. Il commento dell’artista è
“certi terremoti sono la vita dell’arte e dell’emozione. Se si fa ordine si esce dalla magia e ci si ritrova in un mondo banale”.
1943, l’Italia è in guerra e Sironi riprende a dipingere paesaggi urbani e manichini tra cumuli di macerie e città deserte. “Tutto si è rotto in questi mesi, tutto. Non sono rimaste che macerie e paura” e le sue opere esprimono tragedia, delusione, solitudine e disperazione. 1945 ecco un doloroso “Lazzaro”, ma è un Lazzaro che non risorge. Sono anni drammatici per Sironi che vede la fine e il crollo delle sue idee politiche mentre la sua vita privata viene scossa dalla immensa tragedia del suicidio della figlia Rossana nel 1949.
L’ultimo decennio lo vive in estrema solitudine. Le sue opere riprendono in piccolo la composizione a zone accostate tipica dell’affresco e sembrano cercare uno spazio maggiore di espressione. Le ultime opere nel 1961, anno della morte, si ispirano alla Apocalisse nel suo aspetto più fisico e terreno: un grande terremoto che costringe gli uomini a trovare riparo nelle grotte.
Il legame di Sironi con la pittura murale nasce già negli anni Trenta; monumentali capolavori come la “Vittoria alata”, il “Condottiero a cavallo” e lo studio preparatorio della “Giustizia Corporativa” sono tutti creati negli anni tra il 1935 e il 1938 e l’artista commenta, appunto, “che il quadro è una misura insufficiente perché l’opera d’arte vive nei templi e nei palazzi”. Alle sue opere murali, affreschi e mosaici viene dedicato ampio spazio nel percorso espositivo della mostra.
Senza dimenticare che fuori della mostra c’è la Milano di Sironi tutta da scoprire.
Molte sue opere sono ospitate nella Casa Museo Boschi Di Stefano dove una stanza è interamente dedicata all’artista.
Sul portale del Palazzo della Informazione si erge un bassorilievo di Sironi autore anche di un mosaico all’interno del palazzo intitolato “Italia Corporativa”.
Nella Chiesa dell’Annunciata dell’Ospedale di Niguarda c’è una toccante “Annunciazione” permeata di una atmosfera magica di grande fascinazione, non a caso considerata la più bella ed importante vetrata sacra del secolo scorso in Italia.
Nell’Aula della Prima Sezione della Corte d’Assise di Milano, in una collocazione laica e di uguale fascino, c’è il mosaico intitolato “Giustizia armata con la Legge” creato da Sironi nel 1936.
In questo suo abbellire Milano, la sua città, con opere eccezionali e immortali, Sironi, che aveva sempre desiderato ampliare spazi e orizzonti creativi perché non amava i confini e nemmeno le cornici, aveva forse trovato una sua pace interiore.
La Mostra Sintesi e Grandiosità, Milano Museo del Novecento fino al 27 Marzo 2022
a cura di Daniela di Monaco