![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2024/05/49.-Nadia-Antonello-e-Paolo-Ghezzi-gli-artisti-1-225x300.jpeg)
Al mudaC-museo delle arti Carrara è di scena, sino al prossimo 2 giugno, Antonello Ghezzi, nome d’arte del duo Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, con l’installazione Trovarsi tra le stelle, a cura di Cinzia Compalati, direttore del mudaC, che ha già realizzato l’Albero cosmico in Piazza Duomo.
Promosso dal Comune di Carrara, il progetto vede i due artisti che dal 2009 lavorano insieme, tornare per la terza volta a lavorare in una città creativa Unesco, dopo Braga in Portogallo e Hamamatsu in Giappone.
Considerati potenti testimoni della creatività quale mezzo di rigenerazione urbana e della comunità. Trovarsi tra le stelle è infatti un’installazione inedita, site e contest specific per il mudaC e per Carrara, nata da una riflessione sulla contemporaneità e, in particolare, sulla distanza sempre più profonda tra la realtà delle piattaforme virtuali e social e quella delle piazze in cui incontrarsi, stringersi la mano e abbracciarsi: siamo sempre più iperconnessi ma di fatto scollegati dalla nostra interiorità e dal senso profondo della vita. L’intervento fa parte di un percorso più ampio degli artisti focalizzato sulla leggerezza e sulla magia, capace di abbracciare l’infinitezza dell’universo e l’intimità delle relazioni umane.
“Siamo un tutt’uno con l’Universo”; dichiarano Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, “non siamo qui per comprare cose e incamerare inconsapevolmente contenuti, ma per impegnarci ad essere migliori, per noi e per la comunità, perché tutto ha a che fare con noi, anche le questioni più lontane”.
Clicca qui sopra per vedere il video della mostra
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2024/05/49.-Linstallazione-di-Antonello-Ghezzi-Trovarsi-tra-le-stelle-mudaC-Carrara-2024.-Ph.-Giuseppe-DAleo-2-e1716794307525-300x200.jpg)
Deconnettersi nel senso ormai abituale e ricollegarsi alla natura, all’io profondo agli altri trova a Carrara proprio per il suo genius loci un luogo ideale, dove la materia non è materialità quanto fonte di ispirazione naturale.
La ricerca concettuale del duo bolognese esprime quell’esigenza di riflessione, di stimolo alla domanda o alla testimonianza se non denuncia propria dell’arte contemporanea, coe ha sottolineato lo stesso Assessore alla Cultura del Comune, Gea Dazzi.
Già con l’Albero cosmico, a Natale scorso, il Comune, come ha sottolineato Cinzia Compalati, ha stimolato un discorso artistico al di fuori dei binari tracciati invitando gli artisti a lavorare con gli scarti del marmo. L’installazione Trovarsi tra le stelle nello spazio dedicato alle mostre temporanee del mudaC, consentirà ai visitatori, spogliati del proprio telefono cellulare, primo ostacolo per vedere l’altro, di ritrovarsi in uno spazio lunare, costellato da dune di marmo, che ricorda da un lato le cave di Carrara, dall’altro un pianeta lontano dalla Terra dal quale è possibile vedersi alla giusta distanza. Un binocolo mostra da lontano due persone che sembrano guardarsi l’un l’altra. Tra di loro, una strana struttura composta da due periscopi collegati: uno sale dal basso, dalle profondità della terra; l’altro scende dall’alto, dall’infinitezza dell’universo. In un inedito gioco di sguardi e punti di vista, realizzato grazie ad alcune immagini concesse dall’Osservatorio Europeo Australe e dalla NASA, si possono vedere la Terra ritratta da molto lontano e le stelle della Via Lattea, con l’idea di indurre emozioni. Alzandolo sguardo dal periscopio ci si riconosce, infine, negli occhi di un’altra persona. L’arte diventa così una sorta di reagente, uno strumento di formazione e un gioco.
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2024/05/49.-Veduta-dellinstallazione-di-Antonello-Ghezzi-Trovarsi-tra-le-stelle-Mudac-Carrara-2024.-Ph.-Giuseppe-DAleo--e1716794042992-300x200.jpg)
Chi è il duo Antonello Ghezzi
Nadia Antonello, nata a Cittadella nel 1985, e Paolo Ghezzi, nato a Bologna nel 1980, si formano all’Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 2009 fondano il duo Antonello Ghezzi. La loro ricerca si focalizza sulla leggerezza e la magia. I progetti che li hanno visti esporre in tante parti del mondo, con il supporto di numerose istituzioni, tentano di rendere tangibili le favole. Una porta che si apre solo se sorridi, bolle di sapone che abbattono i muri, una macchina per esprimere desideri con le stelle cadenti, piccole sculture tra amanti, cieli stellati del futuro. Scale, nuvole e semafori blu che, grazie a Gianni Rodari, ci danno il via libera per volare. Come fossero sandali alati oppure specchi che, come lo scudo di Atena, aiutano Perseo ad affrontare Medusa. Le loro installazioni fanno parte di numerose collezioni private e sono state presentate, unitamente alle performance, in contesti italiani e internazionali, tra i quali: Museo Plaza Cielo Tierra di Córdoba (Argentina), Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Ambasciata Italiana ad Atene, White Space Black Box a Neuchâtel, Kunsthall di Bergen, Beit Beirut, Wayfarers di Brooklyn a New York, Parlamento Europeo di Bruxelles, Gnration di Braga in Portogallo, Museo per la Memoria di Ustica di Bologna, Miasto Ogródow di Katowice, Palazzina dei Bagni Misteriosi di Milano, Artbab Manama in Bahrain, Sound Design Festival di Hamamatsu in Giappone, Istituto Italiano di Cultura di Atene, Art Foundation di Atene, Museo Davia Bargellini di Bologna, Usina del Arte a Buenos Aires, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo di Villa Croce di Genova, Moscow Biennale, Pitti Uomo di Firenze, Sarajevo Winter Festival, Blik Opener di Delft, Arsenale di Verona e CIFF di Copenhagen. Nel 2022 vincono il Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea facendo acquisire come opera permanente la loro bandiera della Via Lattea alla Fondazione Rocca dei Bentivoglio. Nel 2023 il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia dedica loro la mostra Terra Cielo Iperuranio, prima antologica del duo, a cura di Eleonora Acerbi, da cui nasce l’omonima monografia edita da Metilene con testi critici di Cinzia Compalati e Cesare Biasini Selvaggi.
I.G.