Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n. 18 del 24 febbraio 2024
di Giuliano Castagneto
E’ previsto a breve il lancio della prima campagna di equity crowdfunding globale. Lo ha anticipato a BeBeez International in questa intervista Randal MacDonald, capo dell’ufficio di Dublino e amministratore delegato per l’Europa di Seedrs, una delle piattaforme di equity crowdfunding più grandi al mondo.
Seedrs solo nel 2023 ha raccolto 363 milioni di sterline (poco meno di 417 milioni di euro, si veda qui l’Annual Report), ovvero 13 volte la cifra raccolta dal più grande player italiano Mamacrowd (si vedano qui i dati di CrowdfundingBuzz). La piattaforma ha raccolto fondi per 304 aziende, sottoscritti da quasi 34 mila investitori. Non solo nel Regno Unito, ovviamente, ma in tutta Europa, compresa l’Italia dove ha raccolto circa 3,1 milioni di euro per 10 aziende. L’acquisizione da parte del gruppo statunitense Republic, annunciata a fine 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) e completata nel settembre 2022, da un lato, e l’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE sul crowdfunding, dall’altro (si veda qui l’inchiesta di copertina di BeBeez Magazine n. 17 del 27 gennaio 2024), aprono nuovi orizzonti alla piattaforma britannica, in particolare in termini di potere di collocamento e portata degli investitori, che conta fino a 3 milioni di persone in 150 paesi se si considera l’intero gruppo Republic.
Seedrs ha recentemente stabilito una presenza diretta in Irlanda e lo scorso ottobre ha ottenuto l’autorizzazione dalla banca centrale irlandese a operare nell’UE (si veda articolo di CrowdfundingBuzz). Da allora, Seedrs ha finanziato 28 aziende europee di 12 paesi europei al di fuori del Regno Unito, raccogliendo 35 milioni di sterline. Tuttavia, il più difficile mercato dell’equity crowdfunding nel 2023, così come del venture capital, non ha evitato di pesare anche sull’attività di Seedrs, come dimostrano i volumi di affari, e ciò ha contribuito alla decisione della piattaforma britannica di chiudere le operazioni in Svezia e Spagna e gestire le operazioni direttamente da Londra. MacDonald ha spiegato a BeBeez International quali sono le linee guida strategiche di Seedr per il nuovo mercato europeo del crowdfunding.
Domanda. Il nuovo regolamento UE, in vigore dallo scorso novembre, ha aperto il mercato europeo del crowdfunding. Republic/Seedrs vuole farne parte, per questo ha aperto una presenza a Dublino. Quali sono secondo lei i fattori chiave di successo in quello che oggi è un mercato di dimensioni continentali?
Risposta. Per noi la realizzazione di un mercato europeo completamente aperto alle imprese è un passo avanti fondamentale perché le campagne di raccolta fondi non devono più essere adattate alle normative vigenti in ogni singolo Paese. Di conseguenza, piattaforme come la nostra sono in grado di supportare in modo più efficiente ed efficace le imprese e gli investitori europei. Da un punto di vista operativo siamo in un’ottima posizione: possiamo sfruttare la nostra dimensione e la nostra esperienza (con 300 persone e un decennio di attività) per servire un gran numero di aziende senza compromettere la qualità. La sfida principale, ovviamente, sarà quella di offrire opportunità di investimento che ben si adattino e rispettino le caratteristiche della cultura imprenditoriale di ciascun Paese.
Domanda. In un mercato più ampio, cosa può offrire Seedrs agli imprenditori a caccia di fondi che le piattaforme locali non offrono?
Risposta. Fondamentalmente, siamo diventati l’unico fornitore globale: Republic (la società madre di Seedrs) è ora l’unica piattaforma in cui un’azienda può raccogliere contemporaneamente negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’UE e prevediamo la nostra prima campagna globale in questi primi mesi del 2024. Oltre a questo, la nostra offerta di prodotti è ciò che ci differenzia come azienda e, col tempo, questa sarà una parte importante anche della nostra strategia europea. Infine, la scala: siamo la piattaforma di investimento privato più attiva in Europa e la nostra capacità operativa non ha rivali.
D. Avete stabilito una massa critica, in termini di fondi raccolti, da raggiungere per essere competitivi sul mercato europeo? Quanto Seedrs intende raccogliere sul mercato dell’UE nel 2024?
R. In termini di volume e valore, il nostro obiettivo per il 2024 è superare i numeri del 2023, ovvero 363 milioni di sterline distribuiti su 266 campagne con 77.000 investimenti individuali. Di queste campagne, 88 hanno superato il milione di sterline.
D. Per raggiungere questi obiettivi, vi concentrerete su un gruppo specifico di Paesi?
R. Non in particolare. La Banca Centrale d’Irlanda ci consente di generare entrate in tutta l’area UE. Anche se ci sarà un focus naturale sui mercati con un forte adattamento del prodotto in cui abbiamo svolto attività significative in passato (come i Paesi Bassi), ciò a cui daremo priorità è comprendere le differenze culturali ed economiche tra una giurisdizione e un’altra, e le leve che funzionano bene in un Paese ma non necessariamente in un altro.
D. Per raggiungere i suoi obiettivi, Seedrs prevede di effettuare acquisizioni nell’area UE nel breve termine?
R. Non lo escludiamo, ma le acquisizioni sono uno strumento strategico per espandere la presenza geografica o per introdurre nuove tecnologie. In altre parole, le acquisizioni devono aggiungere valore ai nostri azionisti e stakeholder, compresi investitori e fondatori.
D. Avete trattative in corso al momento?
R. Se dovesse presentarsi un’opportunità adeguata e commercialmente sensata, la valuteremo in base ai suoi meriti e se ha senso con la nostra strategia complessiva.
D. La specialità di Seedrs è l’equity crowdfunding, un segmento che non ha dato grandi risultati nel 2023, principalmente a causa degli alti tassi di interesse. Ciò si riflette anche nel numero di Seedrs per il 2023 rispetto agli anni precedenti. Avete intenzione di entrare in un altro segmento del mercato del crowdfunding?
R. Non al momento né nel prossimo futuro. Nel breve e medio termine ci atterremo all’equity crowdfunding. Abbiamo appena ottenuto la licenza europea, quindi vogliamo rafforzare il business in cui siamo già bravi. In futuro, non posso escludere che Seedrs cerchi di integrare la sua offerta con qualcos’altro.
D. Parlando di copertura, perché Seedrs ha deciso di ritirarsi da Svezia e Spagna dopo aver affermato che questi due paesi sono entrambi fondamentali per la sua strategia? È stata un’inversione di rotta strategica?
R. Non si è trattato di un’inversione di rotta, ma piuttosto di una razionalizzazione delle strutture e dei flussi operativi su questi due mercati. Anche se purtroppo abbiamo perso colleghi sul campo, non lasceremo la Spagna e la Svezia e resteremo attivi in tutti i mercati europei e stiamo cercando attivamente di supportare le imprese in tutti i paesi dell’UE secondo la nostra licenza. Infatti, abbiamo appena concluso una campagna per un’azienda spagnola di gestione dei rifiuti.
D. Qual è la percezione di Seedrs del potenziale del mercato italiano? Quali sono i piani di Seedrs per il Paese?
R. Sono fiducioso sulle prospettive del crowdfunding in Italia. Basti pensare che le startup e le scaleup italiane tra il 2016 e il 2021 hanno raccolto circa 5,1 miliardi di euro e nel 2023 hanno raccolto circa 1,3 miliardi di euro, dimostrando resilienza a un contesto macro sfavorevole. Questi dati dimostrano che in Italia esiste un vivace ambiente di aziende innovative in cerca di fondi.
D. Tuttavia, in Italia il lending crowdfunding ha avuto performance decisamente migliori rispetto all’equity nel 2023, a causa dell’elevato livello dei tassi di interesse, che dovrebbero rimanere ai livelli attuali almeno per i prossimi mesi.
R. Personalmente penso che, a parte la stabilizzazione delle pressioni inflazionistiche in tutta Europa, che a sua volta porterà a una graduale riduzione dei tassi di interesse forse verso la seconda metà dell’anno, ci sia ancora un’enorme quantità di capitale necessaria alle startup tecnologiche, che si tratti di software, blockchain o altri campi, e l’Italia non fa eccezione. Negli ultimi anni il crowdfunding è diventato una parte pienamente accettata del ciclo di vita della raccolta fondi e molti fondatori cercano di vedere come inserirlo come parte del loro processo. Quindi, cresceremo, se saremo in grado di offrire efficacemente il nostro servizio in più giurisdizioni, ad es. Europa, Regno Unito e anche Stati Uniti come parte del Republic Group.
D. Avete intenzione di stabilire una presenza diretta in Italia?
R. No, non ci sono programmi in tal senso nell’immediato ma, come ho detto, la nostra licenza ci dà la possibilità di operare in tutti i mercati europei, inclusa l’Italia e speriamo di raccogliere capitali per alcune ottime aziende italiane quest’anno.
D. Seedrs potrebbe aiutare un imprenditore, per esempio italiano, a raccogliere capitali in più aree del mondo contemporaneamente, ad esempio con una campagna sia in Europa sia negli Stati Uniti?
R. Assolutamente sì, sebbene occorra stare attenti alle normative. Se facciamo una campagna in Europa e nel Regno Unito, è necessario che rispetti determinate regole, ma negli Stati Uniti è diverso, quindi sostanzialmente dobbiamo impostare un’altra campagna, il che significa che dobbiamo gestire in modo efficace due campagne contemporaneamente. Ma alla fine, questo è il nostro obiettivo.
D. Alcune grandi banche francesi hanno già acquisito partecipazioni nelle piattaforme di crowdfunding francesi. Lei ha trascorso diversi anni presso JP Morgan. In quanto ex banchiere, ritiene che questa tendenza sia destinata a continuare? E’motivo di preoccupazione?
R. Non lo trovo sorprendente perché le società fintech come le piattaforme di crowdfunding sono cresciute in modo significativo negli ultimi 5 anni e stanno affrontando le cose in modo diverso. Allo stesso tempo le banche hanno sviluppato le proprie piattaforme che affrontano un aspetto diverso del panorama dei servizi finanziari, nel senso che gestiscono le operazioni finanziarie in modo basato su criteri diversi e derivanti da circostanze diverse. Il crowdfunding è nuovo e complesso e sta diventando sempre più una parte del mainstream, quindi è perfettamente logico che le banche siano sempre più interessate alle società fintech, comprese quelle di crowdfunding.
D. Quindi non vede le banche come potenziali concorrenti?
R. Li consideriamo complementari. Le banche, come HSBC Innovation Banking, offrono ai nostri clienti un’ampia gamma di servizi bancari, il che è ottimo per loro e li supporta mentre, si spera, maturano in marchi globali. Ciò che è importante per noi è la nostra capacità di fornire in modo efficiente il nostro prodotto per supportarli nel loro viaggio. E abbiamo sufficiente esperienza e competenza operativa per farlo.