![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2021/04/LESORDIENTE-INNAMORATO-Copertina-flessibile-–-18-febbraio-2021.jpg)
14.25 €
Autore: Mario Ajazzi Mancini
Casa editrice: Castelvecchi
Anno di pubblicazione: 2021
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
Un lungo racconto o un romanzo breve, solo formalmente; difficile dare un’etichetta a questo testo, a metà tra un diario di memorie sotto forma di dialogo, che assomiglia quasi ad uno scambio epistolare – come se la conversazione fosse distillata, a distanza – e una sorta di romanzo filosofico. E’ una storia, la storia di una vita eppure non ha una vera e propria trama; non c’è il senso dello scorrere degli eventi, seppure sia affollata di personaggi, nomi di donne, una sorta di catalogo di Don Giovanni. Colpisce lo stile, disinvolto, irriverente a tratti, eppure molto raffinato, denso di rimandi presentati con nonchalance, come l’allusione alla dottrina aristotelica dell’atto e della potenza. La musica è certamente uno dei personaggi anche perché incarna la professione di Maria, la moglie, ma soprattutto perché i tanti riferimenti si trasferiscono nello stile di una scrittura stesa come un flusso di note che rende il linguaggio a tratti poetico, a tratti in prosa, oltre i numerosi inserimenti che non chiamerei citazioni. Insomma una sperimentazione letteraria che si accorda con la storia narrata, anzi con la personalità del protagonista. C’è qualcosa di non finito, di non-concluso, di esordiente appunto come Thomas Argenti. Scrittore anziano, fiorentino, e senza opera: ha pubblicato un solo romanzo, ma i suoi cassetti, come quelli di un esordiente, sono colmi di racconti. Trascorre le serate dialogando con un giovane studioso, Giorgio – per il quale sembra nutrire anche una reale stima e non solo per l’ammirazione che quest’ultimo nutre nei suoi riguardi - sul senso della scrittura, sul segreto della lingua, sulla poesia; cercando di tracciare una “mappa del tesoro” di quello che ha vissuto e immaginato, alla ricerca di un senso che sente intimo e immediato, eppure sempre sfuggente. E’ un viaggio nella sua città, Firenze (dalla quale è adottato: nato all’Amiata), minuto, di quartiere, di quotidianità, senza dimenticare di alzare lo sguardo e di scivolare nella storia e attraverso i ricordi di una vita rivela. C’è una certa confusione, un senso sfuggente, una cronologia fallace quanto la memoria dello scrittore: i tempi e i luoghi sfumano. Il filo conduttore è il femminile, perché “Thomas, ne era certo, aveva sempre amato le donne. Fino a tarda età.” Solo che da tempo non le possedeva più ed era per questo che tradiva. Ma in fondo aveva sempre tradito. Più che la passione e l’irrequietezza si percepisce l’incompiutezza, senza essere aspirazione all’assoluto, che porta il protagonista ad essere sempre altrove, forse senza neppure cercare la perfezione come una chimera, nel segno più nobile del Dion Giovanni: neppure quando la incontra, di fronte ad una donna che sacrifica tutto per lui e la musica non è solo un mestiere ma una vocazione, si ferma. Il racconto assume i toni di una terapia senza ricerca di soluzione e l’autore è sapiente nel mantenere lo sguardo del non-giudizio, come l’amico sembra più consolatore che stimolatore di una ricerca. Si percepisce tutta l’instabilità e quell’essere fluido dei sentimenti e della vita contemporanea, quel non arrivare alla metà in questo caso rinunciando anche alla domanda. Eppure c’è al fondo una nobiltà di comportamento, fatta più di stile che di scelta. Labilità, affollarsi di personaggi senza un senso vero di ricchezza, di vissuto intenso anche rispetto alla passione amorosa. C’è un lasciar andare, uno lasciarsi scorrere nel flusso della vita. Nelle prima pagine c’è la sintesi densa di una vicenda che sembra meno complessa di quella che realmente è. “Si dice che ogni scrittore desideri essere trattato come un personaggio da romanzo. Il mio è quello della totale incompetenza nelle vicende dell’amore. Gli dèi mi hanno concesso questa grazia. E per questo sono perennemente innamorato. Esordiente, di sicuro, ma innamorato”. Eppure alla fine tante domande restano aperte ed è forse questo il senso del viaggio nel libro. La storia è quella di Thomas o quella di uno dei suoi personaggi, una storia mai scritta?
Chi è Mario Ajazzi Mancini
Psicanalista a Firenze, svolge attività clinica e didattica presso la Società di Psicoterapia Comparata. Si occupa di psicanalisi e poesia con riguardo all’opera di Freud e alla lirica tedesca. Ha curato l’antologia Allegorie della critica. Strategie della decostruzione nella critica americana (1987), Il verbario dell’uomo dei lupi di Nicolas Abraham e Mária Török (1991), l’edizione bilingue dei casi clinici di Freud, il Piccolo Hans e l’Uomo dei lupi (2010, seconda ed.), I Sonetti a Orfeo di Rainer Maria Rilke (2005, seconda ed.), e Josefine la cantante, ovvero il popolo dei topi di Franz Kafka (2013). È autore dei volumi Tra Jung e Freud. Psicoanalisi letteratura e fantasia (1991), A nord del futuro. Scritture intorno a Paul Celan (2009). È socio fondatore di Kantoratelier – arte psiche musica teatro.
Ilaria Guidantoni