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12.35 €
Autore: Franca De Angelis
Casa editrice: Audino
Anno di pubblicazione: 2022
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
«Guarda, ero partito prevenuto. Un monologo. Pensavo che avrei passato il tempo a guardare l’ora. E invece...». Non è raro per l’autore di un monologo sentirsi rivolgere frasi come questa dopo lo spettacolo. Se, naturalmente, la scommessa è riuscita. In effetti, tenere incollato lo spettatore, per un’ora o più, a un solo volto, a una sola voce, a un solo punto di vista è una scommessa.
Lungi dal pretendere di fornire ricette, Scrivere il monologo è una riflessione – sulla base delle esperienze personali e dell’analisi dei più longevi monologhi della storia del teatro e del cinema – su cosa sia utile considerare prima e durante la scrittura di un monologo in cui un personaggio racconta e vive una storia per la durata di uno spettacolo completo.
A dispetto di quanto si potrebbe credere, un monologo non è un comizio, una poesia, né l’abbandono a una voce interiore senza freni. È un atto dove un protagonista – e non un attore/narratore – nel raccontare agisce qualche cosa, nel qui e ora della rappresentazione. Questo libro intende offrire gli strumenti affinché questo personaggio, con la sua voce unica, avvinca lo spettatore, si incolli al suo cuore e diventi indelebile nella sua memoria.
Abbiamo raggiunto Franca De Angelis per sapere qualcosa di più
Come nasce l'idea di questo libro?
“L’idea è stata dell’editore, Dino Audino, che avvertiva una carenza di testi sull’argomento; carenza che in effetti ho verificato nel momento in cui, prima di scrivere, sono andata a cercare saggi o riflessioni già esistenti. Ho accettato con grande piacere la proposta di Dino perché amo la forma del monologo sia come autrice, ne ho scritti diversi, sia come spettatrice. Trovo che l’intimità che si crea tra personaggio/interprete e spettatore costituisca, quando lo spettacolo è riuscito, un’esperienza particolare e preziosa.”
Vuol essere in qualche modo un manuale, solo una guida o un'indicazione e una riflessione sul monologo?
“Direi che aspira a essere un manuale senza regole stringenti. Quindi sì, guida è una definizione forse più corretta.”
A chi si rivolge questo tipo di testo?
“Innanzitutto agli aspiranti scrittori e drammaturghi e agli studenti di scrittura creativa, nonché a quei numerosi attori e registi che hanno magari un’idea che sta loro a cuore, per un monologo, ma non hanno la base tecnica necessaria per stendere un testo. Spero però che possa avere una qualche utilità anche per quegli attori e registi che non vogliano scrivere, perché parlando della costruzione della drammaturgia si parla anche inevitabilmente di cosa la messa in scena, e dunque l’interprete, deve tenere in considerazione nel momento in cui approccia un monologo già scritto. Infine, per tutti i curiosi di teatro ma anche semplicemente di scrittura. Seppure con le dovute differenze, un monologo è una narrazione in prima persona.”
A tuo parere qual è il ruolo del monologo nel teatro in questo momento?
“Per ragioni economiche, il monologo era già diventato molto richiesto negli ultimi anni e la pandemia, con le sue esigenze di sicurezza, almeno per un periodo ha contribuito ad accrescere questa richiesta. È una forma di spettacolo agile, facilmente adattabile a vari spazi, dunque spendibile anche al di fuori di grandi teatri e realtà produttive. Inoltre il monologo è una grande vetrina per un interprete, e se fino a qualche decennio fa vi si approcciava l’attore già affermato in cerca della consacrazione definitiva, oggi è un ottimo modo per l’attore ancora giovane di dimostrare cosa sa fare o per ritagliarsi un suo spazio fuori dai circuiti, per così, dire, ufficiali. Lo stesso vale, naturalmente, per drammaturghi e registi.”
Impossibile non chiederti se tu ne stia scrivendo uno.
“Ne ho già rappresentati quattro e ne esiste un quinto, già scritto a dir la verità ma non ancora andato in scena, sul tema della disabilità ma che è anche metafora della storia del nostro paese; s’intitola Viva l’Italia, Italia è anche il nome della protagonista, e spero che possa venire rappresentato nella stagione 2022/23.”
a cura di Ilaria Guidantoni