Via libera della Consob al secondo supplemento del “Prospetto UE della ripresa” per Fidia spa (si veda qui il comunicato stampa), società torinese leader nella tecnologia del controllo numerico e dei sistemi integrati per il calcolo, la scansione e la fresatura di forme complesse, quotata a Piazza Affari, che a giugno dello scorso anno ha ottenuto dal Tribunale di Ivrea il decreto di omologa del concordato preventivo in continuità aziendale (si veda altro articolo di BeBeez).
Il nuovo documento, approvato lo scorso 21 dicembre (si veda qui il comunicato stampa), e già integrato da un primo supplemento approvato e pubblicato il 21 giugno di quest’anno (si veda qui il comunicato stampa), relativo all’ammissione alle negoziazioni sull’Euronext Milan delle azioni ordinarie rivenienti dall’aumento di capitale al servizio della conversione del prestito obbligazionario di cui al contratto di investimento sottoscritto in data 6 ottobre 2022 con Negma Group Limited (si veda qui il comunicato stampa), tiene conto dei nuovi fattori di rischio derivanti dal recente aggiornamento del piano industriale 2023-2026 (si veda qui il comunicato stampa), precedentemente approvato in data 17 marzo/12 maggio, limitatamente ai dati economici e patrimoniali attesi per l’esercizio 2023 e, limitatamente a quelli patrimoniali, anche per l’esercizio 2024.
Alla data del prospetto informativo, e a quella del secondo supplemento, si legge nel documento, Fidia “non è in grado di fornire alcuna certezza che le azioni intraprese dalla stessa e dalle altre società del gruppo producano i risultati economici e finanziari previsti dal piano industriale aggiornato; che il piano industriale aggiornato possa essere pienamente realizzato cda; e che, sebbene il piano sia stato redatto sulla base delle informazioni disponibili e con l’ausilio di consulenti industriali e finanziari, le assunzioni su cui si fonda risultino corrette o si realizzino nei termini ivi previsti”. In altri termini, Fidia non è in grado di realizzare gli obiettivi prefissati nell’arco di tempo atteso, anche in considerazione del fatto che il conseguimento degli stessi potrebbe essere sostanzialmente condizionato fattori estranei al controllo della società.
Ricordiamo che, per quanto riguarda i ricavi, il piano industriale aggiornato prevede per l’esercizio 2023 una limitata riduzione degli stessi, da 30,1 milioni di euro a 29 milioni di euro, che tuttavia a livello di valore aggiunto comporta una riduzione di 148 mila euro rispetto al dato originariamente previsto.
L’aggiornamento più significativo riguarda invece la stima dell’ebitda atteso per l’esercizio di quest’anno, che era stato previsto pari a 2,1 milioni di euro nel piano industriale (+4,7 milioni rispetto al 2022) e che il piano prevede, invece, pari a 1 milione (+3,6 milioni rispetto al 2022). L’aggiornamento del dato dell’ebitda atteso per il 2023 ha comportato una revisione anche del dato atteso relativo al risultato netto 2023, che da positivo (83 mila euro) è atteso invece negativo per 574 mila euro.
La riduzione dell’ebitda atteso, spiega una nota, è principalmente ascrivibile “ai maggiori costi fissi registrati rispetto a quanto preventivato nel piano industriale”, quale conseguenza di una serie di fattori, tra i quali, il saldo dei costi derivanti dalla contestuale riduzione del personale e dall’assunzione di nuove figure professionali, l’incremento dei costi per viaggi e trasferte, alcuni costi necessari per la partecipazione a fiere internazionali, nonché alcune riclassifiche di ammortamenti.
Il secondo supplemento del “Prospetto UE della ripresa” cita anche un fabbisogno concordatario di Fidia post-esdebitazione pari a 8 milioni di euro (con 1,5 milioni di residui pagamenti alla data del secondo supplemento), di cui 6,5 milioni già ripagati dalla società e con i restanti 1,5 milioni di pagamento parziale dei creditori dovuti in data 29 febbraio 2024.
Ricordiamo che Fidia era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale diretta a fine novembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). L’istanza di concordato preventivo era stata depositata a fine settembre del 2021, sulla base di un piano che prevede l’intervento del nuovo investitore finanziario Negma Group, specializzato in strumenti ibridi di debito ed equity, insieme a FAI Futuro all’Impresa, società milanese di advisory e di investimenti specializzata nelle operazioni di m&a e di restructuring, al fianco dell’imprenditore Giuseppe Morfino, cui attualmente fa capo il 52,03% del capitale (lo 0,2% sono azioni proprie e il resto è flottante) (si veda altro articolo di BeBeez).
La manovra finanziaria alla base del piano e della proposta concordataria prevede nel dettaglio:
- un aumento di capitale per 2 milioni di euro, riservato in sottoscrizione a FAI Bidco Uno (società controllata di diritto da Negma alla Data del Prospetto Informativo), sottoscritto e versato in data 23 novembre 2022 (si veda qui il comunicato stampa);
- dopo il provvedimento di omologa del concordato, l’emissione da parte di Fidia di un prestito obbligazionario convertibile cum warrant (POC) per complessivi 10 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), che verrà interamente sottoscritto da Negma, con connesso aumento di capitale a servizio della conversione delle Obbligazioni da eseguirsi entro il 31 dicembre 2024.
Nell’esercizio 2022, il gruppo ha registrato un risultato netto consolidato positivo pari a 5,7 milioni di euro, che ha beneficiato dei proventi netti dell’esdebitazione derivante dal concordato per un ammontare pari a 10,7 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Senza considerare gli effetti dell’esdebitazione, il risultato netto consolidato del gruppo nell’esercizio 2022 sarebbe stato negativo per circa 5,0 milioni. Sempre nel 2022, i ricavi netti sono ammontati a 24,4 milioni mentre l’ebitda è stato negativo per 2,6 milioni, il debito netto di 7,4 milioni e il patrimonio netto di 5,9 milioni. Nel primo semestre 2023, invece, il gruppo ha registrato una perdita a livello consolidato pari a 2,0 milioni, i ricavi netti sono stati di 9 milioni e l’ebitda negativo per 1,1 milioni, il debito netto di 8,6 milioni e il patrimonio netto pari a 2,7 milioni (si veda qui il comunicato stampa).