In Italia, nel corso dei primi otto mesi dell’anno, il numero complessivo di nuove procedure aperte nei tribunali (sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza-CCII) è aumentato del 9% a fronte di 2.628 pratiche sopravvenute, suddivise in 2.435 liquidazioni giudiziali e 193 fallimenti in cui più dei due terzi del totale (pari a 131, di cui 121 nel solo primo quadrimestre dell’anno) registrate nel solo Tribunale di Roma. Il dato emerge dalla rilevazione di Cherry Sea, l’osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry srl, sull’andamento dei procedimenti nei primo otto mesi del 2023 in relazione alle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività in Italia (si veda qui il comunicato stampa).
Dell’osservatorio sulla giustizia fallimentare di Cherry srl, fintech che fornisce servizi basati su intelligenza artificiale agli operatori del credito, è co-fondatore l’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi (oggi a capo di Cherry Bank).
Ricordiamo che l’analisi prende soprattutto in esame l’attività delle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività, ovvero: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.
Proseguendo nella distribuzione geografica, in classifica seguono a grande distanza Milano con 9 (rispetto ai 404 del 2022) e Bari e Torino con 7. Si tratta di un dato significativo in quanto mostra come il Palazzo di Giustizia di Roma abbia un carico di lavoro talmente alto che nei primi due quadrimestri 2023 si è trovato nella condizione di dover aprire ancora procedure fallimentari quali strascichi dell’anno 2022. Un dato confermato da Giacomo Fava, lead AI engineer in Cherry srl, che ha commentato: “I dati ci forniscono anche un importante spaccato a livello territoriale su come si stiano distribuendo le procedure, e le regioni più colpite appaiono essere quelle che producono di più. Dai dati notiamo anche come alcuni tribunali abbiano abbracciato il nuovo CCII più rapidamente di altri che, a quasi un anno di distanza dal varo della nuova legge, iscrivono a ruolo ancora nuovi fallimenti come strascico del grande carico accumulato negli anni precedenti”.
Contemplando dunque sia fallimenti sia liquidazioni giudiziali, e prendendo in analisi i singoli tribunali allo studio nei primi due quadrimestri 2023, Roma e Milano si confermano primi per complessivi procedimenti aperti: rispettivamente 461 per un +6% sullo stesso periodo del 2022 e 446 per un +10%, seguiti a distanza da Torino (192, +23%) e Padova (126, +70%), mentre in coda ci sono Genova (67 a fronte di sole liquidazioni giudiziali e con un +91% tra primo e secondo quadrimestre 2023), Bologna (70, -7%) e Vicenza (72, -13%).
L’aumento maggiore si registra nei tribunali di Treviso (+129% a fronte di 94 procedure totali, di cui 4 fallimenti e 90 liquidazioni giudiziali) e Busto Arsizio (+85%). All’inverso, invece, il Tribunale di Firenze registra un importante calo del 26%, seguito da Catania (- 23%), Verona (-14%) e Vicenza (-13%).
“È ancora troppo presto per valutare l’impatto del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sui tempi della giustizia ma possiamo comunque soffermarci sui volumi di procedure protagonisti di questi primi due quadrimestri dell’anno”, ha specificato Fava. E ha continuato: “La riforma agirà sicuramente sulle modalità della giustizia ma per ora i dati ci dicono che non sta incidendo sul quantitativo di procedure. Nel 2023, infatti, il numero di liquidazioni giudiziali insorte è stato in linea con il numero dei fallimenti del 2022 per poi superarli in volume negli ultimi mesi (giugno-agosto)“.
Proseguendo nell’indagine, in relazione ai Tribunali con lo stock più voluminoso di fallimenti e liquidazioni giudiziali pendenti (22.283 fallimenti, -17% rispetto ai 26.695 del dicembre 2022, e 4.317 liquidazioni giudiziali), al 31 agosto 2023 questi si confermano essere quelli di Roma (4.747), Milano (3.023) e Bari (1.490), mentre a fondo classifica troviamo le sezioni fallimentari di Modena (434), Busto Arsizio (524) e Genova con (596).
In questo contesto, come sopra dimostrato con il caso eclatante del Tribunale di Roma, permangono ancora le “vecchie” procedure fallimentari, tanto che nei primi otto mesi 2023 ne sono state chiuse 4.428, +4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 855 a Milano (-2% sul medesimo periodo del 2022), 578 a Roma (+18%) e 276 a Napoli (+38%). Questo dimostra che, nonostante l’intervento della riforma CCII, ancora per qualche anno i Tribunali saranno impegnati a smaltire i fallimenti accumulati negli anni passati.
In particolare, i dati osservati dimostrano come, a differenza del Centro e del Sud Italia che registrano nel periodo in esame rispettivamente un +18% e un +17% nel totale dei fallimenti definiti, il Nord Italia si assesta a un complessivo -4% (con una punta del -29% presso il Tribunale di Bergamo).
Analizzando invece i Tribunali allo studio per le sole liquidazioni giudiziali aperte tra gennaio ed agosto 2023, quello di Milano risulta primo con 437 pratiche sopravvenute, seguito da Roma (330), Torino (185), Bergamo e Padova (entrambe con 121), mentre in coda troviamo Genova (67) oltre a Bologna (68) e Vicenza (69).
Il dato di crescita più significativo è però quello di Verona che registra un +93% tra i due quadrimestri allo studio. All’inverso, invece, il calo maggiore lo subiscono i tribunali di Catania (-31%) e Treviso (- 27%).
Infine, guardando a livello regionale, nei primi due quadrimestri dell’anno si segnalano 4.754 liquidazioni giudiziali sopravvenute (2.167 da gennaio a maggio e 2.587 da giugno ad agosto per un +19%). Nel dettaglio, la Lombardia risulta prima con 978 nuove pratiche aperte, seguita dal Lazio (540) ed il Veneto (436), mentre i dati più bassi si registrano in Molise (25), Basilicata (34) e Trentino-Alto Adige (40).