Leali Steel, società siderurgica che comprende un’acciaieria a Borgo Valsugana (Trento) e un laminatoio a Odolo (Brescia), è di nuovo punto e a capo alla ricerca di un investitore. L’imprenditore algerino Issad Rebrab, lo stesso che ha rilevato le attività dell’ex gruppo Lucchini in amministrazione straordinaria, insieme agli oltre 2mila dipendenti, pochi giorni fa ha infatti comunicato di non essere più interessato all’operazione Leali Steel (si veda L’Adige).
L’acciaieria veneta era entrata solo due anni fa enll’orbita del gruppo svizzero Klesch attivo nel settore delle materie prime (acciaio, alluminio, chimica e petrolio), che aveva affittato il ramo d’azienda nell’estate 2013 (si veda qui il comunicato stampa di allora), ma aveva poi deciso lo scorso settembre di non essere intenzionato a investire ulteriormente nella società, per cui era stato dato mandato al cda di esplorare la possibilità di una cessione. Rebrab nei mesi scorsi aveva a sua volta comunicato che avrebbe affittato i rami d’azienda relativi agli stabilimenti di Leali Steel di Odolo e Borgo Valsugana tramite Cevitaly srl, la holding creata ad hoc in Italia per l’operazione Lucchini.
L’annuncio ci sorprende molto”, ha commentato Karsten Pronk, presidente di Leali Steel, in una nota,“considerato che le negoziazioni tra il nostro gruppo e Issad Rebrab sono state condotte per diversi mesi e, soprattutto, che il 29 dicembre 2016, Cevitaly ha sottoscritto e inviato a Leali Steel un’offerta vincolante per l’affitto dei rami d’azienda, offerta vincolante che è stata subito depositata presso il Tribunale di Trento per la relativa autorizzazione”.
Leali Steel, che a fine novembre ha depositato domanda di concordato in bianco ai sensi dell’articolo 161, comma 6 della Legge Fallimentare, ha precisato ancora la nota, “sta valutando, insieme ai propri advisor finanziari e legali, possibili alternative idonee ad assicurare la continuità aziendale dei due rami d’azienda. Leali perseguirà con vigore Cevitaly in sede legale”. E questo perché i tempi sono stretti. Il Tribunale di Trento ha infatti concesso all’azienda fino al 5 aprile prossimo per presentare il piano concordatario. A rischio ci sono 226 posti di lavoro.
L’Adige in un articolo di pochi giorni fa riferisce che Leali Steel ha chiuso il 2016 con una perdita è di 21,1 milioni di euro, che porta il patrimonio netto dell’azienda in negativo per 19,1 milioni. Questo a fronte di 107 milioni di debiti complessivi, di cui 36,7 milioni col fisco e 35,9 milioni con le banche. La produzione dell’azienda è praticamente ferma da prima di Natale. I ricavi sono nell’anno sono stati pari a 71,5 milioni (il dato 2015 non è noto, ma nel 2014 Leali Steel fatturava 107,3 milioni), mentre l’ebitda è negativo per 6,8 milioni.