I vincitori dell’undicesima edizione del Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year® sono stati premiati durante la cerimonia che si è tenuta presso la sala delle colonne del Museo della scienza e della tecnologia. Il premio, anche quest’anno è stato promosso da AIFI ed EY, con la collaborazione di Borsa Italiana Corriere della Sera, Gruppo 24 Ore e SDA Bocconi.
I nomi dei vincitori sono stati selezionati da una giuria composta da professionisti di altissimo livello appartenenti al mondo istituzionale, imprenditoriale e accademico, all’interno di una rosa di 23 operazioni finaliste, precedentemente selezionate tra le società che hanno generato il disinvestimento dell’operazione tra il primo agosto 2013 e il 31 luglio 2014.
Nella categoria Early Stage (investimento in capitale di rischio effettuato nelle prime fasi di vita di un’impresa, comprendente sia le operazioni di seed sia quelle di startup) il premio è stato assegnato a Sofinnova Partners per l’operazione EOS, società biotecnologica che ha scoperto un nuovo farmaco antitumorale; nella categoria Expansion (operazioni di investimento in capitale per il finanziamento dello sviluppo d’impresa), invece, il vincitore è Fondo Italiano d’Investimento SGR per l’operazione Megadyne, leader mondiale nella produzione di cinghie di trasmissione; nella categoria Buy Out (operazione di acquisto dell’impresa da parte dell’operatore di private equity in affiancamento con il management/imprenditore) è stato consegnato il Premio ad Alcedo SGR per l’operazione Pixartprinting, player europeo nelle forniture online di servizi di stampa; il premio speciale IPO è stato consegnato, infine, a Clessidra SGR per l’operazione Anima Holding, player indipendente del risparmio gestito. Infine, è stata data una menzione speciale della giuria ad Alto Partners SGR per l’operazione Rancilio Group, società che produce macchine professionali per il caffè.
Quest’anno i premi sono andati a operazioni che disegnano un’Italia operosa, ingegnosa e con grandi qualità creative – ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI – non è stato facile decidere poichè abbiamo avuto un record di candidature; mai così tante in undici edizioni. Tutto questo mi rende ottimista sulla capacità dell’Italia di superare le attuali difficoltà e conferma come il Private Equity sappia aiutare le imprese a crescere e a far aumentare l’occupazione. Ne è una prova che nei soli casi esaminati per questo Premio, il numero dei dipendenti sia cresciuto del 33% e il fatturato, dell’81%; inoltre, nell’87% dei casi siamo in presenza di operazioni che hanno portato a una internazionalizzazione aziendale”.
“Le exit way sono sempre un elemento chiave del modello del private equity. Delle 23 operazioni finaliste, più della metà (52%) sono state trade sale – commenta Umberto Nobile, Partner di EY e Mediterranean Transaction Support e Private Equity Leader – Quest’anno, questa tipologia di exit evidenzia l’interesse da parte di società estere quotate (13%) e l’opportunità colta dagli stessi imprenditori di riacquisire le società (22%). Ciò a dimostrazione che il private equity di successo contribuisce da un lato al miglioramento dei sistemi di gestione e della corporate governance ed alla professionalizzazione manageriale e delle risorse umane, e dall’altro offre la possibilità agli imprenditori di affiancarsi temporaneamente ad un partner in un momento di svolta della vita aziendale. L’altra rilevante exit way è la cessione a fondi (39%) che si riferisce per circa la metà (17%) a società che condividono già da tempo la loro progettualità con private equity, confermandone la capacità di essere un azionista di più lungo periodo.”