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Dopo due round chiusi (uno nel 2017 e l’altro a fine 2018) e 1,5 milioni di euro circa raccolti, la fintech italiana Axyon AI è pronta ad aprire il suo terzo aumento di capitale entro fine anno. “Puntiamo a raccogliere 2-3 milioni di euro nei due anni”, ha anticipato a BeBeez Daniele Grassi, ceo e cofondatore della fintech. I suoi round precedenti sono stati sottoscritti da Ing, Unicredit e angel investor basati a Londra e legati al mondo finanziario.
La storia di Axyon AI è iniziata nel 2007, quando Grassi ha fondato DM Digital, la sua prima azienda, al fine di commercializzare un software sviluppato con un amico. Dopo gli studi universitari, Grassi si è dedicato alla crescita della società e nel 2015 ha iniziato a investire in R&S su AI e machine learning applicati alla finanza, per poi fondare Axyon AI nel 2016 insieme a Giacomo Barigazzi, proveniente da DM Digital, e Jacopo Credi, che guida l’area R&S di Axyon AI.
La fintech è basata a Modena (centro di eccellenza sull’AI a livello europeo grazie all’Università di Modena e Reggio Emilia e al tessuto di industrie innovative della zona), ma conta una presenza anche a Milano e Londra. La società sviluppa soluzioni per gli asset manager e gli hedge fund volte a migliorare le loro performance attraverso tecniche sofisticate di AI applicate al processo di investimento. La sua piattaforma proprietaria consente di generare previsioni sulle performance in base a modelli di AI basati su dati di mercato, fondamentali, sentiment.
Attualmente l’azienda supporta e gestisce più di 10 strategie modello, che spaziano dalle materie prime a portafogli multi asset. Grazie alla tecnologia di Axyon, i clienti integrano l’AI nel giro di poche settimane, invece che nell’arco dei mesi o anni richiesti da sviluppo interno. Tra i suoi clienti, rientrano Ing, Unicredit, Cassa di Compensazione e Garanzia (cui offre supporto nel rilevamento di anomalie di prezzo sulle opzioni), Nikko Global Wrap (controllata di Sumitomo Mitsui).
Axyon AI sta attualmente studiando nuove partnership con fornitori di dati, che supportino anche nella distribuzione del prodotto di Axyon AI. La società, che conta 15 dipendenti e ha clienti in 4 paesi (Olanda, Gran Bretagna, Italia e Giappone), ha conseguito ricavi per poco meno di mezzo milione di euro nel 2020 e mira a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2023 e a espandersi presto anche in Svizzera e Germania. “Pensiamo che nel giro di alcuni anni l’AI diventerà una componente standard dei processi di investimento, per cui ci sarà una maggiore domanda di soluzioni in grado di rendere più facile e trasparente questa adozione. Ecco perché stiamo ampliando le asset class coperte e l’integrazione dell’AI nei processi di investimento, supportando anche il risk management con modelli predittivi. A livello commerciale, intendiamo affermare la nostra posizione in Europa, e nel medio termine aprirci verso gli Usa”, ha concluso il ceo Daniele Grassi.