La piattaforma di P2P lending per pmi europee PrestaCap, prima nota come iBondis, si prepara a lanciare un veicolo di cartolarizzazione dedicato all’acquisto di fatture emesse da pmi italiane e proposte online sulla base di impegni già presi da parte di private bank per i loro clienti per un totale di 50 milioni di euro.
Lo ha detto a MF Milano Finanza Luca Terragni, co-founder di Prestacap, precisando che a oggi sulla piattaforma sono proposti invece prestiti alle pmi, che vengono poi acquistati da una Sicav Sif lussemburghese, l’IBC Lending Fund, strutturata da iBondis Ltd, proprietaria della piattaforma PrestaCap . Non sono ammessi, invece, investitori privati. Ma non è tutto, perché è allo studio anche il lancio di un secondo veicolo di cartolarizzazione dedicato ai prestiti sempre alle pmi italiane nel primo trimestre 2019. Intanto la piattaforma si sta sviluppando anche in Germania, perché PrestaCap ha sede anche a Berlino, oltre che a Londra, dove è autorizzata e regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA).
PrestaCap,che in Italia è sbarcata nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), è stata fondata nel 2015 un gruppo di quattro giovani startupper. Terragni ha infatti affiancato in seconda battuta Christian Nothacker (ceo, ex Boston Consulting Group) e Alex Riesenkampff. Entrambi hanno un passato nella startup di Mobile POS SumUp, che dalla fondazione ha raccolto 44 milioni di dollari di capitali dai venture capital. Gli altri due founder erano Alessandro Felisi (ex UBS Wealth Management) e Ram Chawla (ex Barclays). Quest’ultimo e Riesenkampff sono successivamente usciti da capitale della società.
A sua volta anche PrestaCap ha già raccolto capitali dai venture, anche se non è mai stato reso noto quanto. A investire in PrestaCap sono stati infatti il fondo di venture capital russo Run Capital, Boost Heroes (il veicolo di venture capital italiano promosso dall’angel investor Fabio Cannavale e altri 50 investitori privati), un fondo hedge inglese, un family office svizzero che ha investito in pre-ipo nel colosso del crowdinvesting Lending Club e altri investitori. Il 60% del capitale, però, è rimasto in mano ai fondatori.
(Articolo modificato alle ore 12.41 del 19/10/2018. Si precisano informazioni sui founder)