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Pioniere nell’innovazione, in particolare nella strutturazione di cartolarizzazioni immobiliare con la realizzazione della prima cartolarizzazione mirrored in blockchain (si veda altro articolo di BeBeez), nei giorni scorsi il servicer di credito Zenith Global (ex Zenith Service), parte del gruppo Arrow Global) si è guadagnata la conferma del rating strong, cioé il massimo livello di valutazione, con outlook stabile per tutte le asset class (RMBS – CMBS – ABS – NPL) da parte di S&P Global Ratings (si veda qui il comunicato stampa). In sostanza S&P ha certificato che, accanto allo slancio verso l’innovazione, c’è un’organizzazione efficiente, che lavora con processi e strutture perfettamente adeguati alla gestione dei rischi.
Zenith Global gestisce oggi 46 miliardi di euro di asset nel suo ruolo di master servicer ai sensi della legge 130/99 sulla cartolarizzazione e impiega 180 persone, di cui 140 a Milano e 40 a Roma. Circa il 50% del business è fatto da NPL e UTP, chirografari, ipotecari e procedure concorsuali. Il resto sono finanziamenti in bonis di mutui residenziali, commerciali e tutti i crediti commerciali tipici, dalle utility al fintech.
Sul fronte dei crediti deteriorati, spiega a a BeBeez il ceo Umberto Rasori, il mercato italiano degli NPL, si sa, già da tempo non attira più gli investitori internazionali. Eppure, se gli NPL si sono ridotti sul primario, questo non è avvenuto sul secondario che sarà spinto dalla necessità di intervenire sugli incassi delle cartolarizzazioni, tra le quali le GACS che rappresenteranno una importante componente. Contestualmente Zenith investe come detto su altri due fronti, cioé quello celle cartolarizzazioni immobiliari e il fintech.
Sul pronte, dice il manager: “E’ una grande opportunità poter acquisire immobili e finanziarli sul mercato dei capitali. E infatti abbiamo in corso tante operazioni di questo tipo su vari tipi di asset, dalla semplice riconversione immobiliare sul residenziale agli sviluppi immobiliari partendo dal greenfield, ai nuovi edifici fino al mondo di hôtellerie e leisure. Anche la logistica è molto interessante: in questo settore abbiamo già comprato doversi immobili, soprattutto in ambito data warehouse”.
Quanto al fintech, Rasori tiene a sottolineare che la parte informatica dell’azienda “è una divisione molto importante perché abbiamo una piattaforma proprietaria interna che gestisce tutto il ciclo di vita del prodotto, dà lavoro a circa 20 persone. Inoltre abbiamo assunto sviluppatori strategici interni che possano presidiare tutto l’iter dei nuovi sviluppi tecnologici”.
Non a caso, come accennato, la società lo scorso gennaio ha testato, in “proof of concept”, la prima operazione di cartolarizzazione utilizzando la blockchain attraverso la tecnologia DLT Algorand. L’operazione, realizzata in mirroring rispetto a un’operazione tradizionale, prevede la cessione, su base revolving, di portafogli di crediti commerciali originati da Zenith nell’ambito della propria attività a un veicolo costituito ai sensi della legge n. 130 del 20 aprile 1999 denominato 2023 Blockchain Vision srl, e l’emissione da parte del veicolo di titoli ABS partly-paid per un valore nominale massimo di 50 milioni di euro. Spiega a BeBeez Rasori: “Tramite smart contracts sono state digitalizzate l’identificazione e cessione dei portafogli di crediti, della cascata dei pagamenti (pre e post-enforcement) e l’emissione di token (che replicheranno i titoli ABS emessi dal veicolo) che verranno depositati presso i wallets, permettendone tra l’altro il trasferimento a terzi”. E continua: “L’infrastruttura dell’applicazione è stata impiantata su una primaria piattaforma in cloud per utilizzare alcune funzionalità specifiche tra cui l’utilizzo di database QLDB e il frontend in Cloudfront. Infine è stata attivata la sincronizzazione su blockchain pubblica”. E sottolinea: “Ci siamo esposti nel mondo blockchain in modo molto propositivo e aperto. Questa sarà la tecnologia che verrà adottata nel mondo finanziario generale e, in particolare, su quello delle cartolarizzazioni dei crediti. La tecnologia che abbiamo sviluppato, anche grazie ad Arrow, ci pone all’avanguardia nell’utilizzo di questo strumento, inoltre abbiamo replicato in blockchain anche i flussi finanziari e gli eventi che accadono in blockchain”.
Ma quali sono i benefici di questo test? “Velocità di esecuzione, trasparenza, il fatto che dati e info che riguardano crediti e abs siano disponibili a tutti, la possibilità di creare anche un mercato secondario immediato dei crediti o dei titoli e, lato nostro, la possibilità di aprire la blockchain a soggetti terzi che vogliono investire o ai soggetti regolatori. Questo fa sì che noi possiamo essere una figura di master servicing in grado di gestire tutte le operazioni sicure attraverso un sistema aperto”, spiega l’ad. E aggiunge: “Manca ancora la parte cash ovvero quella dei pagamenti, occorrerà attendere le nuove normative in tema di cripto o euro digitale che arriveranno nei prossimi anni. Intanto, nel corso del 2024, ci saranno altri test in blockchain. Per noi questo rappresenta un anno di consolidamento delle competenze”.
Il cambio di naming avvenuto a gennaio (si veda qui il comunicato stampa), dice ancora Rasori, “si inquadra proprio all’interno di un percorso più ampio di crescita e diversificazione, in ambito di servizi e cartolarizzazioni, per poi arrivare all’intelligenza artificiale. Stiamo lavorando su vari progetti dato che gestiamo quasi 300 società veicolo per la cartolarizzazione, e abbiamo sviluppato un prodotto che ci consente di analizzare i dati di tutti i bilanci delle SPV. Inoltre abbiamo già aperto dei cantieri per cui, grazie all‘AI, possiamo aprire le mail e i contratti con un forte miglioramento dei processi e con risparmi evidenti in termini di efficienza operativa”.
Ma nell’uso di queste nuove tecnologie non mancano i rischi. Di questi si era occupata Moody’s già a giugno 2019 con un report intitolato proprio Blockchain improves operational efficiency for securitisations, amid new risks. Dal report emergeva che il rischio di concentrazione è molto rilevante, in particolare nelle blockchain private autorizzate (permissioned), come quelle che possono essere utilizzate nella cartolarizzazione, dove un singolo amministratore o un consorzio amministra il sistema, controlla le parti partecipanti e decide i criteri per la convalida e la registrazione delle informazioni sulle transazioni. Quando c’è un’unica entità come autorità di gatekeeper, il rischio operativo si concentra in un’unica entità. E il rischio di concentrazione può anche assumere una componente sistemica, se più transazioni e le loro parti si affidano allo stesso fornitore di servizi blockchain. Un altro tema sollevato da Moody’s era quello della governance della blockchain, cioé dei processi, delle regole e delle procedure su cui si basa la manutenzione della blockchain. Una blockchain priva di governance è esposta al fallimento, poiché gli errori del software non possono essere corretti e la blockchain non può mai essere aggiornata. I processi funzionali della blockchain dovrebbero consentire al sistema di reagire in modo efficiente agli eventi imprevisti del mondo reale, ad esempio l’inadempienza di una controparte della transazione o le interruzioni del sistema. Una struttura di governance della blockchain dovrebbe fornire controlli ed equilibri tra i gruppi partecipanti, come le parti in grado di suggerire modifiche, decidere sugli aggiornamenti e implementare tali modifiche. Un sistema di governance può essere progettato più facilmente per le blockchain permissioned, in quanto il software è controllato da un’unica parte o da un consorzio che determina le regole di funzionamento del sistema. Pertanto, la responsabilità è relativamente chiara.
In materia di rischi, afferma Rasori: “Quelli più evidenti sono i rischi di governance, nel rispetto della privacy. Ma, devo dire, c’è sempre maggiore attenzione nel gestire il debitore inteso come cliente, in modo corretto e trasparente. Occorre etica nell’uso delle tecnologie. Noi, per esempio, stiamo sviluppando delle policy aziendali che siano un supporto nella gestione quotidiana di queste attività, sulla base di linee guida definite a monte, calate dall’alto. Per il momento, per esempio, tutto questo viene definito e impostato unicamente dal management, poi valuteremo nel corso dell’anno di estenderlo a tutta la popolazione aziendale”.