Vodafone dice di no per la terza volta a iliad, chiudendo definitivamente la porta all’ipotesi di fusione delle loro attività in Italia (si veda qui il comunicato stampa). Il gruppo francese, affiancato da Apax Partners, aveva inviato al concorrente britannico una prima proposta da 11,25 miliardi di euro, interamente in contanti, due anni fa, rimandata al mittente da Vodafone (si veda altro articolo di BeBeez), poi una seconda il 18 dicembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e poi ancora, si legge nella nota diffusa ieri, una ulteriore offerta migliorativa nelle scorse settimane. Ma appunto anche in questo caso con esito negativo.
A questo punto Iliad ha preso atto della decisione, spiegando che proseguirà pertanto nella sua strategia stand-alone nel nostro Paese. Vodafone invece, ricordando di aver comunicato a dicembre di voler esplorare “opzioni con diverse parti in Italia”, ha fatto sapere a stretto giro di aver “interrotto le discussioni con iliad, mentre continuano le interlocuzioni con altre parti”.
L’operatore londinese, che alzerà il velo sui propri conti il prossimo 5 febbraio, starebbe intanto “parlando” con Fastweb, che fa capo al gruppo elvetico Swisscom, come riportato da Bloomberg e ricordato da Radiocor. Vodafone potrebbe anche voler uscire dall’Italia, come fatto a fine ottobre in Spagna, quando ha venduto il 100% di Vodafone Spagna al fondo britannico Zegona Communications in un’operazione del valore pari a 5 miliardi di euro. Lo ha fatto per concentrarsi in alcuni Paesi chiave, come il Regno Unito, dove ha fuso le sue attività con quelle di Three UK.
Una possibile combinazione Vodafone-Fastweb sposterebbe l’attenzione dal consolidamento nel mobile all’integrazione anche nel fisso, visto che Fastweb, pur se presente nel mobile, è il quarto operatore di telefonia fissa in Italia dopo TIM, Vodafone e WindTre e ha una rete nazionale in fibra ottica che si estende per oltre 30mila chilometri (si veda qui l’Osservatorio Agcom di fine 2023).
Tornando all’offerta di Iliad, nella nota diffusa ieri dal gruppo francese si legge: “A seguito dell’offerta del 18 dicembre 2023, il Gruppo iliad ha presentato a Vodafone Group un’ulteriore miglior offerta per la fusione di iliad Italia e Vodafone Italia in una società di nuova costituzione. Il Gruppo Vodafone ha rifiutato questa nuova offerta”,. I termini chiave della nuova proposta prevedevano una fusione paritetica mediante la costituzione di una newco detenuta al 50% da ciascun operatore, con Vodafone che avrebbe ottenuto 6,6 miliardi di euro in contanti (100 milioni in più rispetto all’offerta di dicembre) e un finanziamento soci per 2 miliardi, con un enterprise value di Vodafone Italia fermo a 10,45 miliardi. Dal canto suo, iliad avrebbe ottenuto 400 milioni in contanti (100 milioni in meno rispetto al precedente progetto) e un finanziamento soci per 2 miliardi, con un enterprise value pari a 4,25 miliardi, ovvero 200 milioni in meno rispetto all’offerta di dicembre. Per invogliare Vodafone, iliad ha rinunciato anche alla call option a suo favore, che invece era prevista nel disegno del 18 dicembre.
Il gruppo francese, si legge ancora nella nota “ritiene che l’offerta presentata fosse la migliore business combination possibile a vantaggio del mercato e del settore delle telecomunicazioni italiani. iliad Italia proseguirà quindi la propria strategia stand-alone, basandosi sul suo eccellente track record: oltre 10,5 milioni di utenti mobile dal suo lancio a maggio 2018; leader di mercato per crescita netta di utenti tra i cinque principali operatori di rete fissa; più di 1 miliardo di euro di ricavi nel 2023 con un flusso di cassa operativo a livelli di pareggio. Il Gruppo iliad continuerà a rafforzare la propria posizione in Italia e a perseguire con determinazione la conquista di quote di mercato in tutti i segmenti”.
L’accordo con Iliad avrebbe dato vita a un campione nel mobile in Italia e fatto diminuire la concorrenza in questo mercato. L’operazione, per il suo perfezionamento, sarebbe quindi dovuta passare sotto la lente dell’Antitrust europeo, che in una precedente occasione, ovvero la fusione tra Wind e H3G avvenuta nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), aveva imposto come rimedio l’ingresso di un nuovo operatore, che sarebbe poi stato proprio iliad.
Ricordiamo che iliad è il sesto più grande operatore di telefonia in Europa. Il gruppo è stato delistato nell’ottobre 2021 da Euronext Parigi a valle di un’opa lanciata dal fondatore, il tycoon Xavier Niel, a capo di un vero e proprio impero delle telecomunicazioni, sia attraverso la stessa iliad (che ha partecipazioni in diversi altri operatori nel mondo) sia attraverso NJJ Capital, parte di NJJ Holding, fondata nel 2010 (si veda altro articolo di BeBeez).
Anche iliad Italia è il frutto di un’acquisizione. Il gruppo nell’estate del 2016 ha infatti rilevato per 450 milioni di euro gli asset degli operatori mobile 3 Italia e Wind dalle rispettive controllanti CK Hutchison e VEON, che se ne dovevano liberare per ottenere dall’Antitrust Ue, come detto, il via libera alla loro fusione. I primi nove mesi del 2023 si sono chiusi con 764 milioni di euro di ricavi in Italia e un ebitdaal (ebitda after lease) di 189 milioni (si veda qui il comunicato stampa).