Nei giorni scorsi il Cda di Domori, produttore italiano di cioccolato che fa capo al Polo del Gusto, subholding del Gruppo illy, ha revocato all’unanimità le deleghe all’amministratore delegato Lelio Mondella, a soli due mesi dalla sua nomina, a causa del venire meno della fiducia in un momento cruciale di espansione e transizione per la società di None. Fonti di stampa infatti riferiscono di profondi dissidi tra Mondella e la famiglia Illy sulla strategia da seguire da parte dell’azienda dolciaria.
Contestualmente, il consiglio di amministrazione di Domori ha nominato ceo con effetto immediato Lamberto Vallarino Gancia, già vicepresidente dell’azienda (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta del terzo cambio di amministratore delegato per Domori in meno di un anno, dopo l’uscita nell’aprile scorso di Andrea Macchione, nominato amministratore delegato del Polo del Gusto, sub-holding presieduta da Riccardo Illy e che raggruppa tutti i marchi esterni al comparto del caffè, cioè il the di Dammann Frères, appunto il cioccolato Domori, la pasticceria inglese Prestat, le confetture Agrimontana e i vini Mastrojanni (si veda altro articolo di BeBeez).
Vallarino Gancia è un enologo laureato all’University of California Davies, già presidente dell’omonima azienda di famiglia, di Federvini e del Consorzio Alta Langa, vice presidente di Federalimentare e membro del comitato di Confindustria, di Contromarca ed IBC. Oggi è consulente, presidente e partner di Brainscapital srl società benefit, presidente onorario del Comitè Vin, membro onorario dell’Accademia Agricoltura, della Vite e del Vino, membro scientifico di Agoinnova, professore a chiamata presso la SAA scuola di Amministrazione Aziendale Master Università di Torino, consigliere dell’Associazione del Nizza e dell’Azienda Agricola il Botolo. Ricopre anche l’incarico di presidente della Fondazione del Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale. Vallarino Gancia ha contribuito a creare Brains Evolution, la piattaforma di consulenza di smart consulting di qualità rivolta a imprese, liberi professionisti e privati, che racchiude al suo interno professionalità con elevata e riconosciuta esperienza in ambito imprenditoriale, fiscale, legale, giuslavorista e investimenti sui mercati finanziari.
Nella stessa riunione, il cda di Domori ha altresì analizzato i dati di pre-chiusura al 31 dicembre 2021. Le vendite complessive hanno registrato un volume di quasi 26 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto al 2020 e del 34% rispetto al 2019. In base ai risultati di pre-chiusura, la società è in grado di rispettare entrambi i covenant previsti dal regolamento dei minibond emessi a dicembre 2020 per un importo di 5 milioni, quotati sul mercato ExtraMot Pro3 e con scadenza 6 anni. L’emissione ha rappresentato per l’azienda il primo collocamento sul mercato di bond, operazione che ha tra l’altro beneficiato della garanzia pubblica di Mediocredito Centrale (MCC) pari al 90% del valore emesso. I minibond avevano innescato una domanda pari a tre volte l’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Domori è stata fondata nel 1993 dall’imprenditore Luca Franzoni (oggi presidente) e dal 2006 è controllata dal Gruppo Illy. Nel marzo 2019 la società ha acquisito l’inglese Prestat, il cioccolato della regina (si veda qui il comunicato stampa di allora).
La nomina di Vallarino Gancia si colloca nel contesto della cessione di una minoranza (20-40%) del Polo del Gusto, valutato lo scorso anno 250 milioni di euro, operazione che il gruppo ha in cantiere sin dal gennaio del 2020 e tornata calda nella primavera dello scorso anno, in concomitanza con la nomina di Macchione a capo della società (si veda altro articolo di BeBeez).
Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, aveva spiegato: “Con la nomina di Andrea Macchione ad amministratore delegato, il Polo del Gusto entra nella fase più strategica di sviluppo: il prossimo futuro sarà cruciale per la selezione di un socio investitore, con la prospettiva della successiva quotazione in borsa delle diverse società operative.” Andrea Macchione aveva aggiunto: “Assumo l’incarico con due priorità ben precise: la ricerca di un nuovo socio investitore e la definizione di un piano di acquisizioni. Le linee guide saranno le stesse che hanno contraddistinto la scelta dei primi brand entrati a fare parte del gruppo: qualità e innovazione dei prodotti e una spiccata sensibilità per la sostenibilità ambientale. Sarà una gestione attenta a creare un comune denominatore green tra tutte imprese coinvolte.” I rumor dell’epoca riferivano di trattative con Dea Capital Alternative Funds sgr a inizio anno, poi finite in un nulla di fatto (si veda AffariItaliani).
Ricordiamo infine che nel novembre 2020 Rhone Capital ha comprato dalla famiglia Illy una quota di minoranza, si dice circa il 20%, in illycaffé spa, la società operativa del gruppo produttore di caffè (si veda altro articolo di BeBeez), soprattutto per liquidare Massimiliano Pogliani, il primo manager esterno alla famiglia Illy a cui era stata affidata l’azienda nel 2016 e poi nel 2019. Pogliani a inizio 2022 ha lasciato il posto a Cristina Scocchia, ex amministratore delegato di Kiko, il noto retailer italiano di prodotti da trucco di proprietà della famiglia Percassi e partecipato da Peninsula Capital. La nomina di Scocchia, che faceva già parte del consiglio di amministrazione di Illy dal 2019, era stata anticipata rispetto alla scadenza del mandato di Pogliani, “in considerazione della fase positiva del mercato dei capitali e della volontà di avviare il processo di quotazione, nonché della volontà di Massimiliano Pogliani di perseguire altre esperienze professionali” oltre che “assicurare una gestione unitaria dell’intero esercizio 2022”.
Per iscriverti alla newsletter Private Debt di BeBeez, clicca qui
Riceverai l’elenco delle notizie di private debt (e i rispettivi link) pubblicate da BeBeez nelle ultime 24 ore