Continua a diminuire il numero di fallimenti, di procedure concorsuali e di chiusure volontarie d’impresa in Italia. Lo calcola Cerved, che nei giorni scorsi ha pubblicato il rapporto del suo Osservatorio su Fallimenti, Procedure e Chiusure di imprese relativo al primo semestre (scarica qui l’intero rapporto).
Più nel dettaglio, infatti, fra aprile e giugno 2015, le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare sono state 3,8 mila, in diminuzione dell’11,3% rispetto allo stesso periodo del 2014: si tratta del calo più consistente registrato in un singolo trimestre dall’inizio della crisi.
E, sebbene il numero dei fallimenti resti ancora elevato (7600) i dati analizzati da Cerved confermano l’orientamento decrescente in atto da inizio 2015. Tale riduzione ha riguardato tutte le diverse forme giuridiche d’impresa monitorate, con differenze sensibili: le società di persone hanno registrato ben l’11,8% di procedure in meno; più contenute ma comunque importanti i cali di società organizzate in altre forme giuridiche (-6,6%) e di società di capitale (-6%, ancora sopra il livello 2013).
La diminuzione del livello dei fallimenti ha coinvolto tutti i macrosettori economici, con alcune differenze. Il calo più marcato si è registrato nelle imprese che operano nella manifattura (-16,4% rispetto ai primi sei mesi del 2014) con il picco maggiore nelle società che producono beni di consumo (-46,4%). A trainare la riduzione dei fallimenti nei servizi sono le società immobiliari (-13,3%) e quelle della filiera informazione-comunicazione.
Considerando i dati delle procedure monitorate per area geografica, le maggiori diminuzioni si registrano nel Nord-Ovest (-11,7%), dove si scende sotto il livello del 2013, e nel Mezzogiorno (-8,9%); i cali più contenuti invece si sono invece concentrati nelle regioni del Nord-Est (-3,5%) e nel Centro (-0,4%).
Inoltre, grazie al forte calo registrato dei concordati preventivi, fra aprile e giugno è sceso anche il numero complessivo delle procedure concorsuali non fallimentari: -6,5% rispetto secondo trimestre 2014. Il totale di questi casi di insolvenza raggiunge la cifra di 1,3 mila, il 12,1% meno sul dato del 2014. A livello settoriale, i dati mostrano come il calo sia stato più accentuato nelle costruzioni e nell’industria mentre sia stato più contenuto nel terziario. Nel Nord-Ovest si registra la diminuzione più marcata, quasi il 20% delle procedure non fallimentari in meno, mentre è più contenuta nel resto del Paese.
Il numero di domande di concordato preventivo è previsto in ulteriore diminuzione nei prossimi mesi poiché, anche nel corso del trimestre analizzato dall’Osservatorio, è proseguito il deciso calo dei pre-concordati, la procedura che permette di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di presentare il piano di risanamento dell’impresa ed accedere al concordato preventivo vero e proprio.
Infine fra aprile e giugno sono state liquidate quasi 14 mila imprese in bonis, il 4,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. La riduzione è ancora più pronunciata (-15,1%) se si considerano le società di capitale che hanno presentato almeno un bilancio nei tre anni precedenti le procedura, mentre risulta in forte aumento (+49,3%) il numero di liquidazioni di società che, anche se attive, non hanno presentato alcun bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura.
Procedendo con le valutazioni su base semestrale, le liquidazioni volontarie raggiungono quota 29,6 mila, -6,9% rispetto ai primi sei mesi del 2014. A livello settoriale, l’industria si conferma il settore con il minor numero di liquidazioni e nel quale la diminuzione è maggiore mentre, sul fronte opposto, è ancora il terziario a mostrare il maggior numero di liquidazioni. Dal punto di vista geografico sono le regioni del Centro- Sud a trainare la riduzione: per le regioni del Mezzogiorno il calo rispetto ai primi sei mesi del 2014 è del 18,3%.