Sono circa un’ottantina le operazioni di private equity concluse quest’anno dai fondi in Italia.
Il calcolo si riferisce al database del Private Equity Monitor, l’Osservatorio permanente dell’Università Cattaneo di Castellanza (Liuc), supportato da Argos Soditic Italia, EY, Fondo Italiano d’Investimento SGR e King&Wood Mallesons SJ Berwin ed è stato anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 27 dicembre.
L’elenco nelle tabelle qui pubblicate è ancora provvisorio, perché è aggiornato a novembre, ma nell’ultimo mese sono stati annunciati parecchi deal ed è facile immaginare che a chiusura d’anno i fondi abbiano lavorato in Italia ben più di quanto non abbiano fatto nel 2013, quando avevano chiuso poco più di 60 operazioni (contro le 80-85 del 2011 e 2012), considerando soltanto i nuovi investimenti e non anche i cosiddetti «follow on», cioè aumenti di capitale in società già partecipate.
Tra le ultime operazioni annunciate e non ancora mappate dal Pem c’è per esempio l’acquisizione di una minoranza di Brugola O.E.B. Industriale, leader mondiale nella produzione di elementi di fissaggio per motori nel settore automotive, da parte del Fondo italiano d’Investimento. Ci sono poi l’acquisto del 70% del capitale del produttore di componenti per ascensori Sematic da parte di Carlyle; la cessione di Pantex International a Quadrivio sgr da parte di Bormioli Rocco e Bnl; la vendita del controllo del leader europeo nella produzione di raccordi oleodinamici, Tieffe, da parte di Opera sgr a Mandarin Capital Partners; la vendita, sempre da parte di Opera sgr, del 51% di Amf Snaps, specialista in accessori per il lusso, a un gruppo di investitori coordinati da Italglobal Partners; l’ingresso del fondo Catterton con una minoranza nel capitale del gruppo cosmetico Intercos (dal quale esce Tamburi Investment partners); la vendita di Bimbo Store a Giochi Preziosi da parte di Quadrivio sgr; e l’investimento in Primat, leader nei trattamenti superficiali di viti e bulloni, da parte di Wise sgr, affiancato nel deal dal fondo di private debt di Muzinich.
«Il 2014 è stato un anno vivace per numero di operazioni, ma anche per una buona distribuzione del flusso di investimenti durante tutto l’arco dell’anno», ha commentato Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi e presidente del comitato scientifico del Pem, oltre che ordinario di finanza all’Università Cattaneo. Ha continuato Gervasoni: «Abbiamo visto fin dall’inizio dell’anno tornare l’interesse dei grandi investitori internazionali, ma si può anche notare un’attività importante sia sul fronte delle acquisizioni di maggioranza sia su quelle di minoranza realizzate degli operatori italiani e vediamo transazioni su aziende di tutte le taglie». Il tutto senza contare le operazioni di venture capital, che non vengono rilevate dal Pem e che pure sono state in assoluta ripresa rispetto al 2013.
Quello che è invece più urgente risolvere è il problema della raccolta. «Gli operatori domestici necessitano innanzitutto di investitori istituzionali italiani, prima di approcciare il mercato internazionale. E’ cruciale quindi che fondi pensione e casse di previdenza intervengano a favore dell’economia reale dell’Italia, che non è solo rappresentata dalle pur importantissime infrastrutture», ha detto Gervasoni nel dibattito in corso sul credito di imposta per i fondi pensione che investono in infrastrutture: «Auspichiamo che nel regolamento attuativo siano ricompresi anche fondi di private equity, venture capital e private debt, anche per il tramite di fondi di fondi».
Quanto al recepimento della direttiva Ue sui gestori alternativi (Aifmd), ha concluso Gervasoni, «in Italia siamo ancora in attesa dell’uscita della regolamentazione di secondo livello, che si aspetta ormai da luglio. Riteniamo quindi che il termine del 31 dicembre per adeguarsi a una normativa che ancora non c’è, verrà quindi necessariamente prorogato». (si veda altro articolo di BeBeez).