Le esportazioni italiane cresceranno del 2,8% nel 2020 e del 3,7% nel 2021-2022. Lo prevede il primo aggiornamento delle previsioni del Rapporto Export 2019-2022 di Sace Simest, presentato il 17 dicembre scorso (si vedano qui lo studio completo e qui la presentazione). Le previsioni sono basate su un modello proprietario di Sace Simest e Oxford Economics, ha chiarito Alessandro Terzulli, capo economista di Sace. In particolare, il modello prevede che l’export italiano continuerà ad avanzare grazie, principalmente, al rimbalzo dei beni di investimento, che comunque beneficeranno di una più favorevole dinamica della domanda globale, trainata soprattutto dal recupero dei Paesi emergenti. Per quanto riguarda i beni intermedi, terrà solo il farmaceutico. Per contro, è atteso un rallentamento fisiologico dei beni di consumo e agroalimentari, dopo l’ottima performance di quest’anno, sebbene la crescita continuerà a ritmi relativamente più sostenuti soprattutto nel periodo 2021-2022.
Sace Simest inoltre ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2019, dal 3,4% al 3,2%. “L’export italiano tiene, ma rallenta, soprattutto in Germania, che è il nostro primo mercato di sbocco, con un 12,5% delle esportazioni”, ha spiegato Terzulli. La revisione al ribasso è dovuta al rallentamento delle vendite dei beni d’investimento, in primis macchinari e mezzi di trasporto. Saranno migliori invece le performance stimate per gli altri settori: tra questi, l’andamento positivo oltre le aspettative delle vendite dei beni della farmaceutica (inclusi nel settore della chimica) e di quelli alimentari ha generato, infatti, una variazione al rialzo dei rispettivi tassi di crescita. Nel complesso, la migliore performance delle esportazioni italiane di beni rispetto al commercio globale, entrambi misurati in valore, consentirà alle nostre imprese di guadagnare quote di mercato nel 2019 (al 2,9% dal 2,8% del 2018). Da quest’anno, la quota dell’export italiano sull’import mondiale è attesa stabilizzarsi, in corrispondenza di una maggiore vivacità degli scambi internazionali.
Nei primi 9 mesi del 2019, le esportazioni italiane sono aumentate del 2,5% (per un totale di 8,6 miliardi di euro), ma la crescita risulta polarizzata per settori e paesi. A livello settoriale, dominano: farmaceutico (5,3 miliardi di euro); tessile e abbigliamento (2,4 miliardi di euro); alimentari e bevande (1,8 miliardi di euro). A livello geografico, fanno la parte del leone Stati Uniti (2,9 miliardi), Svizzera (2,8 miliardi) e Regno Unito (1,1 miliardi).