Intesa Sanpaolo lancia il suo corporate venture capital per restare al passo con gli ultimi sviluppi del fintech. L’annuncio è stato dato ieri da Livio Scalvini, responsabile Innovazione e Crescita Imprese della banca guidata da Carlo Messina, in un’intervista esclusiva a Class Cnbc.
Battezzato Neva Finventures spa, il veicolo per il quale Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond tra 30 e 100 milioni di euro è guidato dallo stesso Scalvini ed già operativo e sta quindi già valutando i primi investimenti, che avranno come target start-up non solo italiane ma di tutto il mondo, con l’obiettivo di acquisire una partecipazione di minoranza in modo da permettere agli imprenditori di continuare a guidare lo sviluppo delle loro creature.
“Per Intesa Sanpaolo si tratta di una strategia cruciale per restare competitiva in termini di tecnologie e modelli di business”, ha spiegato Scalvini. “Già oggi collaboriamo a stretto contatto con start-up nel settore fintech, ma Neva Finventures ci permetterà di stringere partnership vere e proprie e a lungo termine”.
Scalvini ha quindi sottolineato che per la banca la cosiddetta open innovation, cioè l’innovazione tramite conoscenze che arrivano dall’esterno del gruppo, è una strada imprescindibile. In parallelo, ha aggiunto il manager, “c’è l’impegno continuo della banca a investire nello sviluppo di start-up con un approccio più tradizionale, ossia da operatore di venture capital”.Il gruppo bancario al momento gestisce infatti tre fondi chiusi di venture: Atlante Venture, Atlante Seed e Atlante Mezzogiorno (che nulla hanno a che fare con il nuovo fondo Atlante voluto dal governo per supportare il sistema bancario italiano).
“Quei fondi hanno ancora capitali da investire e infatti di recente Atlante Seed ha annunciato un investimento di minoranza in Biovelocita, un incubatore biotech che ha tra i fondatori Sofinnova Venture, l’operatore di venture leader europeo del settore», ha detto ancora Scalvini, ricordando che i fondi Atlante l’anno scorso hanno effettuato 30 investimenti per un totale di 60 milioni investiti. Non solo. «I fondi Atlante sono stati attivi anche sul fronte dei disinvestimenti. Di recente, per esempio, hanno partecipato all’ipo dell’incubatore H-Farm e hanno ceduto la partecipazione nella softwarehouse Yogitech al colosso statunitense Intel. Un’operazione, quest’ultima, che fa il paio con la cessione di Silicon Biosystem al gruppo Menarini, avvenuta nel 2013», ha ricordato ancora Scalvini, il quale ha poi aggiunto che «presto sui fondi Atlante ci saranno novità ed evoluzioni».
Lo scorso settembre si erano diffusi indiscrezioni di un imminente spin-off delle attività di venture, sulla falsariga di quanto già accaduto nel private equity. Che qualcosa bolla in pentola è quindi evidente, ma non si tratterà di un disimpegno di Intesa Sanpaolo dal venture.