Sila Holding Industriale capogruppo di uno dei principali player globali nel mercato dei comandi cambio e cavi per autoveicoli ha siglato con le banche finanziatrici un’articolata operazione di ricapitalizzazione e rimodulazione del proprio indebitamento sulla base dell’art. 67 della Legge Fallimentare (scarica qui il comunicato stampa).
Il gruppo, controllato dalle famiglie Pavesio e Brero, nel 2014 era già passato da un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare e avrebbe dovuto cedere le partecipazioni nelle società operative per rimborsare il debito residuo con le banche. E’ stato invece deciso, di comune accordo con le banche, di creare la subholding Sila srl, alla quale apportare le partecipazioni nelle società operative e il debito bancario, contemporaneamente valutando a valore di mercato le partecipazioni e riequilibrando dunque la situazione patrimoniale. L’operazione prevede, tra le altre operazioni societarie, anche la revoca della liquidazione della capogruppo e la fusione delle controllate italiane. E questo sulla base del fatto che il business è in netto miglioramento.
Per l’esercizio in corso è atteso un fatturato di oltre 120 milioni di euro, con miglioramento della redditività, dopo i 110 milioni di ricavi del 2016 con un ebitda di 13,5 milioni e un debito finanziario netto di 38-40 milioni in linea con quello del 2015 (quando però il fatturato era stato di 107 milioni e l’ebitda di 12,8 milioni). Le banche esposte sono Intesa Sanpaolo,Unicredit, Banca Popolare di Sondrio, Mps, Mediocredito, Bnl BnpParibas e Carichieti.
Sila Group è uno dei principali operatori globali del mercato automotive components, produce oggi comandi cambio manuali e automatici, cavi per l’azionamento di sistemi meccanici vari ed elementi estetici per il completamento di sistemi di comando, con 7 stabilimenti in Europa, Asia ed America Latina, impiega oggi circa 1.300 addetti.
Le già positive performance registrate dal gruppo nell’ultimo biennio fanno leva su una ritrovata efficienza, che valorizzando il know how e le risorse presenti in azienda, ha permesso l’acquisizione di nuove importanti commesse dai principali car maker mondiali. Sila ha così potuto salvaguardare i livelli occupazionali delle operation italiane, in Piemonte, Abruzzo e Basilicata, e delle controllate estere, nonché accelerare il piano di rimborso del debito vantato dalle principali banche nazionali, che non hanno accusato alcuno stralcio, bensì beneficiato di un ritorno in bonis del gruppo, vedendo ripagata la fiducia accordata in occasione della passata ristrutturazione.
Nell’operazione il gruppo è stato assistito da Deloitte Financial Advisory in qualità di consulente finanziario e da Roland Berger che ha agito come advisor industriale. Gli aspetti legali sono stati curati dallo Studio Paul Hastings, nella persona dell’avvocato Paolo Manganelli, ora in Ashurst, mentre quelli societari e di monitoraggio del processo dallo Studio GMR di Torino, nella persona di Andrea Gabola, che ha operato in qualità di CRO. L’attestazione del Piano è stata rilasciata dal Professor Alberto Tron e il ceto bancario è stato assistito dallo Studio Hogan Lovells.