23/01/2013 – Gli ultimi bond high yield emessi da società corporate italiane non quotate (Zobele holding, Cerved Group, Guala Closures) sono stati strutturati sfruttando la nuova normativa sulle obbligazioni introdotta dal Decreto Sviluppo (DL del 22 giugno 2012 n. 83) lo scorso giugno, poi modificato dal Decreto Crescita bis (DL del 18 ottobre 2012 n. 179) lo scorso ottobre.
Le nuove norme sostanzialmente mettono le piccole e medie imprese in condizione di emettere bond senza limiti e senza svantaggi fiscali, perchè viene cancellata la differenza di trattamento tra società emittenti quotate e non quotate.
Dal punto di vista fiscale, il regime delle obbligazioni emesse da società non quotate viene allineato a quello più favorevole delle società quotate. In particolare, al pari delle quotate, le società non quotate possono avvalersi dell’esenzione dall’applicazione della ritenuta sugli interessi e altri proventi corrisposti sulle obbligazioni e titoli similari, compresi commercial paper e strumenti subordinati partecipativi (altrimenti pari al 20%), qualora tali titoli siano ammessi alle negoziazioni su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione, Inoltre, le società non quotate possono dedurre gli interessi passivi corrisposti sulle obbligazioni e titoli similari secondo le stesse regole previste per le società quotate (vale a dire nei limiti del 30% dell’ebitda risultante dall’ultimo bilancio approvato.
Inoltre possono essere superati i limiti alle emissioni di obbligazioni societarie previsti dall’art. 2412 del codice civile per le società non quotate, che stabilisce tra l’altro che le società possono emettere obbligazioni per una somma che complessivamente non ecceda il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili.
Va sottolineato che, sino allo scorso dicembre, cioè sino al momento della conversione in legge del DL 179, potevano esserci alcuni dubbi in caso di emissione di obbligazioni quotate da parte di una società italiana non quotata, perché il DL 83, per attribuire ai bond emessi da società non quotate lo stesso regime fiscale previsto per i bond emessi da società quotate, richiedeva che i titoli fossero sottoscritti da investitori qualificati ai sensi dell’art. 100 del TUF e che questi non fossero soci dell’emittente oltre la soglia di partecipazione del 2%. Ma il problema era che quella norma non specificava le implicazioni fiscali che sarebbero derivate nel caso in cui, per effetto delle normali transazioni sul mercato secondario, i bond non fossero rimasti nel portafoglio di quegli investitori. Lo scorso dicembre, invece, in sede di conversione del DL 179 è stata modificata la norma ed eliminato, solo nel caso di bond quotati, il riferimento a questo requisito. Che invece resta per le commercial paper.
Non solo. Sempre in sede di conversione del DL 179, è stata cancellata una norma prevista dal DL 83 che avrebbe di fatto reso quasi impossibile il decollo del mercato dei minibond. Nella versione del DL 83, infatti, era previsto che le piccole e medie imprese (così come definite a livello Ue e quindi con fatturato sino a 50 milioni di euro) non quotate potessero emettere bond con tutti i vantaggi sopra descritti, soltanto se avessero ottenuto il supporto di uno sponsor, che sottoscrivesse, e mantenesse in portafoglio sino alla scadenza, una quota dell’emissione (di almeno il 5% per un’emissione sino a 5 milioni; di almeno il 3% sino 10 milioni; e di almeno il 2% oltre i 10 milioni) e che fungesse da market maker, garantendo la liquidità dei titoli. Nella nuova versione della norma, invece, l’obbligo di sponsor resta soltanto in relazione alle emissioni di commercial paper.
Il testo dei due decreti in formato pdf è scaricabile qui di seguito. Il testo relativo ai bond corporate emessi da società non quotate (i cosiddetti “minibond”) si trova agli artt. 32 e 32-bis del Decreto Sviluppo (da pag. 132 del file) e all’art. 36 comma 3 del Decreto Crescita bis (pag. 175 del file; alle pagg. 179-180 c’è il testo del nuovo art. 32 DL 83 come modificato dal DL 179).
DL n. 83 22 giugno 2012 Decreto Sviluppo
DL n. 179 18 ottobre 2012 – Decreto Crescita bis
Stefania Peveraro