Finder Pompe diventa americana. Lo ha rivelato MF-Milano Finanza lo scorso 27 agosto, precisando che il 100% del capitale dell’azienda italiana specializzata nella produzione di pompe centrifughe è stato ceduto a Pump Solutions Group (PSG), una società controllata da Dover Corporation, colosso Usa quotato al Nyse. Il prezzo di vendita è stimato intorno ai 110 milioni di euro, quasi il doppio del fatturato dell’impresa tricolore (60 milioni) ed è pari a un multiplo dell’ebitda superiore a 11.
A vendere è stato uno dei fondi Goldman Sachs nel quale erano confluite le partecipazioni (oltre a Finder Pompe, anche Acc e Bianchi vending) del portafoglio italiano dell’allora Abn Amro Capital, quando nel dicembre 2008 i manager del team di private equity italiano guidati da Antonio Corbani avvano condotto il management buyout dell’attività di Pe supportati appunto da Goldman Sachs.
Abn Amro Capital aveva acquisito il 70% del capitale di Finder Pompe nel 2007 sulla base di una valutazione della società di 75 milioni di euro, pari a 9,2 volte l’ebitda del 2006 (fonte Private Equity Monitor). La società non era nuova a operazioni di private equity: Sofipa nel 1992 e poi 3i nel 1998 si erano infatti già succeduti nel capitale di Finder acquisendo delle minoranze.
“Dal 2007 a oggi è stato fatto un grosso lavoro di riposizionamento dell’azienda”, ha spiegato a MF-Milano Finanza Corbani, presidente di FA Capital, precisando che «quando è stata acquisita, Finder Pompe fatturava circa 50 milioni, di cui circa la metà in prodotti a basso contenuto tecnologico e dunque esposto alla concorrenza dei produttori dei Paesi emergenti. È stato quindi investito molto in ricerca e sviluppo per offrire prodotti a più alto valore aggiunto”. Dopo un cambio di management e la cessione di alcune linee di prodotti base (come le pompe utilizzate nella produzione di vino e i filtri industriali) per un controvalore di 30 milioni, “il fatturato è stato portato a 60 milioni grazie all’ampliamento della gamma di pompe centrifughe e all’accreditamento nelle liste dei fornitori dei principali gruppi petroliferi e di ingegneria”. Per esempio, si trovano pompe Finder nella centrali geotermiche in Islanda come nelle raffinerie in Australia.
Il passo successivo sarebbe stato quello di aggregare in Finder altre due o tre più piccole società a capitale familiare per poi quotare in borsa il tutto, ma, ha spiegato ancora Corbani, “non è stato possibile perché le controparti erano ossessionate dall’idea di mantenere la maggioranza assoluta”. Ma il fondo doveva disinvestire e quindi alla fine si è deciso di accettare la proposta di Dover. La società americana nel dicembre 2012 aveva provato ad acquisire, senza successo, il produttore di pompe tedesco Bornemann. Fallita l’acquisizione, Dover ha puntato su Finder, che era una delle poche società rimaste indipendenti con una significativa presenza nei settori petrolifero e dell’energia grazie a una gamma di pompe centrifughe e a pistone (tecnologie che Dover possiede solo marginalmente). A metà giugno ha contattato Finder ed ha completato un rigoroso processo di due diligence a tempo di record.