I cinesi di Fosun (dopo l’acquisto del controllo di Club Med e la joint venture con Thomas Cook) continuano la loro campagna acquisti globale nel settore del turismo e ora puntano ad Alpitour. Lo ha scritto MF-Milano Finanza martedì 16 giugno, sottolineando che i fondi soci del principale operatore turistico italiano nei prossimi mesi potrebbero avviare le procedure per uscire dall’investimento che risale al 2012.
Alpitour era stata ceduta infatti allora da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, ai fondi Wise e J.Hirsch per 225 milioni di euro, in una situazione economico-finanziaria piuttosto critica. Sotto la guida del presidente e amministratore delegato Gabriele Burgio il gruppo turistico è stato ora risanato e il bilancio 2013-2014 (l’esercizio fiscale per Alpitour chiude a fine ottobre) ha registrato un fatturato stabile a 998,3 milioni (+0,4%), con un balzo dell’ebitda a 29,4 milioni (+65,7%), un utile operativo di 15,1 milioni (contro una perdita di 8,7 milioni dell’anno prima) e un utile netto di 4 milioni (contro i 19 milioni di perdita del 2012-2013). Sul fronte patrimoniale, Alpitour ha un debito nei confronti delle banche di quasi 72 milioni e una posizione finanziaria netta negativa per 20,3 milioni, in aumento rispetto all’esercizio precedente (17,76 milioni).
L’avvio della procedura di vendita, che potrebbe seguire il classico dual track (prendendo in considerazione anche l’ipo), potrebbe avvenire dopo l’estate, quando saranno si avranno segnali più definiti in merito all’andamento del business nell’attuale esercizio 2014-2015. Un’annata che, come anticipato di recente da Burgio, dovrebbe chiudersi con un ricavi consolidati “largamente superiori al miliardo di euro”.
Secondo MF-Milano Finanza, ad Alpitour non guarda con attenzione solo Fosun. Il dossier è infatti anche sul tavolo del management di un altro big cinese, il gruppo turistico-alberghiero Hna, da qualche anno primo azionista con il 29,5% della spagnola catena Nh Hoteles, uno degli operatori alberghieri più radicati in Italia e che in passato è stata guidato dallo stesso Burgio. L’altro potenziale interessato si dice sia il colosso tedesco Tui, uno dei leader mondiale del settore turistico, dotato di 3.600 agenzie di viaggi e 290 alberghi di proprietà (per un totale di oltre 157 mila posti letto).