A fine giugno 2015 le startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 4.248, in aumento di 537 unità rispetto alla fine di settembre (+14,5%). Impiegavano poco meno di 20.800 lavoratori (16.861 soci e 3.924 dipendenti), circa 2.900 unità in più rispetto al trimestre precedente. Rappresentavano lo 0,28% del milione e mezzo di società di capitali italiane, ma il loro peso era più elevato della media nei servizi alle imprese (0,88%) e nell’industria in senso stretto (0,35%). In particolare, il 20% delle società di capitali italiane che operano nelle attività di R&S sono startup innovative; rilevante anche la quota di startup fra le società dei servizi di produzione di software (5,3%).
Queste e altre evidenze numeriche sono contenute nel quarto numero del report strutturale curato da Infocamere relativo al secondo trimestre del 2015 e pubblicato nei giorni scorsi (scarica qui il Report).
Il report presenta un’ampia gamma di informazioni relative alla distribuzione settoriale e geografica delle startup innovative, al valore complessivo e medio della produzione e del capitale sociale, alla redditività e alle presenze giovanili, femminili ed estere nella compagine societaria.
In particolare rivela che il valore della produzione media, calcolato sulle 1.737 imprese delle quali si dispone dei bilanci sull’esercizio 2013, è pari a 117 mila euro, ma la metà delle startup innovative ha prodotto nel 2013 fino a poco meno di 27 mila euro. L’attivo è in media di 226 mila euro a impresa, ma per la metà delle startup innovative non supera i 63 mila euro.
Tali valori sono molto diversi da quelli del complesso delle società di capitali, che però comprendono prevalentemente imprese tradizionali, attive da molti più anni, con caratteristiche molto differenti rispetto alle startup innovative.
Complessivamente le startup innovative hanno registrato una produzione pari a circa 203 milioni di euro nel 2013, mentre il reddito operativo complessivo è negativo per 46 milioni. Una delle caratteristiche peculiari delle startup innovative è l’elevato grado di immobilizzazione dall’attivo patrimoniale: il rapporto è pari al 29,6% ed è cinque volte e mezzo il rapporto medio delle società di capitali (5,9%).
infine, Il 57,6% delle startup innovative nel 2013 è in perdita (questo insieme di imprese rappresenta circa il 40% della produzione complessiva), mentre il restante 40,4% presenta un utile d’esercizio (rappresentano il 60% della produzione).
Gli indicatori di redditività Roi e Roe delle startup innovative registrano valori negativi, ma se ci si riferisce soltanto alle imprese in utile, gli indici sono sensibilmente migliori di quelli delle altre società di capitali. La struttura finanziaria delle startup innovative è relativamente migliore di quella delle società di capitali. Situazione inversa per le startup in utile, che hanno una situazione finanziaria peggiore della media delle società di capitali.
Per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 12 centesimi di valore aggiunto, un dato più basso di quello delle società di capitali (20 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le startup generano invece più valore aggiunto delle società di capitali (32 centesimi contro 20).