D-Orbit, startup italiana specializzata nel recupero dei cosiddetti “rifiuti spaziali”, ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 1,83 milioni di euro, correlato all’emissione di strumenti finanziari partecipativi (strumenti introdotti dalla recente normativa sulle startup innovative) e finalizzato a favorire l’ingresso della società sul mercato.
Lo scrive oggi MF Milano Finanza, che precisa che circa 1,3 milioni del totale sono stati investiti dal Club degli Investitori, mentre il resto è stato erogato dai due fondi già azionisti di D-Orbit, TTVenture (Quadrivio sgr) e Como Venture, che lo scorso dicembre avevano sottoscritto un aumento di capitale da 2,2 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), e da un gruppo di imprenditori dell’area comasca (per 230 mila euro).
A questo round si aggiunge il finanziamento di 1,2 milioni di euro erogato da Unicredit grazie al Fondo Centrale di Garanzia per startup innovative. D-Orbit ha potuto così raccogliere nel giro di poche settimane risorse per oltre 3 milioni di euro ed è oggi in grado di portare a termine la Missione D-Sat (prevista per il 2016), con il lancio del primo satellite al mondo che, a fine vita, verrà rimosso dallo spazio in modo sicuro, diretto e controllato.
Nata nel 2011 da un’intuizione di Luca Rossettini, suo attuale amministratore delegato, D-Orbit ha sviluppato un dispositivo che permette di rimuovere i satelliti dallo spazio alla fine del loro ciclo di vita e ricondurli a terra, garantendo così una significativa riduzione dei costi per gli operatori satellitari, un aumento della redditività dei loro satelliti e una maggiore fruibilità dei servizi satellitari in tutto il mondo.
Il Club degli Investitori è stato assistito dallo studio Benessia-Maccagno, mentre D-Orbit è stata supportata sul piano legale dallo studio Bird & Bird per la strutturazione degli strumenti finanziari partecipativi, cioé in pratica un prestito convertibile e quindi una sorta di semi-equity, che è una delle più diffuse modalità di investimento delle startup in Silicon Valley. La legge istitutiva delle start-up innovative consente infatti anche alle srl. innovative di emettere questo tipo di strumenti che altrimenti sarebbero riservati alle spa.