Per rientrare dei costi miliardari dello scandalo delle emissioni diesel, Volkswagen potrebbe cedere Ducati. Lo scrive oggi MF Milano Finanza, riferendo che sebbene dalla casa automobilistica tedesca per il momento l’ipotesi venga smentita, tra le banche d’affari italiane e internazionali il dossier sta circolando da alcune settimane con una valutazione attorno a 1,2 miliardi di euro per la società motociclistica italiana.
Nell’aprile del 2012 Volkswagen, tramite Audi, aveva comprato Ducati dai fondi Investindustrial (70%), BS Private Equity (20%) e Hospitals of Ontario Pension Plan (10%) per 860 milioni di euro (di cui circa 750 milioni di equity value), battendo la concorrenza della connazionale Mercedes, che l’anno scorso ha ripiegato su Mv Agusta, rilevandone una quota del 25%.
Allora l’operazione era avvenuta sulla base di ricavi per Ducati di 480 milioni di euro nel 2011 e di un ebitda di 94 milioni, a fronte di un debito finanizario netto di 185 milioni (sceso poi nel primo trimestre 2012 a 115 milioni).
Con sede a Borgo Panigale e guidata dall’amministratore delegato Claudio Domenicali, Ducati nel 2014 ha registrato ricavi per 462,2 milioni, un mol di 86,85 milioni e un utile di 27,46 milioni con un cash flow di 38,78 milioni, un patrimonio netto di 623,4 milioni e un indebitamento netto di 6,5 milioni.
Tuttavia, nel terzo trimestre dell’anno la società motociclistica ha incrementato il numero di moto prodotte, da 8.367 a 9.192, portando così il saldo da inizio anno a 46.458 motoveicoli venduti (+21,2% rispetto al periodo gennaio-settembre del 2014). La relazione trimestrale di Audi precisa che anche le consegne sono salite del 23% a 46.105 unità. Dalla casa-madre non diffondono i dati relativi al business della sola Ducati, ma si fa riferimento al segmento moto, afferente per lo più proprio alla società guidata da Domenicali. Il segmento nei nove mesi ha visto i ricavi migliorare da 476 milioni a 575 milioni e l’utile operativo salire da 29 a 40 milioni.
Il dossier Ducati è quindi ora nel mirino dei grandi fondi di private equity e di gruppi automobilistici internazionali, come la giapponese Toyota o di nuovo di Mercedes, tramite la partecipata MV Agusta.
Secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi, la famiglia Castiglioni, al controllo di Mv Agusta. sta pensando nel medio termine all’ipo, ma prima vorrebbe crescere di dimensioni aggregando altre società del settore italiane o straniere di grande nome. E uno dei marchi presi in considerazione sarebbe proprio Ducati. Mv Agusta, per finalizzare un simile piano del genere, avrà bisogno di un socio di peso, che potrebbe essere la stessa Mercedes oppure un fondo di private equity.