Ci sono anche i francesi Amundi (asset manager del gruppo Credit Agricole) e Ardian (il private equity nato dallo spin off delle attività nel settore del colosso assicurativo Axa) in corsa per Arca sgr. Lo ha scritto ieri Il Sole 24 Ore.
Si allunga quindi la lista dei pretendenti per la società di asset management controllata dalle banche popolari, per la quale erano già in corsa i fondi Usa Atlas Merchant Capital e Centerbridge e l’italiana Anima Holding (si veda altro articolo di BeBeez),
E vista l’appetibilità della preda, secondo Il Sole 24 Ore tra i soci è maturata la convinzione che sia preferibile allargare la prospettiva per valutare tutte le possibilità sul tavolo, tra le quali ci sarebbe anche quella dell’Ipo. Le banche azionsite stanno quindi selezionando gli advisor da cui farsi affiancare per valutare la soluzione migliore.
Bper, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca possiedono ciascuno il 19,99% del capitale, Banca Popolare di Sondrio ha il 12,9%, mentre lo scorso agosto il Banco Popolare ha esercitato il diritto di recesso sulla sua quota del 19,9% del capitale detenuta direttamente e indirettamente (il 7,56% tramite la controllata Holding di Partecipazioni Finanziarie) per effetto di una ristrutturazione societaria della partecipata. L’operazione, però, deve essere ancora finalizzata. A questo proposito si attende giorni il via libera definitivo della Banca d’Italia al riassetto: la quota del Banco Popolare sarà ripartita tra Bper, che diventerà primo socio con un pacchetto di circa il 34%, e Popolare di Sondrio, che salirà oltre il 20&.
Un paio di settimane fa, gli analisti di Mediobanca scrivevano infatti (si veda altro articolo di BeBeez) che proprio Bper è l’ago della bilancia. “Due degli azionisti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, stanno cercando di uscire ma la Banca Popolare di Sondrio e Bper non sarebbero interessati a vendere le rispettive quote”, ha spiegato la banca d’affari. In particolare, Bper potrebbe aumentare la propria partecipazione fino al 40% della società di gestione del risparmio, diventando così l’azionista di maggioranza e per questo, secondo gli esperti, sarebbe difficile che l’istituto possa volere un altro istituto con una partecipazione rilevante.