Il gruppo ION, fornitore tecnologico globale del settore finanziario, fondato più di 20 anni fa dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro, leader nel fintech e nel data management, ma presente anche nel trading di energia e materie prime (il campo di attività di Pignataro nel corso della sua esperienza presso Citigroup), sta lavorando al lancio di due distinte emissioni obbligazionarie, effettuate da due distinte controllate del gruppo, cioè l’americana Helios Software Holdings Inc. e la lussemburghese Ion Corporate Sarl, che collocheranno sul mercato un totale di 400 milioni di dollari (376 milioni di euro al cambio corrente) e un totale di 300 milioni di euro. Lo ha annunciato lo stesso gruppo a inizio settimana (si veda qui il comunicato stampa). Stando a fonti di mercato riportate da Bloomberg, le due emissioni avrebbero entrambe scadenza nel 2029. I termini precisi delle due emissioni, così come l’eventuale mercato di quotazione, non sono ancora stati resi noti. Tuttavia, lo stesso gruppo ION ha dichiarato che i proventi delle due emissioni saranno utilizzati per ripagare parte del debito in essere.
Nell’ambito di quest’ultimo, che sempre stando a Bloomberg ammonta a circa 10 miliardi di dollari, riguardo alle operazioni effettuate in Italia vale la pena ricordare anzitutto i prestiti bancari accesi da ION per l’acquisto di Prelios, tra i principali credit servicer italiani, venduta a ION nell’agosto del 2023 per 1,35 miliardi di euro dal fondo private equity Davidson Kempner (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo di Pignataro ha infatti finanziato l’acquisto con un prestito di 600 milioni di euro ottenuto da UniCredit, Intesa Sanpaolo, BNP Paribas, Banco BPM, Standard Chartered Bank e Mediobanca. Ma a questa cifra va aggiunto il debito ottenuto da alcuni fondi di private debt, in primis il newyorkese HPS Investment Partners, che hanno consentito a Pignataro di colmare il gap fra la sua offerta iniziale, 750 milioni di euro (si veda altro articolo d BeBeez), e la cifra pattuita alla fine con Davidson Kempner, e le cui garanzie avevano preoccupato il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, che nel suo intervento all’ultimo convegno Assiom Forex, lo scorso febbraio, aveva definito l’ecosistema di operatori specializzati nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati “una componente essenziale della filiera del credito”. Ricordiamo che solo lo scorso marzo il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’operazione, decidendo di non esercitare il golden power, sebbene il via libera sia comunque subordinato ad alcune condizioni (si vedano qui Radiocor e altro articolo di BeBeez). L’operazione era rimasta in sospeso appunto perché il governo era preoccupato per il debito che ION avrebbe contratto contrarre per finanziare l’acquisizione (si veda altro articolo di BeBeez), avrebbe comportato come è prassi, che le azioni di Prelios vengano date in pegno alle banche e agli eventuali obbligazionisti, così come peraltro è già stato fatto da ION in occasione delle acquisizioni di Cerved e Cedacri, altre due operazioni del valore complessivo, rispettivamente, di 2,55 miliardi e 1,5 miliardi. Il via libera del governo sul deal Prelios è arrivato dopo che ION gli ha notificato i contratti di pegno necessari a garantirsi i finanziamenti delle sei banche. Ora si avvieranno le consultazioni con la Banca d’Italia, che a sua volta dovrà condurre un’indagine formale per valutare l’adeguatezza del compratore, considerando che l’acquisizione include anche Prelios sgr.
Finanziamento di Prelios a parte, il gruppo ION ha in essere i bond collegati a Cerved e Cedacri. Sul primo fronte, il gruppo ha emsso bond per complessivi 1,4 miliardi di euro collocati a febbraio 2022 per rifinanziare i term loan contratti per pagare l’acquisizione del gruppoleader in Italia nell’informazione finanziaria e nel credit servicing, un deal da 2,55 miliardi di euro (Enterprise Value, si veda altro articolo di BeBeez). Di quella cifra, 1050 milioni di euro rientrano nella tranche a tasso variabile, che prevede uno spread di 525 punti base sull’Euribor a 3 mesi; il resto fa parte della tranche a tasso fisso, che offre una cedola del 6% con rating B+ di Fitch. Entrambi i bond scadono nel 2029, per cui è lecito supporre che anche questi saranno rifinanziati in un prossimo futuro.
Quanto a Cedacri, il gruppo specializzato nella fornitura in outsourcing di servizi informatici e di back office alle banche, ha prezzato nel maggio 2023 un nuovo bond da 275 milioni di euro che è stato quotato alla Borsa di Vienna e le cui risorse sono state utilizzate per un versamento una tantum dell’imposta sostitutiva ai sensi del regime di step-up fiscale applicabile ai sensi della normativa fiscale italiana e per pagare un dividendo straordinario agli azionisti (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo inoltre che nel 2021 l’acquisizione di Cedacri da parte di ION era stata finanziata in parte con un bond senior secured da 650 milioni di euro emesso dalla controllante Cedacri Mergerco spa a scadenza 2028, i cui proventi erano serviti anche a rifinanziare il debito della stessa Cedacri. Il bond rappresentava la maggior parte del debito di Cedacri, che oltre al prestito obbligazionario aveva ottenuto anche una linea di credito super senior revolving da 60 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Anche quel bond è quotato alla Borsa di Vienna. Nel maggio 2022 Cedacri MergerCo aveva poi collocato in private placement altri 105 milioni di euro del medesimo bond, portando quindi la size complessiva dell’emissione a 755 milioni (si veda qui il comunicato stampa di allora). Ricordiamo che Cedacri era stata acquisita da ION nel 2021 sulla base di un enterprise value di 1,5 miliardi di euro. A vendere erano stati il fondo FSI, gestito da FSI sgr, la società di gestione di fondi di private equity guidata da Maurizio Tamagnini, che possedeva il 27,1%, e varie banche italiane. FSI ha reinvestito nel veicolo di acquisizione, acquisendo una quota del 9,9% (si veda altro articolo di BeBeez).
Tuttavia ION in Italia ha effettuato diversi altri investimenti. Nel luglio 2023 era stato annunciato l’ingresso di ION tra gli azionisti della Cassa di Volterra, insieme a Net Insurance (gruppo Poste Italiane) e a Banca del Fucino, con circa il 32% (si veda altro articolo di BeBeez). Nel novembre 2022, invece, era entrato con il 9,9% nel capitale di FSI sgr di Tamagnini (si veda altro articolo di BeBeez) e sempre nel 2022 ION era invece entrata con 50 milioni di euro nel capitale di MPS (si veda altro articolo di BeBeez) e in quello di Illimity (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nel marzo 2021 aveva acquisito la maggioranza della società toscana List spa, fornitore di software per il settore finanziario, partecipata dal fondo TA Associates (si veda altro articolo di BeBeez).