Il gruppo Axactor, quotato alla borsa di Oslo e specializzato nel recupero e acquisto di crediti deteriorati, ha firmato ieri closing dell’acquisizione del 90% di CS Union, a sua volta società specializzata nel recupero e nell’acquisto di crediti deteriorati.
A vendere sono stati Stefano Inguscio e Davide Graneris, fondatori e azionisti di maggioranza al 74,2%, che rimarranno alla guida della società, e Banca Sistema, che ha ceduto il 15,8% del capitale, mantenendo ancora un 10% (si veda qui il comunicato stampa. L’istituto guidato da Gianluca Garbi ha contestualmente firmato un patto parasociale triennale con Axactor, per lo sviluppo congiunto del business Npl in Italia.
Come spiegato in un comunicato dello scorso giugno, con il quale si annunciava l’operazione, Axactor ha pagato 9,9 milioni di euro per il 90% delle azioni di CS Union: il 60% del corrispettivo è stato regolato in contanti, mentre il restante 40% mediante conferimento di azioni Axactor. E’ inoltre previsto un vincolo di lock-up di 24 mesi sul 75% delle azioni e uno di 12 mesi per il restante 25%.
Con sede in Piemonte, CS Union opera da oltre venti anni nel mercato italiano e ha un organico di circa 105 dipendenti e una rete di più di 100 collector. Negli ultimi quattro anni, la società ha acquisito 21 portafogli di Npl per un valore nominale superiore a 710 milioni di euro e attualmente gestisce crediti per 290 milioni per conto di banche e istituti finanziari. Nel 2015 la società ha generato ricavi per 8,2 milioni e un ebitda di 2,1 milioni.
Grazie alla cessione della quota ad Axactor, Banca Sistema ha generato una plusvalenza di circa 2,3 milioni ante imposte, di poco inferiore ai 2,4 milioni che la banca aveva pagato per acquistare la quota del 25,6%. Advisor di Axactor è stata PwC.