Unicredit Business Integrated Solutions (Ubis), controllata di Unicredit secializzata nella gestione di servizi globali, ha annunciato che cederà a Sia le attività di elaborazione dei pagamenti tramite carte di pagamento proprie in Italia, Germania e Austria (scarica qui il comunicato stampa).
Sia, gruppo leader europeo nel settore delle infrastrutture e servizi tecnologici per banche e società finanziarie, guidato dall’amministratore delegato Massimo Arrighetti, si è aggiudicata contestualmente anche un contratto di outsourcing della durata di 10 anni per la fornitura di servizi di elaborazione dei pagamenti tramite carte di pagamento. Si tratta, in particolare di un business che riguarda il processo di 13,5 milioni di carte, 206 mila POS e 12 mila bankomat in totale nei tre Paesi. Il tutto per un prezzo fissato in 500 milioni di euro, pari a 12 volte l’ebitda di oltre 41 milioni, a fronte di 108 milioni di ricavi.
L’operazione, che si inquadra nella nuova strategia del gruppo bancario guidato da Jean Pierre Mustier di ottimizzazione del capitale per alzare i ratio patrimoniali ancora troppo vicini ai minimi regolamentari (si veda MF Milano Finanza), genererà un utile netto consolidato di circa 440 milioni di euro per Unicredit nel 2016, con un impatto positivo atteso sul Common equity Tier 1 ratio fully loaded di circa 12 punti base. La chiusura dell’operazione è attesa per la fine del 2016, una volta ottenute le consuete autorizzazioni regolamentari.
Advisor finanziari di Unicredit sono stati PwC e Hsbc, mentre Dla Piper è stato advisor legale.
Sia è stata invece assistita dallo Studio Chiomenti come consulente legale, Studio Tremonti per gli aspetti fiscali e da Ernst & Young come advisor finanziario.
Sia supera così, pro-forma, i 5 miliardi di operazioni di pagamento con carte gestite nel 2015 e aumenta i ricavi consolidati del 20% rispetto ai 449,4 milioni di euro raggiunti a fine 2015 (dai 426,3 milioni del 2014), a fronte di un ebitda di 123,9 milioni (da 122,6 milioni) e una posizione finanziaria netta positiva per 108,7 milioni (da 75,5 milioni).
L’ad di Sia Arrighetti ha commentato: “Questa acquisizione permette a Sia di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento competitivo a livello nazionale e internazionale, soprattutto in Germania e Austria, due tra i principali mercati target del piano Industriale 2016-2018: di aumentare i volumi dei pagamenti gestiti sulle nostre piattaforme tecnologiche e di raggiungere quindi maggiori economie di scala”.
Sia insomma si sta preparando per un’ipo in grande stile, per arrivare alla quotazione con una valutazione più alta possibile. La decisione di sbarcare a Piazza Affari entro fine anno era stata annunciataa marzo, in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati di bilancio. Allora Arrighetti aveva detto che le recenti ipo del settore hanno valutato le società in un range tra le 11 e le 14 volte l’ebitda. Il che significa che Sia potrebbe valere tra 1,36 e 1,73 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Ad aprile, poi, si era arrivati a ipotizzare un arrivo sul listino già a settembre, ma allora non si immaginava che la Brexit sarebbe accaduta davvero, dando una mazzata ai mercati (si veda altro articolo di BeBeez). L’idea è comunque quella di un’ipo con un flottante del 35-40%.
Cdp Equity (l’ex Fondo Strategico Italiano), primo azionista con il 49,48%, con la quotazione dovrebbe diluire sensibilmente la propria quota ma resterà comunque un socio forte, di spessore. Mentre chi dirà addio al progetto Sia dovrebbe essere F2i, oggi titolare del 17,05%. Nel capitale di Sia oltre a Orizzonte sgr (8,64%) figurano poi Intesa Sanpaolo (3,97%), Unicredit (3,97%), Banco Popolare (2,52%), Banca Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58%). Investitori che potrebbero anche decidere di uscire. Intanto dall’inizio del 2016, Sia ha avviato diverse iniziative innovative a livello internazionale tra cui:
- lo sviluppo con EBA Clearing dell’infrastruttura pan-europea di instant payment la cui partenza è prevista entro fine 2017;
- la realizzazione del nuovo sistema interbancario dei pagamenti della Banca Centrale della Nuova Zelanda (la 14esima istituzione centrale tra Europa, Africa, Medio Oriente e Oceania ad aver adottato le tecnologie di Sia);
- l’accordo con Raphaels Bank per lo sviluppo e il lancio di nuove soluzioni di pagamento nell’ambito della Sepa, delle carte e dei servizi via mobile nel Regno Unito e nel resto d’Europa;
- la realizzazione per la banca CSOB, facente parte del Gruppo belga KBC, del primo mobile wallet per pagamenti NFC in Repubblica Ceca che supporta i circuiti MasterCard e Visa.