Sono dieci le Spac (Special purpose acquisition veichle) che negli ultimi cinque anni sono sbarcate sul mercato italiano. Più una presto in arrivo (Space3), perchè nascerà dalla scissioen di Space2, la Spac che ha appena annunciato la busienss combiantion con Avio e che per questa operazione investirà soltanto la metà di quanto raccolto dagli investitori (cioé 154 milioni su 308), apportando quindi il resto a una newco che andrà a sua volta in cerca di un nuovo target.
C’è è poi stata anche una Spac che tecnicamente non lo era, ma nella pratica ha lavorato come se lo fosse: Ipo Challenger. Si è trattato di un veicolo di investimento che non è stato quotato, ma che ha collocato agli investitori bond convertibili in azioni della società con la quale si sarebbe conclusa la business combination. Alla fine i target sono stati due, Giordano Vini e Provinco Italia, che hanno dato vita a Italian Wine Brands che si è quotata all’Aim in ipo a gennaio 2015.
Mentre sarà operativo a breve anche Ipo Club, un fondo di investimento chiuso che sarà esso stesso il promotore seriale di più simil Spac. L’obiettivo dei promotori (Azimut Holding e Electa) è raccogliere 150 milioni da investire in obbligazioni emesse da cosiddette pre-booking company. Queste ultime saranno veicoli di investimento non quotati costituiti per convogliare il capitale di investitori nell’acquisizione di quote di capitale di società target da quotare in borsa.
Il tutto per operazioni che hanno dato vita a poco meno di 2 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Il calcolo è di BeBeez per MF Milano Finanza, che sabato 22 ottobre ha pubblicato un ampio servizio sugli uomini che sono stati i promotori di queste iniziative, un piccolo gruppo dove alcuni hanno già condotto due o tre operazioni. Tutti personaggi della finanza e dell’industria, che hanno deciso di reinventarsi.
In tabella (scarica qui il pdf completo) tutte le Spac quotate e, dove già realizzate, le rispettive business combination con i link agli ultimi articoli.