Il mercato dell’early stage, cioé gli investimenti in aziende nelle prime fasi di vita, ha attratto risorse per circa 101,3 milioni di euro nel 2015 (dai 90 milioni del 2014), escludendo follow on e attività svolta da operatori squisitamente pubblici. Del totale, 66,8 milioni (da 40 milioni) sono riconducibili a investitori istituzionali, 24,5 milioni (da 21,5 milioni) a investitori istituzionali in collaborazione con business angel, mentre i business angel da soli hanno investito 21 milioni (da 29),
Lo ha calcolato l’ultima indagine congiunta tra l’Associazione Iban, il principale network di business angel italiani, e il Venture Capital Monitor, tenuto dall’Università Liuc di Castellanza (scarica qui il Report VeM-Iban 2015, e si veda altro articolo di BeBeez per i dati 2014).
Il dato ufficiale per il 2015 si confronta con i già oltre 100 milioni di euro di investimenti nelle startup italiane nei primi sei mesi del 2016 calcolato lo scorso luglio da BeBeez su dati pubblici relativi a investimenti da parte di fondi di venture capital, business angel, incubatori, ma anche aziende industriali (scarica qui il Report semestrale di BeBeez).
Sul fronte delle società partecipate, il rapporto evidenzia un dato aggregato di 117 target investite nel 2015, in calo dalle 159 target partecipate nel 201. In particolare, il segmento relativo alle operazioni condotte esclusivamente da venture capitalists registra 34 società partecipate (da 27 nel 2014), quello relativo alle operazioni in sindacato tra venture capitalists e business angel conta 19 aziende, mentre quello riconducibile a deals svolti unicamente da business angels registra 64 società partecipate (da 110).
Il numero totale di investimenti è stato di 477 (da 283 nel 2014), di cui 52 (da 32) sono riconducibili ai fondi di venture capital, 51 ai fondi stessi in collaborazione con i business angel (da 57), mentre la quota residua ai business angel.