Saxa Gres, la più grande fabbrica di piastrelle fuori dal distretto di Sassuolo, che ha sviluppato un processo industriale in grado di trasfromare i residui di un inceneritore nella produzione di piastrelle di gres porcellanato spessorato per interni ed esterni, oltre che sampietrini green per pavimentare le strade delle città, ha collocato un minibond da 5 milioni di euro sul sistema multilaterale di negoziazione Third Market di Vienna, che fa seguito a un primo minibond da 14 milioni di euro (a scadenza dicembre 2017 e cedola 10%), sempre quotato al Third Market di Vienna, strutturato con il supporto legale di Clifford Chance, e collocato dalla società presso investitori istituzionali anglosassoni e italiani nel dicembre 2015.
Il nuovo bond da 5 milioni di euro (a scadenza dicembre 2021 e cedola 7%), strutturato con il supporto legale di Dla Piper e pari passu con il primo minibond da 14 milioni di euro, servirà a finanziare l’acquisizione di due nuove linee produttive ed è garantito da un pegno non possessorio sui macchinari. Si tratta di uno tra i primi pegni di questo tipo costituiti in Italia, dopo l’entrata in vigore della norma introdotta dal governo con il decreto legge varato lo scorso 29 aprile in materia di procedure esecutive e concorsuali. L’istituto del pegno non possessorio prevede infatti che il debitore che dà in pegno un bene mobile destinato all’esercizio dell’impresa (per esempio un macchinario) possa continuare a utilizzarlo nel processo produttivo, mentre nell’ordinamento precedente perdeva l’uso del bene gravato da pegno.
Saxa Gres è ripartita nel Settembre 2016 nella produzione di piastrelle in gres porcellanato spessorato nella fabbrica ex Marazzi Sud di Anagni (Frosinone) riassumendo 30 persone al servizio di un innovativo processo produttivo che utilizza parte del materiale inerte proveniente dal termovalorizzatore di San Vittore. Il progetto industriale è stato oggetto di un’odissea burocratica durata anni, perché il processo di produzione innovativo con utilizzo di ceneri pre-trattate non era previsto dalle norme vigenti nella regione Lazio, che non lo vietano, ma nemmeno lo prevedono (a differenza di altre regioni italiane). Così il via libera della Regione Lazio si è fatto attendere 800 giorni e solo nei giorni scorsi è arrivato, sbloccando la situazione.
Sul sito di Saxa Gres è spiegato che Daniele Bartoccioni Menconi, presidente e cfo della società ed ex manager di Mediobanca a Londra, ha fondatola società di advisory e investimento Flexagon Capital Solutions e ha avviato come principal e manager l’operazione di ristrutturazione di Saxa Gres, strutturando i due minibond che la società ha emesso e venduto a primari fondi anglosassoni e a family office italiani. Questo ha permesso alla società di uscire dalla procedura di concordato preventivo e di intraprendere il processo di ripartenza sotto la guida tecnica e commerciale del vicepresidente Francesco Borgomeo, a capo di Irses, Istituto di Ricerca fondato dal padre e da lui trasformato in società di consulenza specializzata in riconversioni industriali, dismissioni e rilancio di siti e aree in crisi.
(articolo aggiornato alle ore 18.38 del 16/12/2016, con precisazioni circa i due bond e link al sito della Borsa di Vienna)