Oltre 3500 bottiglie di vino consegnate nei primi 10 mesi di attività nella sola Milano e un tasso di crescita mensile medio di oltre l’80%. Questi numeri rendono l’idea dello sviluppo dei primi mesi di Winelivery, la startup innovativa che estende al settore del vino di qualità il modello della consegna a domicilio che sta facendo la fortuna di un buon numero di piattaforme. Winelivery, avviata meno di due anni fa da Francesco Magro e da Andrea Antinori, è attiva al 100% nella sua versione definitiva da agosto 2016. Uno sviluppo che i fondatori hanno deciso di accelerare tramite una raccolta di equity crowdfunding sul portale Crowdfundme.
In Italia il modello del food delivery sta crescendo impetuosamente e Winelivery punta ad una nicchia molto redditizia grazie alle tradizioni del nostro paese, dove le vendite retail di vino valgono un totale di quasi 2 miliardi di euro. Solo a Milano, secondo i dati Istat, le occasioni settimanali di consumo di alcolici tra persone “digital friendly” (tra i 18 e i 45 anni) sono oltre 780 mila. Winelivery dispone di un considerevole vantaggio competitivo rispetto ad altri player nel settore: rispetto ai siti di e-commerce di vino può consegnare in tempi brevi: 30 minuti senza costi aggiuntivi e all’ottimale temperatura di consumo. Rispetto al food delivery e ad un servizio come Amazon Prime dispone di un’offerta più ampia e di una qualità superiore dei prodotti.
«L’idea è nata semplicemente da un bisogno», ricorda Francesco Magro, ora Ceo di Winelivery, «una sera, a casa e senza nulla in fresco da bere mentre facevamo quattro chiacchiere». Il modello della ‘beverage delivery’ è già una realtà consolidata con società come Minibar Delivery o Drizly o ancora Brewdrop e Drinkfly (queste ultime hanno già realizzato una exit). Negli USA, le startup del settore hanno raccolto circa 100 milioni di euro di fondi nel 2015 in 43 venture round. «Gli Stati Uniti sono un mercato maturo a cui ci ispiriamo, ma l’Italia ha caratteristiche diverse», spiega Magro, «in primo luogo all’estero si punta di più sui superalcoolici, mentre da noi il focus non può che essere sul vino, che in questi primi mesi ha rappresentato l’80% del nostro fatturato». All’interno del mercato Winelivery si posiziona esclusivamente sui prodotti premium, da enoteca: «Puntiamo sulla qualità, i nostri prodotti non sono presenti nella grande distribuzione», spiega il numero uno della startup.
Per sostenere lo sviluppo della startup, è stata lanciata una raccolta di equity crowdfunding sul portale Crowdfundme con un obiettivo minimo di 50 mila euro, che corrispondono al 4% del capitale di Winelivery, valutata pre-money 1,2 milioni di euro. Il capitale raccolto sarà utilizzato per tutti i quattro pilastri del modello di business di Winelivery: marketing, tecnologia, logistica e prodotto. «Tutti i settori sono importanti», spiega il Ceo Magro, «sul fronte del prodotto per esempio vogliamo arrivare quanto prima a coprire tutte le denominazioni italiane». Il vero obiettivo per l’espansione dei prossimi due-tre anni però è lo sbarco in nuove città, prime tra tutte Bologna, Roma e Torino, mercati simili a Milano e che «non presentano difficoltà logistiche particolari».