Sono partiti ieri i teaser su Argenta, il gruppo specializzato nella gestione di distributori automatici di snack e bevande calde e fredde controllato dal 2007 Motion Equity Partners e finanziato da Mediobanca, Unicredit e Kkr, con quest’ultima che possiede anche warrant per un 20% del capitale. Lo scrive oggi MF Milano Finanza, precisando che le stesse Unicredit e Mediobanca, che sono advisor di Motion Equity, insieme a Lazard, advisor di Kkr, metteranno a disposizione dei potenziali interessati l’info memorandum a partire dal prossimo lunedì 27 febbraio. La market e business vendor due diligence è stata condotta da Bcg, la financial due diligence da PwC, mentre advisor legale di Motion è lo studio Pedersoli.
Argenta ha chiuso il bilancio consolidato al 30 settembre 2016 a 225 milioni di euro di dai 199,2 milioni del 2015, con un ebitda di 53,1 milioni dai 47,1 milioni del 2015 e una posizione finanziaria netta negativa di 200 milioni da 211,1 milioni, dove il debito con le banche (Unicredit e Mediobanca) è tutto senior, visto che il debito mezzanino, originariamente di 100 milioni in capo alla controllante HSC 3 sarl, era stato rilevato nel gennaio 2014 da Kkr.
Un primo contatto con i soli potenziali acquirenti industriali c’era stato a fine agosto (si veda altro articolo di BeBeez), ma l’asta si apre appunto in questi giorni verso tutti i potenziali interessati, fondi di private equity compresi. Tra i nomi dei gruppi industriali che potrebbero guardare al dossier si erano fatti i nomi della tedesca Dallmayr, un gruppo con alle spalle più di 300 anni di storia, tuttora controllato dalla famiglia fondatrice e attivo non solo nel settore del vending, ma soprattutto in quello della produzione di caffé e thé, tutti prodotti proposti al Dallmayr Delicatessen di Monaco, storico negozio-caffetteria-ristorante.
Un secondo potenziale acquirente sarebbe il gruppo giapponese DyDo Drinco, quotato a Tokyo. In ogni caso è chiaro che l’interesse arriva non solo da gruppi attivi nel settore del vendig, ma in quello retail e dei prodotti alimentari e questo perché il trend evidente del settore è l’ampliamento ad altre attività, identificate come l’on-the-go market, rappresentato dalla ristorazione take away, soprattutto in mano a catene.
E infatti il piano industriale di Argenta prevede una forte accelerazione lungo questo trend. Lo scorso ottobre, non a caso, la società ha comprato il 51% di Tramezzino.it, la società fondata da Giorgio Castriota e Giampiero Pelle specializzata nella produzione e distribuzione ad aziende e privati di tramezzini artigianali, sulla base di un enterprise value di circa 8 milioni, con i vecchi soci che hanno mantenuto il controllo sul restante 49%.
La società aveva da poco iniziato a lanciare i punti vendita di prodotti alimentari naturali a marchio Foodies in alcune grandi città e ora obiettivo di Argenta è passare dagli attuali 10 a 200 tra 5 anni. Non solo. Gli stessi prodotti di Foodies saranno venduti anche nei micromarket con lo stesso brand che verranno aperti all’interno di aziende clienti, dove il personale potrà acquistare i prodotti e pagarli automaticamente sulla base di un bar code. Le macchine distributrici automatiche, quindi, in questi punti vendita non compariranno. Il punto di forza di tutta l’operazione sono poi i quattro laboratori di produzione dei prodotti alimentari, a Milano, Roma, Torino e Bologna. E l’obiettivo è riuscire a ottenere da questo nuova linea di business il 10-15% dei 90 milioni di euro di ebitda a cui il gruppo punta a chiudere nel 2023.
Nel contempo Argenta intende proseguire nella strategia di m&a, vista la forte frammentazione del mercato: negli ultimi 5 anni ha già condotto 10 acquisizioni (per esempio lo scorso maggio ha comprato Somed, il maggiore gruppo di vending del Sud Italia per circa 30 milioni di euro, si veda altro articolo di BeBeez) e il fatto che dal prossimo aprile (dopo uno slittamento di 3 mesi dei termini) diventi obbligatoria anche per questo settore la certificazione dei corrispettivi con comunicazione in tempo reale all’Agenzia delle Entrate (si veda qui il comunicato stampa delle Entrate), comporterà necessariamente che molti piccoli player preferiranno vendere l’attività piuttosto che mettere in regola tutte le vending machine. E questo significa che ne beneficieranno Argenta (che ha già il 6,5% del mercato), così come il top player IVS group (8,5%) e il terzo in classifica Buonristoro (3,5%).
Se le offerte in arrivo non dovessero risultare soddisfacenti , resta sullo sfondo la possibilità di una fusione tra la svizzera Selecta, controllata da Kkr, e Argenta, con Motion, guidato in Italia da Maurizio Bianco, e Kkr che potrebbero restare insieme soci della nuova entità, che raggiungerebbe i 180 milioni di euro di ebitda e potrebbe essere quindi poi quotata.
L’ipotesi di fusione Argenta-Selecta circola sul mercato da un paio d’anni ed è divenuta più insistente da quando appunto Kkr ha preso il controllo di Selecta, dopo averla in un primo tempo solo finanziata in un’operazione simile a quella strutturata per Argenta (si veda altro articolo di BeBeez). Kkr nel giugno 2014 aveva infatti finanziato Selecta per 220 milioni di euro, sottoscrivendo un prestito subordinato PIK (con capitalizzazione a scadenza degli interessi) dotato di warrant per il 35-40% del capitale. Contemporaneamente il gruppo svizzero aveva rifinanziato il resto del debito con 550 milioni di euro di bond high yield.
Argenta ha una storia finanziaria abbastanza travagliata alle spalle. I problemi erano nati da un minore ebitda a consuntivo, sulla base del quale era stata stimata la sostenibilità del debito al servizio del buyout da parte dei fondi Motion equity Partners (allora Cognetas) e Investitori Associati, che nell’autunno 2007 avevano rilevato il gruppo dal fondo Advent International e dall’ex management. Tanto che la marginalità di Argenta nel 2008, pur rilevante (l’ebitda 2008 era di 42 milioni, cioè il 22% dei 183 milioni di fatturato), era stata molto più bassa del previsto (il budget era di 62 milioni, cioè il 34% del fatturato) con la conseguente rottura dei covenant sui 300 milioni di debito senior in capo alla società operativa e sui 70 milioni di mezzanino in capo alla holding. Nel 2009, grazie alla conversione in warrant (sul 23% del capitale della holding) dell’intero finanziamento mezzanino di Hvb (gruppo Unicredit) e Mediobanca, al rifinanziamento del debito senior (sempre Unicredit e Mediobanca) e all’iniezione di 65 milioni di nuovo capitale da parte di Motion (Investitori si era tirata indietro), Argenta era riuscita a rientrare in carreggiata.