Il gruppo cinese Yida International Investment avrebbe messo sul piatto 7,5 miliardi di euro per Esselunga. Lo ha scritto ieri Repubblica, precisando che l’offerta non sarebbe stata sollecitata.
La cifra risulta comunque molto superiore ai 6 miliardi indicati dai fondi di private equity Blackstone e Cvc Capital Partners lo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso marzo Giuliana Albera e Maryna Silvia Caprotti, ovvero seconda moglie e terza figlia del defunto Bernardo, che oggi hanno in mano il controllo di Esselunga, avevano deciso formalmente di continuare a gestire la catena di grande distribuzione e avevano quindi congelato il mandato per la vendita, che nell’autunno dello scorso anno il fondatore della società milanese aveva affidato ufficialmente alla banca d’affari americana Citigroup (si veda MF Milano Finanza).
Dello stesso avviso non sono invece i figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, che hanno il 30% di Esselunga e il 45% della cassaforte immobiliare Villata.
Esselunga conta 153 store, 22 mila dipendenti e un fatturato 2015 di 7,3 miliardi di euro per 291 milioni di utile (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).