I primi titoli di uno dei veicoli della cartolarizzazione di Npl del progetto FINO di Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez) su un totale di 17,7 miliardi di euro di sofferenze lorde hanno ottenuto ieri il rating preliminare di Moody’s e Dbrs (si veda qui il comunicato stampa).
Questa prima cartolarizzazione, condotta tramite l’spv FINO 1 Securitisation srl, riguarda un portafoglio da 5,374 miliardi di euro lordi (al 3 luglio 2017, da cui sono stati poi dedotti gli incassi sino al 4 novembre), che darà luogo ad asset backed securities per 770 milioni di euro, tutte a scadenza legale 2045 e distribuite in quattro classi di rischio, di cui una senza rating da 50,311 milioni (si veda qui il report di Moody’s). Il prezzo medio di questo portafoglio, quindi, è del 14,3% del valore lordo degli Npl.
I titoli di Classe A hanno un valore di 650 milioni e hanno ottenuto rating A2 di Moody’s e rating BBB (high) da Dbrs. Per questi titoli UniCredit farà richiesta per ottenere la Gacs, che può contare sul più alto rating assegnato fino a oggi in Italia nel contesto di operazioni di cartolarizzazione in presenza dello schema di Gacs. La Classe A gode anche della protezione di una linea di cassa di riserva da 32,5 milioni, pari al 5% del valore della tranche stessa, che è finanziata da Natixis e che verrà attivata nel caso di necessità alla prima data di pagamento delle cedole prevista per gennaio 2018.I titoli di Classe B per 29,64 milioni sono stati invece classificati Ba3 da Moody’s e BB (high) da Dbrs, mentre gli strumenti di Classe C per 40 milioni hanno un rating B1 per Moody’s e BB per Dbrs. Master e special servicer del portafoglio continuerà a essere doBank.
Il portafoglio cartolarizzato è composto per il 48% da crediti unsecured e per il 52% da crediti secured (di cui il 49% è garantito da immobili residenziali e per i resto da immobili commerciali di vario tipo; nel il 45% del totale del valore degli immobili è situato nel Nord Italia), con il 93% del totale dei crediti che hanno come debitore un’azienda, mentre il restante 7% ha come debitore un imprenditore. L’80% dei crediti riguarda debitori andati in default dal 2010 in poi, mentre il restante 20% riguarda debitori andati in default negli anni primi (il cosiddetto “legacy portfolio”.
La semestrale del gruppo Unicredit a proposito del progetto FINO, ricordava che “In data 17 luglio 2017 UniCredit S.p.A. ha annunciato la sottoscrizione degli accordi definitivi di cessione del Portafoglio FINO con Pimco e Fortress, come definito nella fase 1 del Progetto FINO”, sulla base dell’accordo quadro firmato sempre con Pimco e Fortress nel dicembre 2016 (si veda qui il comunicato stampa di allora) e spiegava che “la fase 1 consiste nell’avvio di più operazioni di cartolarizzazione il cui perfezionamento si è completato alla fine del mese di luglio 2017 con l’emissione dei titoli asset backed secured (senior, mezzanine e junior) da parte dagli special purpose vehicle (SPV o veicoli) cessionari dei crediti rientranti nel Portafoglio Fino, e la loro relativa sottoscrizione da parte di Unicredit spa (per il 49,9% di tutte le classi dei titoli emessi) e da parte degli investitori terzi (per il 50,1% di tutte le classi dei titoli emessi). La fase 2 prevede di considerare l’eventuale assegnazione di rating pubblico (garanzia Gacs) ai titoli senior e mezzanine e la progressiva cessione, anche a terzi investitori, da parte di Unicredit spa dei titoli dalla stessa sottoscritti”.
Nel dettaglio, “i veicoli di cartolarizzazione hanno acquistato i crediti rientranti nel portafoglio per i diversi comparti creditizi (sub-portafogli) relativi alle rispettive partecipazioni di Pimco e Fortress, come definito nella documentazione contrattuale (Transfer Agreement) sottoscritta il 14 luglio 2017 fra la banca e Onif Finance srl (lo spv cessionario dei crediti che ha a riferimento Pimco), e fra la banca e Arena Npl One srl e Fino 1 Securitisation srl e Fino 2 Securitisation srl (questi ultimi, gli spv cessionari dei crediti che hanno a riferimento Fortress)”.
I documenti della cartolarizzazione del Progetto Fino sono stati sottoscritti a fine luglio, come annunciato pochi giorni prima dalla banca (si veda qui il comunicato stampa), che ha precisato che “durante la Fase 2 del Progetto Fino nella seconda metà dell’anno, Unicredit considererà l’eventuale assegnazione di rating pubblico ai titoli senior e mezzanini emessi nell’ambito della cartolarizzazione e la vendita della rimanente quota di Unicredit, per detenere meno del 20%“.
A fine giugno 2017 Unicredit aveva in portafoglio 46,15 miliardi di euro lordi di sofferenze (o 11,8 miliardi netti), includendo ancora quelle parte del Progetto Fino. Senza quei 17,7 miliardi, il monte di sofferenze scendeva già a 29,94 miliardi (o 10 miliardi netti).
E infatti a fine settembre il rendiconto a nove mesi indicava sofferenze lorde in ulteriore riduzione appunto a 29,4 miliardi con un rapporto di copertura pari al 66,2%. Le inadempienze probabili lorde erano scese a 20,5 miliardi con un rapporto di copertura al 44% e le esposizioni scadute deteriorate si erano attestate a 1,4 miliardi, con un rapporto di copertura del 34,3%.