Mentre non si vedono ancora soluzioni concrete per il rifinanziamento del debito del Milan e della sua controllante, per un totale di 303 milioni di euro, che scade il prossimo autunno, la società ha convocato l’assemblea per il prossimo 2 maggio con l’obiettivo di valutare la possibilità di far slittare di un semestre la scadenza dei due bond quotati alla Borsa di Vienna da AC Milan sottoscritti dal fondo Elliott. Un primo bond era stato emesso per 73,7 milioni di euro, mentre il secondo era stato emesso per 54,3 milioni di euro. Entrambi i bond pagano una cedola del 7,7% e scadono appunto il prossimo ottobre.
I restanti 175 milioni di prestito sono stati erogati sempre da Elliot e sempre a scadenza ottobre 2018 al veicolo Rossoneri Sport Investment Lux, che paga una cedola dell’11,5%. Il tutto, a fronte di un equity value del Milan di 520 milioni pagato a Fininvest e un valutazione complessiva della società di 740 milioni (il debito verso le banche ammonta a 150 milioni), compreso l’aumento di capitale da 100-120 milioni, che l’imprenditore cinese Yonghong Li si è impegnato a sottoscrivere in più fasi al momento dell’acquisizione, ma le cui ultime tranche paiono sempre più in forse.
BofA Merrill Lynch, advisor del club rossonero e del suo azionista di riferimento, Yonghong Li, intanto, continuano a sondare i potenziali investitori, interessati a subentrare al debito in capo alla holding lussemburghese, mentre sarebbe più tranquillo il rifinanziamento dei bond, che, secondo quanto riferisce oggi MF Milano Finanza, potrebbe anche avvenire per una cifra più che doppia, arrivando a 250-300 milioni, grazie alla cartolarizzazione dei ricavi (introiti televisivi, introiti da stadio e sponsorizzazioni). A rifinanziare questo debito, si dice, potrebbe essere Hps Investment Partners, spin-off dell‘hedge fund Usa Highbridge, che a fine 2017 era entrato in trattative esclusive con Elliott, senza poi arrivare a un accordo.