Adler Group, il gruppo leader globale nel settore dei componenti di isolamento tecnico e acustico per l’automotive, che lunedì sera ha annunciato l’ingresso del fondo FSI nel capitale con il 28%, ha chiuso il 2017 con circa 1,4 miliardi di euro di ricavi, un ebitda superiore ai 130 milioni e un debito rappresentato praticamente soltanto da 350 milioni di euro di bond emessi per rifinanziare i bond prima in circolazione emessi nel 2014.
Lo dice il ceo di FSI sgr, Maurizio Tamagnini, in un’intervista pubblicata oggi da MF Milano Finanza, in cui precisa anche che, grazie al supporto del fondo, il gruppo punta a un’acquisizione importante e alla quotazione a Piazza Affari al massimo nel giro di tre anni.
I bond in questione, che sono quotati in Germania a Francoforte, Monaco e Stoccarda e all’Irish Stock Exchange, sono stati emessi dalla controllata tedesca operativa Adler Pelzer Holding (ex HP Pelzer Holding), pagano una cedola del 4,125% e hanno scadenza 2024, hanno rifinanziato 280 milioni di euro di bond a cedola 7,5%, che erano stati emessi nel 2014 e quotati alla Borsa del Lussemburgo. A supportare l’emittente erano stati sul piano legale gli studi White & Case e Avvocato Gaeta Studio legale, Tributario & Societario, mentre lo studio legale Latham & Watkins ha assistito gli obbligazionisti preesistenti JP Morgan, Credit Suisse, Equita sim, Deutsche Bank, Mediobanca e UniCredit.
“Entreremo con il 28%”, ha detto ancora Tamagnini, “ma abbiamo dato la disponibilità ad investire ulteriore capitale per supportare eventuali acquisizioni. E’ un gruppo molto interessante. Mi piace chiamarlo la Brembo del Sud”. Il gruppo, infatti, ha sede a Napoli e a Benevento ha sede il centro di ricerca e sviluppo che conta ben 400 persone dedicate all’innovazione tecnologica e dei materiali.
Tamagnini spiega ancora che “il fondo darà capitali, ma anche un importante supporto fatto di competenze e contatti nelle aree geografiche nelle quali il gruppo oggi è meno presente, in particolare in Medio ed Estremo Oriente, Giappone compreso. L’investimento in Adler riassume esattamente la nostra filosofia. Cerchiamo delle aziende italiane che siano già leader di mercato a livello internazionale e che possano trasformarsi in gruppi ancora più globali, tramite una politica di aggregazione, restando al fianco degli imprenditori. Un altro fattore per noi importante è stato l’impegno della famiglia Scudieri a rimanere socio stabile di Adler nel lungo periodo e a condividere un piano industriale coraggioso. Lo abbiamo anche come missione aziendale: FSI vuole portare le aziende eccellenti italiane nel mondo e portare i migliori investitori esteri nelle belle aziende italiane”.
Nel dettaglio, l’operazione che prevede un investimento massimo del fondo di 200 milioni di euro, comporterà per il fondo un esborso di 80 milioni al closing dell’operazione, che saranno versati in parte in aumento di capitale e in parte in acquisto di quote dagli attuali azionisti, cioé dalla famiglia Scudieri. I restanti 120 milioni saranno suddivisi tra una quota di pagamento in via differita e la potenziale sottoscrizione di un ulteriore aumento di capitale, ove fosse utile a finanziare un’acquisizione di dimensioni importanti, dopo quella già condotta nei mesi scorsi sulla britannica CAB Automotive che fattura circa 60 milioni di sterline. A quel punto, a stretto giro, il gruppo procederà alla quotazione a Piazza Affari. Immagino che il tutto richiederà al massimo tre anni.
Il fondo FSI ha oggi raccolto circa 1,3 miliardi di euro e tra i suoi investitori conta fondi sovrani, come quello del Kuwait e di Singapore (Temasek), Cdp, il Fei, gruppi assicurativi e family office di gruppi industriali europei, asset manager internazionali e casse di previdenza. Il fundraising, che punta a un target di 2 miliardi di euro, si completerà a dicembre 2018.