Zonin 1821, la storica azienda vinicola di Gambellara, in provincia di Vicenza, cerca un socio finanziario per accompagnarla nel passaggio generazionale e nella crescita internazionale, dopo l’uscita di scena del patron Gianni Zonin, imprenditore ed ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, per il quale la Procura ha chiesto lo scorso autunno il rinvio a giudizio (assieme a tutto l’ex vertice) nell’ambito del crac dello storico istituto di credito.
Lo ha scritto ieri il Corriere Economia, precisando che l’obiettivo è trovare un investitore che acquisti una minoranza importante attraverso un aumento di capitale dedicato e che a questo scopo è stato dato mandato a Mediobanca nel ruolo di advisor. I fondi di private equity, quindi, sono già al lavoro sul dossier, in particolare quelli che hanno un focus sull’agroindustria e i vini, da Idea Taste of Italy di Dea Capital Alternative Funds sgr, a 21 Investimenti al francese Unigrains.
Circa due anni fa Gianni ha ceduto ai figli Domenico, Francesco e Michele la piena proprietà del 26,9% e i diritti di usufrutto sul 23% del capitale della Gianni Zonin Vineyard sas di Giovanni Zonin & C. e il 38,5% della Zonin Giovanni sas, holding dell’impero vitivinicolo dell’ex banchiere vicentino.
La stima del mercato è che il gruppo Zonin possa valere tra i 400 e i 500 milioni di euro, a fronte di ricavi 2017 per 201 milioni, che lo collocano al quarto posto della classifica per fatturato di settore stilata da Mediobanca, dopo Cantine Riunite (594 milioni di ricavi), Caviro (315 milioni) e Antinori (221 milioni).